Rai, le cause dei dipendenti contro Viale Mazzini
Non solo Minzolini e Del Noce. Sono 1.300 i conteziosi aperti. E nel 2011 il costo è stato di 105 mln.
Mazza reintegrato.
Loro litigano, noi paghiamo. Le perde quasi tutte le cause la Rai, tanto i soldi sono i nostri, che gli frega?
Il contenzioso, cioè la montagna di cause di lavoro e civili tra dipendenti e collaboratori con l’azienda (pubblica) di Viale Mazzini, non ha paragoni in nessun'altra società. Funziona così: a ogni spostamento o cambiamento di palinsesto non gradito, spesso giustamente visto che le scelte dei vertici sono quasi sempre dettate da preferenze politiche e lottizzazioni, scatta la causa. E, dicono le statistiche interne, il 90% delle volte il dipendente ha la meglio in tribunale, e quindi la Rai sgancia.
APERTE 1.300 CAUSE DI LAVORO. Tenetevi forte: la Rai ha ancora aperte circa 1.300 cause di lavoro, su 13 mila dipendenti. In pratica un dipendente ogni 10 è un causa con l’azienda, con una frequenza di una causa al giorno e un costo complessivo di 105 milioni di euro per il contenzioso legale nel 2011. Più di 140 casi sono stati risolti, ovviamente aprendo il portafogli pubblico, in un solo anno. «Nell’ambito del contenzioso del lavoro stragiudiziale», informa la Rai, «è stata avviata l’attività istruttoria su numerose rivendicazioni stragiudiziali e giudiziali pervenute all’azienda al fine di verificare la possibilità di rinvenire una soluzione bonaria delle singole questioni: tale attività ha condotto alla transazione in sede stragiudiziale di 80 contenziosi attuali o potenziali. Si è inoltre proceduto a concludere in sede stragiudiziale contenziosi giudiziali, adottando soluzioni transattive di 42 posizioni individuali, d’intesa con gli avvocati difensori dei ricorrenti, prevalentemente di stabilizzazione in organico del rapporto di lavoro provvisoriamente costituito per ordine del giudice».
Il caso di Falcetti «cancellata» da Preziosi
Le cause sono frutto di scelte non di rado scellerate, dettate dalla politica (cambiano i vertici, un conduttore non è più in linea, lo tolgono, fa causa, la vince, la Rai paga).
L’ultima causa, in ordine di tempo, è quella di Emanuela Falcetti, storica conduttrice di Radio1, che nel 2011 si vide chiudere il programma (molto seguito, Italia istruzioni per l’uso, media 28% share) dal direttore di Radio Rai, Antonio Preziosi, sostituita con Prima di tutto, condotto dalla pupilla di Preziosi, Susanna Lemma, media 15% share.
ASSUNZIONI E ACCERTAMENTI. Ebbene, dopo due anni di udienze al tribunale civile di Roma, racconta vialemazzini.tv, l'azienda starebbe trattando una transazione, che prevede l'assunzione a Radio1 della popolare conduttrice con un grado fra capo servizio e caporedattore, più una barca di euro di arretrati.
Mentre il Codacons ha scritto alla Corte dei conti per sapere «se esistano rapporti personali che travalichino quelli professionali tra la signora Susanna Lemma che ha sostituito la Falcetti e il direttore del Gr Antonio Preziosi».
DISPENZA E FIORILLI SUL PIEDE DI GUERRA. In rampa di lancio ci sarebbero poi altri due casi, di demansionamento e mobbing, che riguardano l'ex vice direttore del Tg3, Onofrio Dispenza, nominato dall’ex direttore del terzo tg Rai, Antonio Di Bella, ma non riconfermato da Bianca Berlinguer, e poi un mancato rispetto contrattuale per l'ex corrispondente di Radio1 da Madrid e Istanbul, Emanuele Fiorilli, che avrebbe fatto causa alla Rai.
In causa ci sarebbe anche un vicedirettore del Tg1, come peraltro in causa è l’ex direttorissimo del Tg1, Augusto Minzolini, ora senatore del Pdl.
MILIONI PER SANTORO E SACCÀ. Per risarcire Michele Santoro dell’editto bulgaro, che gli tolse la condizione di Annozero, la Rai (cioè noi) ha sborsato 1,5 milioni di euro, trasferiti sul conto corrente del giornalista. E sapete quanto ha chiesto l’ex direttore di RaiFiction, Agostino Saccà, per «demensionamento professionale per 32 mesi, mancato preavviso, licenziamento senza giusta causa, sospensione cautelare di durata eccessiva»? Quattro milioni di euro di risarcimento.
COMPENSAZIONE PER DEL NOCE. E Fabrizio Del Noce, ex direttore di RaiUno, prepensionato con quattro mesi in anticipo? Bè, per quei quattro mesi Del Noce ha chiesto 1 milione di euro di compensazione dalla Rai, cioè sempre da noi, perché dice di essere in possesso di una lettera del 2004 in cui si afferma che, in caso di allontanamento dalla direzione, avrebbe avuto diritto a una liquidazione aggiuntiva calcolata appunto in un bel milioncino di euro.
Alè, un altro. La Rai come bancomat, una mucca da spremere. Pare che uno studio legale romano lavori, e tanto, solo con le cause di Viale Mazzini, quasi 300 l’anno, una al giorno.
Tutta colpa della politica, che decide tutto in Rai.