mercoledì 1 aprile 2015

Nuovi ribassi sulla rete dei carburanti, dopo Eni tagliano Tamoil e Q8-Shell

Nuovi ribassi sulla rete dei carburanti, dopo Eni tagliano Tamoil e Q8-Shell


<p>INFOPHOTO</p>

Nuovi ribassi per i prezzi raccomandati sulla rete carburanti nazionale. Con i mercati internazionali dei prodotti petroliferi senza una direzione precisa in attesa dell'esito dei colloqui sul nucleare iraniano (benzina in calo e diesel in lieve aumento), infatti, Tamoil e l'accoppiata Q8-Shell hanno seguito l'impulso dato ieri da Eni: la prima con un taglio di 1 cent/litro su verde e gasolio e le seconde con ribassi sui due carburanti di 1 e di 0,5 cent. E' quanto sottolinea 'Quotidiano Energia'.
Sul territorio intanto, il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina oscilla, a seconda dei diversi marchi, da 1,575 a 1,600 euro/litro (no-logo 1,542). Per il diesel si registrano prezzi medi che passano da 1,431 a 1,443 euro/litro (no-logo a 1,409). Quanto al servito, per la verde i prezzi medi nazionali praticati sugli impianti colorati vanno da 1,634 a 1,736 euro/litro (no-logo a 1,570), il diesel da 1,481 a 1,584 euro/litro (no-logo a 1,434) e il Gpl da 0,633 a 0,659 euro/litro (no-logo a 0,620).


Becchiamoli.it, nasce un sito per ritrovare gli oggetti rubati

Becchiamoli.it, nasce un sito per ritrovare gli oggetti rubati


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Sarà attivo da oggi 'Becchiamoli.it', il primo sito web in Italia nato per ritrovare oggetti rubati e/o smarriti e contrastare, così, il mercato dell'usato di illecita provenienza. Una vera e propria piattaforma virtuale - che racchiude tutte le regioni italiane - su cui in modo facile, veloce e gratuito, si potrà segnalare ogni cosa che è andata persa o è stata sottratta e allo stesso tempo, in caso di acquisti, verificarne l'origine.
Protagonisti e motore di Becchiamoli.it saranno gli stessi utenti che, attraverso le condivisioni sui social e il tam-tam, consentiranno di fare network per ritrovare ciò che è stato taccheggiato o semplicemente smarrito. Una potente, dinamica e interattiva rete di 'argonauti' che, attraverso le proprie segnalazioni, permetterà di creare un movimento di denuncia nel nome della legalità e degli acquisti etici.
''L'idea di fondo di Becchiamoli.it è che chi è stato derubato o ha semplicemente perso un oggetto a cui tiene, farebbe spesso qualsiasi cosa per riaverlo - spiega l'ideatore Daniele Di Gregoli, della D&C Management, società di comunicazione e di marketing dai contenuti non convenzionali - Attraverso questa nuova realtà, si potrà quindi contribuire a smantellare il sistema di vendite illecite e a restituire ai legittimi proprietari gli oggetti sottratti. Siamo fiduciosi e crediamo di avere creato un servizio utile per tutti, un nuovo modo di pensare e usare i social network. Non soltanto, quindi, come strumento di svago ma anche come mezzo di crescita della coscienza morale e sociale''.
Il meccanismo è molto semplice: Per segnalare un furto o uno smarrimento basterà, registrarsi (al fine di avere una tracciabilità del denunciante), inserire il proprio oggetto da denunciare e attendere. Anche a distanza di mesi, si potrebbe ricevere l'e-mail da Becchiamoli.it, ''forse li abbiamo beccati, controlla se l'oggetto segnalato è di tua proprietà''.
Per chi, invece, volesse accertarsi della legalità della provenienza di un oggetto in vendita su siti di e-commerce e non incorrere così nel reato di ''ricettazione e incauto acquisto'', basterà inserire nell'apposito campo, il modello, la tipologia e un codice. Se dovesse risultare smarrito o rubato, potrà segnalarlo al proprietario - con la libera scelta di rimanere nell'anonimato - facendo un copia/incolla del link del sito dove ha visionato l'oggetto. Da qui il payoff Acquisti etici.
Più di venti le categorie, inserite nel menù a tendina della homepage, previste per le segnalazioni: si va dagli accessori auto e moto, all'abbigliamento, dagli oggetti preziosi agli animali, dagli articoli e accessori per la casa allo sport e l'elettronica, dagli strumenti musicali alla telefonia passando per il collezionismo e le chiavi di casa, auto o moto. L'inaugurazione virtuale di Becchiamoli.it, si terrà oggi alle 10,30.

Le banche (e i loro politici) ci stanno rubando tutto

Le banche (e i loro politici) ci stanno rubando tutto


Non è mai accaduto niente di simile nella storia del mondo. Sotto gli occhi di tutti, e a spese di tutti, i governi continuano a razziare ingenti ricchezze per arricchire i responsabili dei più efferati crimini e nefandezze economico-finanziarie. Prima c’era la Tarp. Come pretesto per arginare le turbolenze nel mercato azionario dopo il collasso di Lehman Brothers nel settembre 2008, il presidente George W. Bush approvò solo un mese dopo il “Troubled Asset Relief Program”. Il piano permise al Tesoro degli Stati Uniti di assicurare 700 miliardi di dollari di “beni in difficoltà”, un eufemismo che in realtà significa coprire le nefandezze finanziarie commesse dalle grandi banche e dai grandi speculatori di Wall Street. Poco dopo, il neo-eletto presidente Barack Obama appioppò alla sua nazione nel 2009 il “Recovery and Reinvestment Act”, un piano da 900 miliardi, il più vasto programma finanziario del genere nell’interastoria americana.
Obama dichiarò: «Quattrocentomila uomini e donne stanno per mettersi al lavoro per la ricostruzione delle nostre strade e dei nostri ponti fatiscenti, per la riparazione delle nostre dighe e i nostri argini instabili, per portare la banda larga alle imprese e Barack Obamaalle famiglie in quasi tutte le comunità degli Stati Uniti d’America, per ammodernare i nostri sistemi di trasporto di massa e per la costruzione di linee ferroviarie ad alta velocità in grado di migliorare gli spostamenti e il commercio in tutta la nostra nazione». Le uniche ‘strade’ che quel trilione di dollari ha riparato veramente sono quelle di Wall Street. Allo stesso tempo, la Federal Reserve statunitense ha portato i tassi di interesse ai minimi storici e ha lanciato politiche di allentamento monetario senza precedenti, che hanno alimentato un boom di Wall Street al costo di Main Street. Il Dow è salito da 8.000 nel 2009 a 18.000 nel 2014, mentre si stima che il 95% dei guadagni è andato all’1% della popolazione degli Stati Uniti.
Tuttavia, nello stesso periodo, il prodotto interno lordo ha arrancato intorno a una media del 2,2 %, senza mai dar segno di quel rialzo di cui tanto parlano e si vantano quelli di Washington e la stampa finanziaria. A seguito del piano della Fed, il programma monetario ‘Abenomico’ giapponese annunciato nel dicembre del 2012, ha ottenuto risultati simili. Il Nikkei recentemente ha raggiunto picchi mai toccati da 15 anni a questa parte, mentre il Pil del Giappone oscilla tra cadute improvvise e tiepidi rialzi. Ora, la Banca Centrale Europea ha avviato un programma di Qe (quantitative easing, allentamento monetario) che inietterà 1.300 miliardi di dollari nel sistema finanziario nel corso dei prossimi 16 mesi – e forse anche più a lungo, se sarà ritenuto necessario. Il risultato finale, come per Usa e Giappone, sarà lo stesso: i tassi d’interesse ai minimi storici e il flusso di Shinzo Abedenaro ‘facile’ faranno rialzare temporaneamente i mercati azionari, mentre le economie dell’Eurozona oscilleranno tra moderata crescita e nuova recessione.
I più grandi perdenti in tutto questo saranno i comuni cittadini, senza più un posto sicuro dove mettere i propri risparmi e con sempre più banche europee che ‘pagano’ alcuni selezionati clienti per poter tenere il loro denaro. E con le obbligazioni che ripagano i rendimenti negativi, le compagnie di assicurazione che vendono prodotti e rendite e investono quel denaro in obbligazioni governative e societarie – con l’aspettativa che il rendimento delle obbligazioni sia maggiore di quello che dovranno pagare per l’assicurato – il danno è assicurato. In previsione del piano di Qe del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, che ammette si tratti di un piano “non convenzionale”, gli investitori (o meglio i giocatori d’azzardo di alto bordo) hanno già pompato circa 36 miliardi di dollari nei mercati azionari europei.
Nel frattempo, l’uomo della strada ha appena visto il suo potere d’acquisto scendere drammaticamente a mano a mano che l’euro continua la sua caduta libera, da 1,39 dollari lo scorso marzo a un recente minimo di 1,04 , con la  previsione che nel Gerald Celentefuturo – non troppo lontano – vada in parità o scenda anche al di sotto del dollaro. Breaking Point 2.0. Le iniezioni multi-trilionarie di dollari da parte delle banche centrali, le politiche a tasso zero, i tassi d’interesse negativi, i rendimenti obbligazionari negativi e i fiumi di dollari a basso prezzo che gonfiano artificialmente i mercati azionari e alimentano i giochi perversi di investimenti di capitali/private equity/hedge fund, hanno già avuto dei precedenti nella storia del mondo. E quando sulla terra esplode la Grande Bolla Speculativa, lo scoppio si avverte in tutto il mondo – e per generazioni.