Che cosa sta succedendo davvero a Cipro:
la verità sui prelievi forzati dai conti correnti
Ieri il Financial Times riportava
uno scoop, oggi ripreso dal Sole 24 ore:
“In una lettera Cipro cambia idea e rimette in discussione il prelievo
forzoso sui conti correnti. Caso riaperto?“ In realtà, la lettera del
premier cipriota Nicos Anastasiades (il cui testo integrale è
consultabile sul sito
cipriota Stockwatch e in inglese su Openeurope)
data di circa una settimana fa e non cambia idea in merito alla tassa sui
depositi bancari ma chiede invece all’Europa di rivedere i termini del
piano che dovrebbe salvare il suo paese dalla bancarotta.
Anastasiades vorrebbe riaprire le trattative con la "Troika"
(la Commissione europea + la Banca centrale europea + il Fondo monetario
internazionale) per il salvataggio finanziario di Cipro. I commissari dell’UE rispondono però che nessuna
modifica verrà apportata al piano.
Quinto
paese della zona europea dopo l’Irlanda,
il Portogallo, la Grecia e la Spagna a rivolgersi all’Europa per
salvarsi dal dissesto finanziario, il 25
giugno 2012 Cipro aveva sollecitato l’aiuto dell’UE chiedendo quasi 18 miliardi
di euro. Nel marzo 2013 la Troika ha messo a punto un piano che prevede un’immissione
di liquidità fino a 10 miliardi. A Cipro sarebbe spettato
approvare durissime riforme di austerità per colmare il restante buco di 7
miliardi.
Tra le misure da attuare, L’Ue ne
ha proposta una che in passato era già stata applicata da Italia e Norvegia,
rispettivamente nel 1992 e nel 1936, ovvero la tassa una
tantum suidepositi
bancari. Si prevedeva un prelievo del 9,9% sui depositi superiori a 100mila
euro e del 6,75% su quelli inferiori al fine di raccogliere 5,8 miliardi.
Il 20 marzo il parlamento
cipriota ha però rifiutato il prelievo forzoso sui depositi bancari con una votazione
netta (36 a 0). Poco dopo però, il 29 marzo, la Banca
centrale di Cipro per far fronte al crack finanziario ha
previsto un aumento del tasso d'interesse del prelievo sui conti correnti oltre
100mila euro al 37,5%.
Alla fine
di aprile il governo cipriota e l’UE hanno raggiunto l’accordo per un nuovo
piano di aiuti: il 30 aprile Anastasiades, minacciando il collasso imminente, è
riuscito a farlo approvare per un soffio (29 parlamentari contro 27). Le
trattative sul prelievo forzoso nel frattempo sono rimaste aperte.
Per
salvarsi e restare nell'Eurozona Cipro dovrebbe raccogliere quasi 6 miliardi di
euro, a fianco dei 10 miliardi di aiuti europei. Nella lettera di una settimana
fa indirizzata all’UE Anastasiades ha scritto: “Il
risultato [delle misure di austerità] è che l’economia si dirige verso una profonda depressione, conducendo a un ulteriore incremento della disoccupazione e rendendo la stabilizzazione fiscale ancora più
difficile.“
Anastasiades
ribadisce il suo impegno nei confronti dell’UE e la volontà di Cipro di tornare
ad essere un partner affidabile per l'Europa e per i mercati. Tuttavia il
presidente sottolinea che senza una revisione il piano di aiuto previsto
dall'UE non è concretizzabile: “Vi
esorto a rivedere le possibilità per definire un prospetto attuabile per Cipro
e la sua popolazione