mercoledì 26 dicembre 2012

Monti scende in politica??ma chi avra' il coraggio di votarlo??Natale: Federconsumatori, -14% consumi Spesa media 148 euro. Cala anche elettronica e giocattoli

Natale: Federconsumatori, -14% consumi

Spesa media 148 euro. Cala anche elettronica e giocattoli

 




ROMA, 26 DIC - Natale d'austerita' per gli italiani: i consumi - secondo un primo consuntivo dell'Osservatorio Nazionale di Federconsumatori - hanno registrato un vero tracollo, con un calo del 14% rispetto al 2011. Calano anche il settore alimentare (-1%), quello dei giocattoli(-3%) e l'elettronica di consumo (-4%). La spesa media a famiglia si e' attestata a circa 148 euro, raggiungendo complessivamente una spesa di 3,5-3,8 miliardi di euro.

 

ill.mo Papa,ma siamo ritornati all'inquisizione??

Femminicidio? Le donne provocano', polemica sul parroco

Telefono Rosa: rimuovetelo, lede dignita' e istiga a violenza contro donne

 

Un volantino affisso dal parroco alla bacheca della chiesa di san Terenzo (Lerici) che 'reinterpreta' la lettera pastorale 'Mulieres dignitatem' e solleva dubbi sul 'femminicidio', accusando in sostanza le donne di essersi allontanate dalla virtù e dalla famiglia sta scatenato una rovente polemica.
Don Piero Corsi - che ha affisso l'estratto dalla lettera apostolica commentata dall'editorialista del sito Pontifex.it dal titolo ''Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?'' - era gia' noto alle cronache per la sua passione al 'tatsebao', avendo gia' dedicato fogliettoni satirici contro l'Islam e contro gli immigrati appesi alla porta della chiesa.
Il volantino comincia con "l'analisi del fenomeno che i soliti tromboni di giornali e tv chiamano appunto 'femminicidio'". "Una stampa fanatica e deviata attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione questa spinta alla violenza", si legge nel volantino. Che prosegue: "Domandiamoci: Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici. Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilità sono condivise".
Il volantino esamina poi la questione della violenza sessuale: "Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre e nei cinema? Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo. roba da mascalzoni). Facciano un sano esame di coscienza: forse questo ce lo siamo cercate anche noi?".
"Chiediamo alle massime autorità civili e religiose che si attivino perché venga immediatamente rimosso il manifesto affisso dal parroco e che riteniamo una gravissima offesa alla dignità delle donne". E' questa la reazione della presidente di Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli.
"Non è solo un problema di forma o di dignità lesa - scrive Moscatelli -. Noi di Telefono Rosa riteniamo che questo messaggio sia una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne perché si offre una inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse. Chiediamo che sia lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti, che proprio ieri nel suo discorso ha parlato della necessità di una nuova rappresentazione delle donne intervenga attraverso i ministri competenti. Ma la richiesta è diretta anche a Papa Benedetto XVI e al vescovo della Spezia. In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d'Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all'interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è piu tollerabile".

Presidenza del Consiglio, niente ‘spending review’ per consulenze e incarichi

Presidenza del Consiglio, niente ‘spending review’ per consulenze e incarichi

Nonostante il decreto legge in vigore da metà agosto parlasse chiaro, negli ultimi giorni, le circa 50 persone decadute a novembre, a seguito di questa norma, rinnoveranno il proprio ruolo vanificando i risparmi previsti. E oltre a questo spuntano anche meccanismi di assegnazione degli incarichi in questione poco trasparenti






La scure della spending review sembrava essersi abbattuta anche sulla Presidenza del Consiglio dei ministri, stabilendo l’eliminazione dei numerosi incarichi dirigenziali, tra i quali alcuni di natura ispettiva, consulenza, studio e ricerca, affidati negli anni passati a dipendenti della pubblica amministrazione e non che, dopo essere usciti dalla porta, pare stiano rientrando dalla finestra riottenendo gli stessi incarichi ‘incriminati’ e i medesimi contratti, con stipendi che costano alla pubblica amministrazione dai 150 mila ai 250 mila euro all’anno. In ballo ci sono complessivamente circa 14 milioni di euro annui che la Presidenza risparmierebbe eliminando concretamente i suddetti incarichi. Una sorta di spending review temporanea che, però, sta già svanendo. Nonostante il decreto legge in vigore da metà agosto parlasse chiaro, negli ultimi giorni, dopo neanche due mesi, le circa 50 persone decadute a novembre, a seguito di questa norma, sono in procinto di riottenere gli stessi incarichi vanificando i risparmi previsti.
A lanciare l’allarme è il Sipre – Sindacato Indipendente della Presidenza del Consiglio – che ha scritto una lettera aperta a Monti: “Ci sono già – dichiara il presidente Alfredo Macrì – decine di richieste, si sta iniziando a conferire nuovamente incarichi, per giunta gli stessi e alle stesse persone. Si chiede agli italiani di fare sacrifici e nel contempo non viene data attuazione ad una norma propria che, mentre si pretenderebbe che venisse applicata dalle altre amministrazioni, in casa propria si elude”. Il ritorno dei suddetti incarichi stride nettamente anche con un altro comma del decreto che parla di “tendenziale eliminazione” degli incarichi per funzioni ispettive, di consulenza, studio e ricerca. “Il problema – spiega Macrì – è che la norma sull’eliminazione degli incarichi dirigenziali agli esterni e di consulenza, dovrebbe essere accompagnata da una riorganizzazione strutturale degli uffici, con un forte ridimensionamento, che non è stata fatta o è stata attuata solo in minima parte. Se non si eliminano i posti di funzione la spending review della Presidenza del Consiglio è una presa in giro perché ci sarà sempre la scusa della mansione vacante, per farla ricoprire nuovamente da qualcuno. Ci è sembrato che, dal primo novembre, degli oltre 50 posti scoperti pochi se ne siano accorti. Forse – prosegue Macrì – non erano così necessari da giustificare stipendi da decine di migliaia di euro per ognuno, visto che, tra l’altro, gli uffici e i dipartimenti sono già di per se sovradimensionati, in conseguenza di una assurda proliferazione di posti apicali avvenuta negli anni, frutto di uno strapotere dirigenziale che non ha tenuto in considerazione le necessità funzionali ma, piuttosto, il soddisfacimento delle esigenze di carriera dei dirigenti stessi. Una amministrazione in cui il rapporto tra dirigenti e dipendenti è sconcertante, mediamente uno a sei”.
E oltre al risparmio ‘mancato’ spuntano anche meccanismi di assegnazione degli incarichi in questione poco trasparenti, non solo per un cittadino qualsiasi che non ha possibilità di valutare le modalità con le quali vengono affidati, ma anche per gli stessi dipendenti della Presidenza del Consiglio che hanno provato, presentando il loro curriculum, ad ottenere un incarico dirigenziale disponibile. “Alcuni colleghi – spiega il presidente del Sipre – non hanno avuto neanche la possibilità di accedere agli atti per poter verificare le motivazioni dell’esclusione o per confrontare il proprio curriculum con quello di chi ha ottenuto l’incarico al posto loro. Sarebbe questa la famosa trasparenza della pubblica amministrazione, se neanche un interno, interessato al posto, può valutare la correttezza dell’operato della stessa nel conferimento di un incarico?”. “Per ripristinare questi incarichi – rimarca Bruno Stramaccioni dell’Usb pubblico impiego – che, secondo la spending review, dovevano essere eliminati, sono state anche pubblicate sul sito del CipeComitato Interministeriale per la Programmazione Economica – le selezioni pubbliche riguardanti l’individuazione di sette esperti Nars (Nucleo di consulenza per l’attuazione delle linee guida dei servizi di pubblica utilità) per il ‘misero’ costo annuale di 411.950 euro. Lo sforzo di trasparenza e di valorizzazione delle professionalità interne, è stato presto smentito dai risultati delle selezioni, che hanno condotto al conferimento di incarichi a personale esterno anziché preferire le candidature del personale interno con elevata professionalità e formazione pregressa, che avrebbero fatto risparmiare circa il 50% dell’importo stanziato. Mentre ci si accanisce verso tutto ciò che riguarda i dipendenti della Presidenza del Consiglio – conclude Stramaccioni – a partire dalla decurtazione del fondo per le politiche sociali (polizza sanitaria), si persiste nell’avvalersi di consulenti esterni ignorando la presenza e l’utilizzo di idonee professionalità interne all’amministrazione ed ignorando le norme da applicare in base alla spending review”. Dopo l’ultima corsa degli italiani per pagare in tempo l’ultima rata dell’Imu in nome del risanamento economico, alla Presidenza del Consiglio è ripartita la corsa alla ‘consulenza perduta’: in ballo milioni di euro, non da pagare ma da intascare.