Caso marò, Barroso: «No alla pena di morte
La decisione dell’India avrà un impatto sull’Ue»
Il n. 1 della Commissione europea avvisa New Delhi. Poi loda l’Italia per gli sforzi nei conti, anche se il Paese resta «fragile»
Enrico Letta e José Manuel Barroso a colloquio (Ansa)
Latorre e Girone, i due marò trattenuti in India da quasi due anni: la fotostoria
«L’Unione europea è contraria alla pena di morte in qualunque situazione» ed è convinta che «qualunque decisione» dell’India sul caso dei due marò «avrà un impatto su tutta la Ue»: questa è la posizione del presidente della Commissione José Manuel Barroso al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio Enrico Letta e 5 ministri del governo. Ogni decisione sul caso dei due militari italiani sotto processo in India «può avere un impatto sulle relazioni complessive fra l’Unione europea e l’India e deve essere valutata con attenzione». Di conseguenza, l’Ue , che ricorda di essere «impegnata a combattere la pirateria», «continua a seguire caso molto da vicino». Da parte sua Letta ha ribadito: «Vogliamo che la vicenda si concluda presto». Più tardi, su Twitter, il premier ha aggiunto: «A Bruxelles incontro con Barroso che ha risposto positivamente e con forza alla nostra sollecitazione di rendere europea la questione #Marò».
LA PRESIDENZA ITALIANA - Il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, nella seconda parte del 2014, è «ancora più importante» del solito perché coincide con «un momento di transizione per le istituzioni» ed «è importante che l’Italia la gestisca senza che si interrompa il lavoro su alcuni temi europei importanti» come l’Unione bancaria e il patto per la crescita e l’occupazione.
I CONTI PUBBLICI - Riguardo al risanamento dei conti pubblici, Barroso riconosce che l’Italia «ha compiuto notevoli sforzi per uscire dalla procedura di deficit eccessivo nel 2013 e questo è stato il più importante risultato per ristabilire la fiducia e ridurre gli spread». Il presidente della Commissione ha anche aggiunto che «il successo dell’Italia dipende dalla riduzione del debito».
PAESE VULNERABILE E FRAGILE - Anche perché, «nonostante inizi l’anno senza emergenze finanziarie, le sfide per l’Italia restano: il debito alto è ancora lì e la competitività è bassa, è ancora un Paese vulnerabile e fragile e non c’è motivo di compiacersi, l’aggiustamento strutturale deve proseguire». Il paese non deve «crogiolarsi sugli allori» e fare «in fretta sul percorso di riforme» per trovare la «stabilità strutturale» necessaria a inviare messaggi chiari e di fiducia agli investitori e ai mercati. «I dubbi negativi sull’Italia persistono, di investitori e cittadini», e per questo «l’Italia deve raggiungere la stabilità strutturale con misure a lungo termine perché gli altri partner ritrovino la fiducia». Inoltre l’Ue avvisa di attendere le stime di fine febbraio sulla «clausola» degli investimenti.