Appello Fidel Castro: 'Evitate guerra'
Pyongyang: 'Pronto lancio dei missili'. Invitate le ambasciate straniere a evacuare
L'ex presidente cubano Fidel Castro ha chiesto alla Corea del Nord di "evitare una guerra" che non produrrebbe "alcun beneficio" per i due Paesi della penisola coreana e "causerebbe danni a oltre il 70% della popolazione del pianeta", in una delle sue "riflessioni" pubblicate dal sito internet Cubadebate.
"Se scoppiasse una guerra, i popoli delle due parti della penisola soffrirebbero terribili sacrifici, senza ottenere alcun beneficio", scrive Fidel, che nel testo ricorda come "la Repubblica Popolare Democratica di Corea ha sempre avuto rapporti amichevoli con Cuba" e lui stesso ha avuto "l'onore di conoscere a Kim Il-sung, una figura storica, notevolmente coraggiosa e rivoluzionaria".
Mosca è in stretto contatto con la Cina, gli Usa, la Corea del sud e gli altri membri del sestetto di mediatori sulla richiesta della Corea del Nord di valutare l'evacuazione dello staff delle ambasciate a Pyongyang: lo ha detto il ministro degli esteri Lavrov aggiungendo che Mosca e "preoccupata dalla tensione, anche se solo a parole".
Non potremo garantire la sicurezza dei diplomatici nel Paese dopo il 10 aprile in caso di conflitto. E' quanto ha detto Pyongyang al Regno Unito. Lo riferiscono fonti del governo britannico
La Corea del Nord ha caricato due missili a medio raggio su lanciatori mobili e li ha nascosti in un impianto non meglio identificato nei pressi della costa orientale. Lo riferisce l'agenzia Yonhap che, citando fonti militari di Seul, rilancia l'ipotesi di lancio imminente. "All'inizio di questa settimana, il Nord ha spostato su treno due missili Musudan sulle coste orientali e li ha piazzati sulle rampe di lancio", ha detto un alto funzionario militare. Il Nord li sta nascondendo, in una mossa che fa ipotizzare un tentativo di lancio a sorpresa, ha aggiunto la fonte, che ha pure confermato quanto detto ieri dal ministro della Difesa, Kim Kwan-jin che ieri ha menzionato un solo missile, secondo cui non é chiaro l'obiettivo dell'iniziativa, se rivolta a un test o a una esercitazione militare. All'inizio della settimana, era già emerso che la Corea del Nord aveva spostato sulla costa orientale quello che si ritiene essere un Musudan, un vettore a media gittata, spingendo gli Usa a piazzare sistemi anti-missile speciali sull'isola di Guam. In risposta alle azioni militari, la Corea del Sud aveva poi deciso di inviare due cacciatorpediniere Aegis, equipaggiati con sistemi radar di rilevazione e contrasto anti-balistici, per seguire più direttamente la situazione sia sul mar del Giappone sia sul mar Giallo. Pyongyang, secondo i report delle agenzie di intelligence, non ha ancora provato il missile, presentato ufficialmente a ottobre 2008 nell'ambito di una delle solenni parate militari tenute sulla piazza Kim Il-sung, nella capitale nordcoreana
La Marina militare della Corea del Sud ha reso noto che sono operativi i due cacciatorpedinieri con standard Aegis, equipaggiati con sistemi radar di rilevazione e contrasto anti-balistici, per seguire più direttamente la situazione sia sul mar del Giappone sia sul mar Giallo. La mossa, scrive la Yonhap, era stata presa dopo i segnali sul possibile lancio di missili da parte del Nord, ma si è era resa ancora più necessaria dopo l'individuazione di due missili a medio raggio sulle rampe di lancio nella costa est.
La Corea del Nord ha invitato intanto tutte le ambasciate straniere a Pyonyang a preparasi a evacuare. Secondo quanto apprende l'ANSA da fonti legate a Pyongyang, l'invito sarebbe stato genericamente motivato come legato alla "fase delicata del momento". Al momento Mosca non prevede di farlo
PYONGYANG SPOSTA MISSILE SU COSTA EST, 'TEST IMMINENTE'
di Antonio Fatiguso
La Corea del Nord continua a puntare al rialzo e, dopo il via libera definitivo all'esercito per un "attacco nucleare" contro gli Stati Uniti, l'escalation prende forma con il posizionamento di un missile a medio raggio sulla costa orientale in vista di un test imminente o di un addestramento militare. Il ministro della Difesa di Seul, Kim Kwan-jin, ha svelato l'ultima mossa del Nord in un'audizione dinanzi alla commissione Difesa del parlamento, precisando che non sembra finalizzata a colpire il continente americano, smentendo l'ipotesi di un KN-08 capace di coprire i 10.000 chilometri. Senza specificarne la tipologia, il ministro ha osservato che si ritiene sia in grado di coprire una "distanza considerevole". Anche se vi è "una piccola possibilità" che la retorica del Nord possa sfociare in un conflitto su larga scala, Kim ha messo in guardia da altre provocazioni, tra scontri di confine e attacchi informatici. Poco prima dell'intervento del ministro, un 'falco' nei rapporti con il Nord, ex generale ed ex capo di Stato maggiore, i media di Seul avevano diffuso altre stime dei servizi di intelligence secondo cui il missile in questione sarebbe uno della serie Musudan, capace di coprire 3-4000 chilometri, fino a includere nel suo raggio la base americana di Guam, malgrado non sia stato ancora testato. Da confermare l'opzione sul montaggio di una testata, ma fonti citate dall'agenzia Yonhap prevedono che Pyongyang possa effettuare il lancio a metà aprile, per i festeggiamenti solenni del compleanno del fondatore dello Stato, Kim Il-sung. Del Musudan si hanno notizie dall'ottobre 2010, quando fu fatto sfilare a Pyongyang in una parata militare. Nel posizionare il missile sulla sua costa orientale, il Nord ha spinto gli Usa a spostare a Guam i sistemi anti-missile THAAD (Terminal High-Altitude Area Defense) e a far alzare l'allerta in Giappone, mentre nelle Filippine è in corso lo spiegamento di una decina di aerei da combattimento F/A-18, caccia supersonici che parteciperanno a esercitazioni militari. La Casa Bianca, dopo aver mostrato la sua potenza militare alla Corea del Nord con i bombardieri B-52, i jet B-2 e F-22, ha rivisto i piani decidendo di accantonare per ora l'approccio aggressivo - secondo il Wsj - sulla scia dei timori che questo possa inavvertitamente "rafforzare la prospettiva di possibili incomprensioni" e, di riflesso, causare errori di valutazione. Secondo la Russia, la decisione nordcoreana di proseguire sui piani nucleari "ostacola, se non chiude" le chance di ripresa dei negoziati a Sei, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri russo Aleksandr Lukashevich. Mentre la rappresentante per la politica estera europea, Catherine Ashton, ha rimarcato la "chiara violazione" delle risoluzioni Onu e degli "impegni presi nel 2007"da Pyongyang, assicurando che ci sarà "una risposta sempre più unita della comunità internazionale". Proprio al sito nucleare di Yongbyon, secondo lo Us-Korea Institute della John Hopkins University, sarebbero ricominciati i lavori al punto che, in base allo studio delle immagini satellitari, il complesso potrebbe ripartire "nel giro di settimane, piuttosto che di mesi". Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si é detto "profondamente preoccupato" per l'escalation della situazione in Corea del Nord, mentre il premier britannico David Cameron ha affermato che la vicenda dimostra come "oggi più che mai abbiamo bisogno di un deterrente nucleare". A Kaesong, intanto, anche oggi è stato bloccato per il secondo giorno di fila l'ingresso di lavoratori, merci e mezzi sudcoreani alla zona industriale a sviluppo congiunto, malgrado le pressanti richieste di Seul per il ritorno alla normalità. Mentre Pyongyang, attraverso un portavoce del Comitato per la riunificazione pacifica della Corea, ha ventilato l'ipotesi che il ritorno alla normalità possa non maturare a breve.