Il crollo dell'impero dei Ligresti scuote il vertice di Mediobanca. L'amministratore delegato di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, è indagato per ostacolo all'attività degli organi di vigilanza nell'ambito dell'inchiesta avviata dal pm, Luigi Orsi, sul gruppo dell'immobiliarista di Paterno'. L'iscrizione nel registro degli indagati, avvenuta nei giorni scorsi, è scaturita dalle indagini della Procura sul presunto patto segreto siglato lo scorso 17 maggio nella sede del gruppo Compass tra Nagel e Salvatore Ligresti. Un'intesa finalizzata ad assicurare alla famiglia siciliana, responsabile del dissesto del gruppo, una lauta buonuscita - circa 45 milioni di euro per le quote in Premafin più una serie di benefit per l'ingegnere e i suoi tre figli Paolo, Jonella e Giulia - nell'ambito del piano di salvataggio predisposto da Unipol per Fonsai. Nagel, che nei giorni scorsi aveva ricevuto un invito a comparire, si è presentato oggi davanti al pm Luigi Orsi, presso il nucleo di polizia tributaria di Milano per un interrogatorio iniziato alle quattro di pomeriggio e al momento ancora in corso. Mediobanca ha smentito e continua a smentire che esista alcun accordo segreto. A sostenerne la veridicità sono invece Paolo e Jonella Ligresti, entrambi ascoltati da Orsi nelle scorse settimane, secondo cui il testo dell'intesa era custodito nello studio dell'avvocato Cristina Rossello, segretario del patto di Mediobanca ma anche legale di Jonella in un procedimento fiscale. Il documento sequestrato da Orsi nello studio della professionista, due paginette scritte a mano, non conteneva però alcuna firma. Da qui il `giallo´ sulla sua esistenza, che invece sarebbe confermata dalla Rossello in un colloquio privato con Jonella Ligresti che la primogenita di Don Salvatore ha registrato di nascosto e portato all'attenzione di Orsi. Ora si tratta di capire se le pretese dei Ligresti hanno davvero un fondamento legale. Se così fosse, e il patto esistesse davvero, si configurerebbe il reato di ostacolo all'attività di vigilanza in quanto sarebbe stato occultato alla Consob un accordo rilevante ai fini dell'esenzione di Unipol dall'obbligo dell'opa su Fonsai. L'esenzione della Commissione era infatti subordinata all'assenza di premi per i Ligresti a cui non sono stati concessi neppure il diritto di recesso e la manleva, stralciati dagli accordi inizialmente previsti con Bologna. Ma anche per Nagel la strada sarebbe segnata, avendo come probabili dimissioni che qualcuno fa già volteggiare ma che vengono categoricamente smentite da Piazzetta Cuccia.
Mentre il ciclone Ligresti si abbatte su Mediobanca l'operazione di integrazione tra Unipol e Fonsai va però avanti, con la chiusura del periodo di sottoscrizione del doppio aumento da 1,1 miliardi di euro. L'inoptato, al momento si conoscono solo i risultati dell'aumento Fonsai, è piuttosto cospicuo essendo stato sottoscritto il 68,3% delle azioni ordinarie e il 22,2% delle risparmio (che sono garantite da Unipol). Alle otto banche del consorzio di garanzia guidato da Mediobanca resta dunque al momento in carico circa il 30% del capitale della compagnia: per alleggerire il fardello di azioni gli istituti avranno però a disposizione cinque sedute di borsa durante le quali offrire l'inoptato. La quota di Unicredit, già titolare del 6,6% del capitale, dovrebbe salire attorno al 10%.
La giornata di oggi ha infine visto uscire di scena Sator e Palladio, per mesi antagonisti del piano Unipol. Sconfitti sul fronte giudiziario - con il Consiglio di Stato che ha dato ragione al Tar nel respingere il tentativo di impugnare l'autorizzazione dell'Isvap a Unipol - i due fondi hanno sciolto il patto che li legava e hanno revocato l'offerta, mai accettata da Fonsai, per ricapitalizzare la compagnia.(