Salta il paracadute sulle liquidazioni,ma è anticostituzionale!!lo chiediamo alla Consulta
Salta la clausola di
salvaguardia sulla tassazione del Tfr, aumenta dal 4 al 10% l’Iva
sull’assistenza socio sanitaria offerta dalle cooperative sociali, diminuisce
il tetto della deducibilità fiscale per le auto aziendali, si stabilizza
l’aumento «temporaneo» delle accise sulla benzina e il gasolio, scatta
l’obbligo di rivalutazione del 15% per i redditi dominicali e agrari indicati
nella dichiarazione delle imposte. Il testo della legge di Stabilità 2103
approvata dal governo non è stato ancora pubblicato in Gazzetta, ma dalle
ultime bozze in circolazione emergono altre importanti novità in campo fiscale.
E, ancora una volta, non si tratta di buone notizie per i contribuenti, già
colpiti dallo sfasamento della manovra fiscale, con il taglio di deduzioni e detrazioni
che vale già sui redditi 2012 e la riduzione dell’Irpef che scatterà solo dal
2013. «È un meccanismo complesso » ha detto ieri il ministro dell’Economia,
Vittorio Grilli, confermando di fatto la retroattività di alcune misure, ma
sottolineando l’effetto netto positivo per i contribuenti. «Il taglio delle
detrazione vale un miliardo, quello dell’Irpef ne vale 6,5, quindi ci sono 5,5
miliardi che resteranno nelle tasche degli italiani» ha detto il ministro.
Senza includere nel conto, però, l’aumento dell’Iva, da luglio, che costerà
agli italiani 3,2 miliardi di euro.
Tfr senza salvaguardia
La prima novità che emerge dalle ultime bozze del provvedimento è l’abolizione della clausola di salvaguardia sulla tassazione del trattamento di fine rapporto introdotta nel 2007. Dopo la riforma dell’Irpef del 2006, che in alcuni casi avrebbe aggravato l’imposizione fiscale sulle liquidazioni, il governo concesse ai contribuenti la facoltà di optare per la tassazione secondo le vecchie regole, cioè in base alle aliquote e agli scaglioni precedenti, se questo regime fosse stato per loro più favorevole. Dal 2013 non ci sarà più questa possibilità, il che comporterà, in alcuni casi, un aggravio fiscale.
La prima novità che emerge dalle ultime bozze del provvedimento è l’abolizione della clausola di salvaguardia sulla tassazione del trattamento di fine rapporto introdotta nel 2007. Dopo la riforma dell’Irpef del 2006, che in alcuni casi avrebbe aggravato l’imposizione fiscale sulle liquidazioni, il governo concesse ai contribuenti la facoltà di optare per la tassazione secondo le vecchie regole, cioè in base alle aliquote e agli scaglioni precedenti, se questo regime fosse stato per loro più favorevole. Dal 2013 non ci sarà più questa possibilità, il che comporterà, in alcuni casi, un aggravio fiscale.
Accise stabilizzate
Un’altra novità che non sarà particolarmente gradita dai consumatori sarà la stabilizzazione delle accise sulla benzina e sul gasolio che nel corso degli anni sono aumentate in via temporanea per finanziare le emergenze, compresa quella del terremoto in Abruzzo. L’Agenzia delle Dogane aveva deciso nell’agosto scorso un aumento dell’accisa di 4,2 euro per mille litri (servivano a recuperare nel corso del 2012 altri 65 milioni di euro), portandole a 728,40 euro ogni mille litri per la benzina e a 671,40 euro ogni mille litri per il gasolio. Gli aumenti dovevano valere solo per il 2012, ma il comma 13 dell’articolo 12 della legge di Stabilità li renderà strutturali. «A decorrere dal primo gennaio 2013—si legge nella bozza—restano confermate le aliquote di accisa stabilite».
Un’altra novità che non sarà particolarmente gradita dai consumatori sarà la stabilizzazione delle accise sulla benzina e sul gasolio che nel corso degli anni sono aumentate in via temporanea per finanziare le emergenze, compresa quella del terremoto in Abruzzo. L’Agenzia delle Dogane aveva deciso nell’agosto scorso un aumento dell’accisa di 4,2 euro per mille litri (servivano a recuperare nel corso del 2012 altri 65 milioni di euro), portandole a 728,40 euro ogni mille litri per la benzina e a 671,40 euro ogni mille litri per il gasolio. Gli aumenti dovevano valere solo per il 2012, ma il comma 13 dell’articolo 12 della legge di Stabilità li renderà strutturali. «A decorrere dal primo gennaio 2013—si legge nella bozza—restano confermate le aliquote di accisa stabilite».
Assistenza, sale l’Iva
Altra misura che farà certamente discutere, e che ha già determinato la rivolta delle cooperative, è l’aumento dell’Iva dal 4 al 10% per le prestazioni socio sanitarie svolte dalle cooperative sociali. Si tratta dell’assistenza rivolta ad anziani, disabili, tossicodipendenti, malati di Aids, handicappati e minori che vivono in condizioni di disagio e disadattamento. Fino a ieri queste prestazioni erano inserite tra le attività soggette all’aliquota super agevolata del 4% nell’allegato del Testo Unico. Invece, da ora in avanti, anche se solo sulle attività svolte in base a contratti stipulati o rinnovati dopo il primo gennaio dell’anno prossimo, l’Iva salirà al 10% (e poi all’11% da luglio).
Altra misura che farà certamente discutere, e che ha già determinato la rivolta delle cooperative, è l’aumento dell’Iva dal 4 al 10% per le prestazioni socio sanitarie svolte dalle cooperative sociali. Si tratta dell’assistenza rivolta ad anziani, disabili, tossicodipendenti, malati di Aids, handicappati e minori che vivono in condizioni di disagio e disadattamento. Fino a ieri queste prestazioni erano inserite tra le attività soggette all’aliquota super agevolata del 4% nell’allegato del Testo Unico. Invece, da ora in avanti, anche se solo sulle attività svolte in base a contratti stipulati o rinnovati dopo il primo gennaio dell’anno prossimo, l’Iva salirà al 10% (e poi all’11% da luglio).
Colpiti i redditi agrari
Con la legge di Stabilità, inoltre vengono inasprite le misure fiscali a carico delle imprese, ma anche dei contribuenti che possiedono redditi agrari o dominicali. Sempre l’articolo 12 prevede un ulteriore abbattimento della deducibilità delle spese per le automobili e i trasporti utilizzati dalle imprese, dai professionisti e dai lavoratori autonomi. La quota deducibile era già stata ridotta dal 40 al 27,5% con il decreto di primavera del governo Monti. Che ha deciso un altro giro di vite sulle auto aziendali, tagliando la quota deducibile al 20%. Con la nuova manovra arriva una stretta fiscale anche sui redditi agrari. «Ai soli fini della determinazione delle imposte sui redditi, per i periodi di imposta 2012, 2013 e 2014, il reddito dominicale e agrario sono rivalutati del 15%» si legge nella bozza. La rivalutazione sarà limitata al 5% per i terreni posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali.
Con la legge di Stabilità, inoltre vengono inasprite le misure fiscali a carico delle imprese, ma anche dei contribuenti che possiedono redditi agrari o dominicali. Sempre l’articolo 12 prevede un ulteriore abbattimento della deducibilità delle spese per le automobili e i trasporti utilizzati dalle imprese, dai professionisti e dai lavoratori autonomi. La quota deducibile era già stata ridotta dal 40 al 27,5% con il decreto di primavera del governo Monti. Che ha deciso un altro giro di vite sulle auto aziendali, tagliando la quota deducibile al 20%. Con la nuova manovra arriva una stretta fiscale anche sui redditi agrari. «Ai soli fini della determinazione delle imposte sui redditi, per i periodi di imposta 2012, 2013 e 2014, il reddito dominicale e agrario sono rivalutati del 15%» si legge nella bozza. La rivalutazione sarà limitata al 5% per i terreni posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali.
Tobin tax
Dal testo del provvedimento, che non può ancora considerarsi definitivo, emerge infine un nuovo particolare relativo alla tassa sulle transazioni finanziare. A pagare lo 0,05% sul valore del contratto saranno infatti «in parti uguali le controparti dell’operazione ». Compratore e venditore, dunque, divideranno il costo della Tobin tax.
Dal testo del provvedimento, che non può ancora considerarsi definitivo, emerge infine un nuovo particolare relativo alla tassa sulle transazioni finanziare. A pagare lo 0,05% sul valore del contratto saranno infatti «in parti uguali le controparti dell’operazione ». Compratore e venditore, dunque, divideranno il costo della Tobin tax.