giovedì 23 febbraio 2012
Scontro tra sciatori, un morto
Anziana morta a Cesena,forse omicidio
Anziana morta a Cesena,forse omicidio
Figlio sentito come persona informata dei fatti
23 febbraio, 19:23
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Secondo voi un paese democratico pagherebbe uno stipendio piu' alto ad un dirigente del ministero degli interni o al dirigente delle belle arti??
Secondo voi un paese democratico pagherebbe uno stipendio piu' alto ad un dirigente del ministero degli interni o al dirigente delle belle arti??
Pubblica amministrazione, Manganelli il manager più pagato
APPROFONDISCI:CORSERA: STIPENDI PUBBLICI, MANGANELLI PIÙ RICCO
Dopo la pubblicazione dei guadagni dei componenti dell'esecutivo di Mario Monti, il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi ha consegnato alla Camera un primo elenco dei manager della P.a. che guadagnano più di 294.000 euro. In base a questa prima ricognizione, lo stipendio più alto è quello del capo della polizia Antonio Manganelli, di 621.253,75 euro.
Dietro di lui il ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, con 562.331,86 euro e il capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta con 543.954,42 euro. Mentre il Comandante generale Guardia di Finanza Nino di Paolo (in pensione) guadagna oltre 302.939,25 trattamento corrisposto fino al 19 agosto 2011. A seguire il direttore generale del Corpo Forestale Cesare Patrone dichiara un reddito di oltre 362mila euro.
La lista consegnata oggi alle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera non è completa, dal momento che mancano gli eventuali stipendi cumulati dai manager pubblici che ricoprono diversi incarichi e mancano ancora quelli di alcuni enti pubblici.
Ma il nocciolo centrale è che tutti i nomi nella lista consegnata dal governo al Parlamento, andranno incontro alle riduzioni di stipendio previste dal decreto attualmente all'esame delle Camere, che fissa un tetto retributivo a 294.000 euro. Restano esclusi i dirigenti degli organi costituzionali (Quirinale, Parlamento, Corte costituzionale) e quelli degli enti locali.
Gianfranco Fini ha aderito alla possibilità, data a tutti i deputati, di pubblicare il proprio stato patrimoniale accanto alla biografia, sul sito della Camera. E sono dunque visibili le dichiarazioni depositate ogni anno dal presidente agli uffici di Montecitorio. Per il 2010 Fini ha dichiarato un imponibile di 201.115 euro, su cui gravano 79.649 euro di imposta lorda.
Italia, scelta miope
Italia, scelta miope
giovedì 23 febbraio 2012
All’inarrestabile rafforzamento dell’intesa tra Germania e Francia l’Italia risponde avvicinandosi alla Gran Bretagna. Sembrano notizie dei primi anni del secolo scorso. Invece ahimè sono dell’altro giorno. Al di là dei suoi contenuti, dignitosi ma non certo di grande respiro, è questo il significato politico della lettera ai presidenti del Consiglio Europeo e della Commissione Europea firmata lunedì scorso dai primi ministri di Gran Bretagna, Italia, Spagna, Polonia, Paesi Bassi, Svezia, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia e Estonia. Diversamente da come i giornali e telegiornali schierati al favore del governo Monti l’hanno raccontata, non si tratta di una mossa anglo-italiana quanto piuttosto di un’iniziativa dalla Gran Bretagna per rimettersi in gioco sulla ribalta europea cui semplicemente l’Italia si è accodata per prima. Siamo tornati insomma alla Bell’Époque, il che non è di buon auspicio tanto più considerando che i fuochi d’artificio di quella stagione sin troppo mitizzata aprirono allegramente la strada alle cannonate della Prima guerra mondiale.
A parte gli ultimi quattro Paesi qui più sopra elencati, le cui economie sommate tutte insieme pesano meno di quella della Lombardia, e a parte ovviamente la Germania e la Francia, tra i dodici firmatari della lettera, intitolata “Piano per la crescita in Europa”, ci sono i capi di governo di tutti i più importanti membri nord-atlantici e baltici dell’Unione Europea (tale è anche la Spagna, malgrado la Catalogna). E poi ci siamo noi, ma a fare che cosa? Tale scelta non tiene affatto conto del nostro strutturale interesse di potenza regionale mediterranea. E’ piuttosto un ennesimo riflesso del radicato complesso d’inferiorità del nostroestablishment che da sempre non stima l’Italia, dice a ogni piè sospinto che non è un “paese normale” e sogna che sia dove non è. In realtà, fermo restando che il guancia-a-guancia tra Germania e Francia non ci sta bene, non ci sta nemmeno bene il ruolo di… mitragliere di coda della vera o presunta super-fortezza volante nordatlantica che la Gran Bretagna sta ora cercando di far decollare dentro l’Unione Europea.
Come già accadeva attorno al ‘900, se l’Italia guarda solo a nord delle Alpi non riesce mai ad andare oltre un ruolo subalterno nel quadro di bracci di ferro che non la riguardano. Adesso però laddove noi siamo c’è qualcosa di radicalmente nuovo rispetto a cento anni fa: il Mediterraneo si sta riaprendo, sta rinascendo; gli Stati Uniti, ultima potenza nordatlantica che ancora lo presidiava, se ne stanno lentamente ritirando.
E’ svanito l’Impero sovietico, ultimo erede dell’Impero Ottomano, lasciando finalmente libero il Sudest europeo di ri-orientarsi verso il Levante, di guardare di nuovo verso i grandi itinerari euro-asiatici dell’antica Via della Seta. E l’Italia, che è il Paese-chiave di tale possibile nuova grande frontiera di sviluppo per sé e tutta l’Europa sud-orientale, va ancora a sciacquare – diremo parafrasando liberamente il Manzoni – i panni nel Tamigi. Sarebbe ora di smetterla, il che beninteso non significa voltare le spalle all’Unione Europea, ma starci dentro una buona volta non con il cappello in mano.
Sarebbe ora di rendersi conto che noi pesiamo col nostro giusto peso sulla scena europea non nella misura in cui il Cameron di turno ci fa il ganascino, ma nella misura in cui sviluppiamo positive relazioni con il Mediterraneo, con il Levante, e attraverso di essi con l’Estremo Oriente. Per questo però aver studiato negli Usa può essere utile ma non basta.
Vecchiette sballate vedono i santi
Monti..faro' questo faro' altro non sono invischiato con nessuno e invece è come gli altri
Liberalizzazioni, il Governo fa marcia indietro su taxi, farmacie e gas
Mercoledì 29 febbraio il testo del decreto "Cresci Italia" arriverà in Aula per essere votato, ma il clima è già teso: tra i numerosissimi emendamenti presentati ci sono anche quelli che mettono un deciso freno alleliberalizzazioni.
Sulla questione taxi il Governo ha deciso di passare il testimone a Comuni e Regioni, che decideranno "nell'ambito delle loro competenze" nuove eventuali licenze. Ridimensionato anche il ruolo dell'Autorità dei Trasporti, che esprimerà solo "un parere non vincolante" sull'offerta, e sarà chiamata a monitorare la situazione.
Ancora insoluto il tema delle farmacie: le nuove aperture previste dovrebbero portare ad una farmacia ogni 2.200 abitanti e sorgeranno sopratutto in stazioni, aeroporti, autostrade. Questo, insieme alla liberalizzazioni dei farmaci di fascia C, è uno dei temi più caldi dell'intero pacchetto di emendamenti: i consumatori, infatti, temono un nuovo dietrofront da parte del Governo.
Altro nodo cruciale quello della separazione tra Eni e Snam: il Governo sarebbe orientato verso lo scorporo delle due società, ma sui tempi si scontrano i partiti: se da parte del Pd arriva la richiesta di un'accelerazione, il Pdl chiede invece tempi più lunghi per l'attuazione del decreto.
Molte novità anche in tema di assicurazioni e class action: per quanto riguarda il primo tema, il Governo intensifica la stretta sulle frodi alle assicurazioni e sui risarcimenti facili, un provvedimento necessario per calmierare i prezzi dell'Rc auto. Rafforzate anche le multe contro le clausole vessatorie a danno dei consumatori, che andranno dai 2 ai 50.000 euro.
A scatenare le reazioni più accese, comunque, rimane il fronte delle liberalizzazioni dei taxi che ha sollevato pareri opposti. Da una parte, Loreno Bittarelli Presidente Nazionale Uritaxi ha dichiarato:
"C’è chi dice che sul decreto liberalizzazioni in discussione in Commissione al Senato sia passata la linea morbida sui taxi, ma a noi questo non risulta perché la nostra categoria - in questo già difficile momento che sta attraversando - ha concesso moltissimo per migliorarsi ed ampliare il servizio, senza aver ottenuto in cambio alcuna contropartita"
Di parere contrario sono le associazioni dei consumatori, Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori, che osservano:
"Se passerà l'emendamento che ammorbidisce le liberalizzazioni nel settore taxi, non ci sarà alcun cambiamento rispetto alla situazione attuale: le licenze non aumenteranno, le tariffe continueranno ad essere le più alte del mondo, e lo strapotere della lobby dei tassisti aumenterà, a tutto danno dei consumatori fruitori del servizio".
???? India: ministero interno contro gay 'e' comportamento contro natura e veicolo diffusione aids'
India: ministero interno contro gay
'e' comportamento contro natura e veicolo diffusione aids'
23 febbraio, 09:51
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L'omosessualita' ''e' un comportamento contro natura ed un veicolo di diffusione dell'Aids'', sostiene invece il ministero.
Grande Lega Respingimenti in Libia, Corte di Strasburgo condanna l'Italia
'Non rispettata Convenzione dei diritti umani, su trattamenti degradanti e tortura'
23 febbraio, 11:27
STRASBURGO - La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l'Italia per i respingimenti verso la Libia. Nel cosiddetto caso Hirsi, che riguardava 24 persone nel 2009, non è stato in particolare rispettato l'articolo 3 della Convenzione sui diritti umani, quello sui trattamenti degradanti e la tortura.
La corte ha inoltre stabilito che l'Italia ha violato il divieto alle espulsioni collettive, oltre al diritto effettivo per le vittime di fare ricorso presso i tribunali italiani. L'Italia è stata condannata a versare un risarcimento di 15mila euro più le spese a 22 delle 24 vittime, in quanto due ricorsi non sono stati giudicati ammissibili. Come ha ricordato nei giorni scorsi il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), Il 6 maggio 2009 a 35 miglia a sud di Lampedusa, in acque internazionali, le autorità italiane hanno intercettato una nave con a bordo circa 200 persone di nazionalità somala ed eritrea (tra cui bambini e donne in stato di gravidanza).
I migranti sono stati trasbordati su imbarcazioni italiane e riaccompagnati a Tripoli contro la loro volontà, senza essere prima identificati, ascoltati né preventivamente informati sulla loro effettiva destinazione. I migranti non hanno avuto alcuna possibilità di presentare richiesta di protezione internazionale in Italia. Di questi 200 migranti, 24 persone (11 somali e 13 eritrei) sono state rintracciate e assistite in Libia dal Cir. E' stato lo stesso Consiglio ad incaricare gli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci dell'Unione forense per la tutela dei diritti umani di presentare ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo
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