Passera non molla: l'Italia deve produrre
più gas e petrolio
Rispuntano le trivelle nella strategia energetica nazionale. L’ha ripetuto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera (nella foto a sinistra), durante un’audizione alla commissione Industria del Senato. Le riserve nazionali d’idrocarburi potrebbero coprire il 20% circa dei consumi italiani di questi combustibili, secondo il ministro, rispetto all’attuale 10%.
Come ha spiegato Passera, si potrebbero sbloccare investimenti per 15 miliardi di euro e garantire 25.000 nuovi posti di lavoro, sfruttando al massimo i giacimenti italiani di petrolio e gas. Inoltre, la nostra bolletta energetica sarebbe più leggera di oltre sei miliardi di euro l’anno grazie alle minori importazioni di greggio e metano. Il Pil aumenterebbe di quasi mezzo punto percentuale, mentre avremmo 2,5 miliardi in più di entrate fiscali.
Per riuscirci, però, "dobbiamo adeguare agli standard internazionali la nostra normativa di autorizzazione e concessione, che oggi richiede passaggi lunghissimi", ha commentato il ministro. Quindi burocrazia più snella, autorizzazioni più rapide, semplificazione delle norme, tutto per favorire l’esplorazione e lo sfruttamento di nuovi giacimenti. Non è certo una novità: più volte Passera ha sostenuto apertamente la necessità per l’Italia di sviluppare l’industria degli idrocarburi. A prescindere dalla strategia che adotterà il Governo per il mix energetico, la CISL è preoccupata per le ripercussioni sull’occupazione. "Se queste dichiarazioni non si traducono in un piano operativo immediato, l'unica certezza […] sarà solo il taglio dei finanziamenti alle rinnovabili, con la messa in cassa integrazione di migliaia di giovani lavoratori", ha dichiarato il Segretario confederale Gianni Baratta. La Cisl chiede così di passare dalle dichiarazioni a un vero programma, coinvolgendo Regioni, sindacati e imprese del settore, per attivare gli investimenti previsti. La Basilicata è uno dei territori più promettenti, come ha ricordato Stefano Saglia del Pdl, ex sottosegretario allo Sviluppo economico. Questa regione potrebbe soddisfare fino al 10% della domanda nazionale di petrolio e gas e, difatti, è al centro dell’interesse governativo (già del precedente esecutivo Berlusconi) in materia.
Di tutt’altro parere Legambiente. Innanzi tutto la critica è sui numeri: le riserve stimate d’idrocarburi, pari a 187 milioni di tonnellate, si legge in un comunicato dell’associazione ambientalista, si esaurirebbero in soli due anni e mezzo agli attuali tassi di consumo. Per quanto riguarda l’occupazione, una strategia fondata con maggiore slancio sulle rinnovabili porterebbe 250.000 nuovi addetti, dieci volte tanto la cifra indicata da Passera per il settore degli idrocarburi. "Il ministro Passera ha svelato le sue carte: frenare con ogni mezzo le rinnovabili per favorire le fonti fossili", ha commentato il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. "Il Governo dovrebbe dare certezze allo sviluppo di uno scenario energetico sostenibile, cambiando i decreti attraverso il coinvolgimento delle aziende e delle associazioni del settore e presentando, finalmente, i decreti sulle rinnovabili termiche che si attendono da settembre 2011", ha terminato la nota dell’associazione ecologista
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