Pd approva proposta Bersani, un astenuto
n astenuto, la proposta di pier luigi bersani di un governo di minoranza su 8 punti. no ipotesi b, strada stretta ma chiara
La direzione del Pd ha approvato, con un astenuto, la proposta di Pier Luigi Bersani di un governo di minoranza su 8 punti.
''Da questa riunione non ho sentito ipotesi B ma iniziativa A. Dopodiche è legittimo vedere le difficoltà, non è proibito, è un sentiero stretto, o lo si supera o almeno sgombreremo sentiero da nebbia". Dopodiché c'é Capo dello Stato e a chi dice governo del presidente lo dice il lessico che non spetta a noi".
"Lo so che mentre noi non pensiamo a ipotesi B c'é mezzo mondo che ci pensa. Ma a questo mezzo mondo noi diciamo che non è che nelle vostre fantasie: noi scompariamo. Noi abbiamo il triplo dei deputati di Grillo e il doppio della destra, non è che scompariamo". Lo ha detto Pier Luigi Bersani nelle conclusioni della direzione.
'Gli altri partiti non possono offrire qualcosa di meglio per la governabilità, non hanno le intenzioni né i numeri. Oltre a qualche idea per sbarrarci la strada, non hanno qualcosa da dire al paese. Tocca a noi fare la proposta al paese e ribaltare lo schema: no accordi politici fuori dal parlamento. La governabilità non è solo avere i seggi sufficienti ma è un rapporto tra istituzioni e società, tra governati e governanti come si diceva una volta. Non vorrei che un'interpretazione formale della governabilità sia un coperchio malposto su una pentola a pressione". Così Pier Luigi Bersani nel suo intervento in direzione mette in guardia dai rischi di certe soluzioni di governo in cui ribadisce: 'Siamo pronti a corresponsabilità istituzionali" ma sul governo non sono "praticabili" accordi politici con il centrodestra'
"Ai commentatori, che da 20 anni ci spiegano il verbo senza prendersi un anno sabbatico, dico: non banalizziamo. Qui non si sta corteggiando Grillo ma si sta interpretando quel che si muove nel profondo per bucare il muro di autoreferenzialità del sistema che comincia ad essere in gioco. La rimonta della destra non è recupero consenso ma è il frutto del mancato risultato nostro. Abbiamo cercatoscelte in controtendenza, rispetto all'incapacità di riforme della politica, parlando in campagna elettorale con le parole del "cambiamento" e con iniziative come le primarie, ma questo non é stato percepito, se non fosse stato così "l'onda d'urto ci avrebbe colpito ancora di più"
"Apriamo questa direzione nel pieno rispetto dei percorsi istituzionali e delle prerogative del Capo dello Stato ma abbiamo il diritto-dovere di pronunciarci con semplicità davanti all'opinione pubblica". C'e' un grande pienone alla direzione del Pd, convocata per votare la proposta del segretario Pier Luigi Bersani su un governo di minoranza che si presenti alle Camere per chiedere la fiducia, in primis al M5S, su un programma di 8 punti.
"Davanti al Paese ognuno si prenderà le sue responsabilità" e "anche chi ha avuto un consenso di 8 milioni elettori e ha scelto la via parlamentare deve dire cosa vuole fare". Lo ha detto Pier Luigi Bersani evidenziando che il Pd non accetta un "accordo spurio" e non farà il bersaglio facendosi "sparare a palle incatenate. Per noi questi punti sono irrinunciabili per qualsiasi prospettiva di governo, e siamo pronti da domani ad aprire un confronto pubblicando in rete i punti. La nostra proposta è anche aperta a contributi".
Nelle sue conclusioni Bersani valuta la direzione del Pd: "E' stato un dibattito ricchissimo, abbiamo mostrato cos'é un dibattito e non vedo particolari esigenze di repliche".
Il Pd non poteva non fare una sua proposta in questo momento ma "abbiamo piena fiducia in Napolitano e nella sua saggezza a guidare un percorso difficile", ha spiegato Bersani ribadendo la fiducia nel capo dello Stato, chiudendo la direzione del Pd.
"Sulla nostra iniziativa avremo forsennati ostacoli, la strada è in salita e dobbiamo trovare il sistema, se siamo convinti e io penso che siamo convinti, di far muovere questa iniziativa". Il segretario del Pd invita cosi' a promuovere la proposta del Pd per un governo di scopo.
"Sul finanziamento ai partiti, sento Renzi e altri dire che dobbiamo fare di più: noi dichiariamo l' assoluta disponibilità ad un superamento dell'attuale sistema e lo mettiamo in connessione con alcune altre norme sulla trasparenza e sul finanziamento democratico dei partiti. Avranno delle idee anche loro".
"Questa nostra iniziativa contiene nella sua forma una piccola ma non banale esemplificazione del rapporto tra responsabilità e cambiamento: ci mettiamo all'aperto per un possibile governo del cambiamento". "Questi - ha aggiunto - non sono più punti di campagna elettorale. Noi stiamo dicendo che questi punti si possono fare. Perché non sono stati fatti prima? Perché non eravamo in condizione" di farli.
BLOG GRILLO, PIU' PUNTI COMUNI CON IL PDL CHE CON M5S - "Pdl e pdmenoelle hanno più punti programmatici in comune tra loro" di quanti non ne abbia il Partito democratico con il MoVimento 5 Stelle. Lo si legge in un intervento sul blog di Beppe Grillo firmato da un militante, Ernesto. Dalla Tav, agli F35, all'articolo 18, se ne contano in tutto dieci: "Ne hanno più loro" in comune di quelli "che afferma Bersani con il M5S (lui dice 8). Non per niente hanno governato per un anno e più insieme".
Nel post che compare sul blog di Grillo vengono elencati dieci punti programmatici che Pd e Pdl avrebbero in comune: "1) entrambi vogliono la Tav, 2) entrambi sono per il Mes, 3) entrambi per il Fiscal Compact, 4) entrambi per il pareggio di bilancio, 5) entrambi per le 'missioni di pace', 6) entrambi per l'acquisto degli F-35, 7) entrambi per lo smantellamento dell'art.18, 8) entrambi per la perdita della sovranità monetaria, 9) entrambi per il finanziamento della scuola privata, 10) entrambi per i rimborsi elettorali".
RENZI LASCIA SEDE DIREZIONE, NON PARLERA' - Matteo Renzi ha lasciato la sede della direzione nazionale del Pd. Il sindaco di Firenze ha ascoltato la relazione del segretario Pierluigi Bersani ed i primi interventi tra cui quello di Dario Franceschini, e secondo quanto appreso non prenderà la parola.
"Il Pd dimostra di non avere un'idea chiara su come guidare il Paese, rischia di portare l'Italia allo sfascio. Noi li invitiamo a riflettere perché così portano il Paese a sbattere". Così Angelino Alfano, replica in una dichiarazione ai Tg al segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "Non è questo - prosegue il segretario del Pdl - il destino dell'Italia no è questo che milioni di cittadini italiani hanno voluto dire con il loro voto".