Il Governo "è consapevole che il provvedimento non esaurisce la platea di persone interessate alla salvaguardia come, in particolare, i lavoratori per i quali sono stati conclusi accordi collettivi di uscita dal mondo del lavoro e che avrebbero avuto accesso al pensionamento in base ai previgenti requisiti, a seguito di periodi di fruizione di ammortizzatori sociali".
Il Governo "si impegna per questi altri lavoratori a trovare soluzioni eque e finanziariamente sostenibili".
''Il problema rimane intatto'' e serve ''dare soluzioni a chi resta fuori, presto e senza ricominciare a dividere e fomentare guerre tra i poveri'', ha commentato
il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica. "L'emanazione del decreto per soli 65.000 lavoratori - ha spiegato - lascia intatto il problema e, malgrado le rassicurazioni verbali, aggiunge ulteriore ansia a decine di migliaia di persone che sanno di essere escluse; così come produce incertezza e sconcerto in coloro che teoricamente sarebbero coperti ma che, per i criteri e le forzature adottate, si apprestano a partecipare ad una lotteria''.
Per il
segretario confederale della Cisl Maurizio Petriccioli "il governo dice di voler trovare soluzioni al problema degli esodati, ma il confronto è continuato solo in sede tecnica dove le organizzazioni sindacali non hanno potuto fare altro che denunciare insufficienza delle risorse e degli strumenti individuati nel Decreto interministeriale attuativo della riforma''. Petriccioli 'auspica "che alla dichiarazione di un rinnovato impegno da parte dell'esecutivo, segua anche una reale disponibilità di ascolto e di interlocuzione in un quadro di collaborazione tra governo, parlamento ed organizzazioni sindacali''.
Giovanni Centrella segretario generale dell'Ugl, da parte sua, si è detto contento per i 65mila esodati ma "resta l'ingiustizia nei confronti delle altre decine di migliaia con i medesimi requisiti, presto non più lavoratori e non ancora pensionati ma senza garanzie, se non a parole per quanto autorevoli''.