Dati rapporto Almalaurea, laureati sempre più disoccupati
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Il XIV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati non dà buone notizie. La ricerca è stata effettuata su circa 400.000 ragazzi.
Secondo i dati la disoccupazione dei laureati triennali è passata dal 16% del 2009 al 19% del 2010. Dato che lievita anche per i laureati specialistici, passato dal 18% al 20%. Non vengono risparmiati neanche gli specialistici a ciclo unico, come i laureati in medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza: anche per loro la disoccupazione è passata dal 16,5% al 19%.
Si tratta di un fenomeno piuttosto preoccupante ma del resto basta dare un'occhiata agli investimenti fatti in questo periodo dal nostro Paese in questo settore. Francia, Germania, tutti i Paesi Europei hanno investito di più nelle professioni qualificate per uscire dalla crisi, l'Italia è l'unica in controtendenza. Abbiamo una percentuale di laureati modesta rispetto alla media Ocse, abbiamo una classe dirigente oltre 55 anni poco scolarizzata e per di più investiamo pochissimo su questo fronte"
ha spiegato Andrea Cammelli, direttore di Almalaurea.
Secondo il dossier, a causa della crisi economica: "una percentuale notevole ed in crescita di giovani è a rischio di disoccupazione prolungata o di inattività, con effetti che potrebbero divenire irreversibili". Situazione su cui pesa anche il fatto che in Italia è penalizzata l'occupazione più qualificata. Tra il 2004 e il 2008 l'Italia ha registrato una riduzione della quota di occupati nelle professioni ad alta specializzazione, in controtendenza rispetto al complesso dei paesi dell'Unione Europea.
Anche lo stipendio a un anno dalla laurea perde ulteriormente potere d’acquisto rispetto alle indagini precedenti (con una contrazione compresa fra il 2% e il 6% solo nell’ultimo anno).
"Sarebbe un errore imperdonabile sottovalutare o tardare ad affrontare in modo deciso le questioni della condizione giovanile e della valorizzazione del capitale umano, non facendosi carico di quanti, anche al termine di lunghi, faticosi processi formativi, affrontano crescenti difficoltà ad affacciarsi sul mercato del lavoro, a conquistare la propria autonomia, a progettare il proprio futuro"
ha precisato Cammelli.
Dal rapporto emerge anche che i laureati trovano più lavoro dei diplomati, che si acuisce il divario territoriale tra Nord e Sud, che le donne sono ancora molto penalizzate nel mercato del lavoro, considerando sia il divario occupazionale tra laureati e laureate che le differenze retributive.