venerdì 29 giugno 2012

Italia, nasce a Cagliari il registro per le coppie di fatto


Italia, nasce a Cagliari il registro per le coppie di fatto

29 giugno 2012
Grandi novità per le coppie di fatto a Cagliari. Grazie ai voti del centrosinistra e anche di un consigliere di Futuro e Libertà, nasce nel capoluogo sardo il registro delle unioni di fatto e delle convivenze.
EVARISTO SA/AFP/GettyImages
Dalla votazione sono usciti una serie di articoli che spiegano bene il concetto di registro per le unioni di fatto: “E’ una coppia di fatto ogni nucleo basato su legami affettivi o i mutua solidarietà, tra due persone maggiorenni, caratterizzato dalla convivenza da almeno un anno e dal contributo di entrambe le parti alle esigenze di vita comune”.
Dunque, al registro potranno essere iscritti coppie eterosessuali e omosessuali ma anche amici che vivano insieme da almeno un anno.
Durante la votazione in consiglio comunale sono stati bocciati gli emendamenti presentati dall’opposizione, scettica sull’introduzione del nuovo registro.
Grande artefice della novità è il sindaco di Cagliari Massimo Zedda che ha subito espresso molta soddisfazione per l’andamento della vicenda. Il primo cittadini ci tiene a spiegare che il registro è sia utile per le giovani coppie ma anche per gli anziani che potranno condividere la vita con amici e coetanei e aiutarsi a vicenda.

Nestlé(è proprietaria di nespresso): accusata di acquistare cacao da aziende che sfruttano i lavoratori


Nestlé(è proprietaria di nespresso): accusata di acquistare cacao da aziende che sfruttano i lavoratori

29 giugno 2012
La più grande azienda alimentare del mondo, la Nestlé, è stata accusata di non effettuare controlli alle sua catena di approvvigionamento di cacao, un settore in cui il lavoro minorile, con tutti gli abusi che esso comporta, è in costante crescita.


SIA KAMBOU/AFP/Getty Images
La Fair Labor Association, assunta proprio dalla Nestlé, ha seguito il percorso del cacao dai coltivatori più poveri agli esportatori che vendono direttamente alla multinazionale elvetica. In questo modo ha rilevato che, nonostante l’azienda imponga certe condizioni ai suoi distributori in materia di lavoro minorile e condizioni di lavoro in genere, in realtà nelle sue indagini non è mai andata oltre il suo distributore diretto.
Non è la prima volta che l’azienda è oggetto di accuse così forti. Nel 2005 due Ong, la International Labor Rights Fund e la Global Exchange, denunciarono Nestlé e le sue aziende fornitrici di commodity e di uso di manodopera ridotta in schiavitù. Per testimoniare le accuse le Ong portarono anche un caso, quello dei minori, trafficati dal Mali alla Costa d’Avorio, dove venivano costretti a lavorare gratuitamente in piantagioni di cacao dalle 12 alle 14 ore al giorno, con poco cibo, poco sonno e frequenti percosse.
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, infatti, più di 284.000 sono oggi i minori costretti a lavorare nelle coltivazioni di cacao nell’Africa Occidentale, soprattutto in Costa d’Avorio. Proprio in quel paese, Nestlé è la terza compratrice mondiale.
Nonostante questo, l‘azienda svizzera ha sempre ribadito la sua condanna per l’uso del lavoro minorile, essendo questo contro i principi della società. Più volte ha sottolineato, inoltre, come affrontare il problema in questione fosse la sua priorità. A conferma di ciò, nel 2001 Nestlé e altri grandi produttori di cioccolato firmarono un accordo, ilprotocollo Harkin-Engel (o Protocollo sul cacao), con il quale si impegnavano a certificare, da luglio 2005, che il loro cioccolato non era stato prodotto attraverso manodopera minorile, debitoria, forzata o proveniente da traffico di esseri umani.
Stando alle accuse recenti, ma considerando anche il report dell’International Labor Rights Fund pubblicato nel 2008, quel protocollo sembrerebbe senz’altro disatteso.

lettera di un nostro lettore a Angelino Alfano


Angelino Alfano,

politico italiano, ma forse è meglio dire politicante italiano, primo segretario nazionale delPopolo della Libertà (Sic!!!), ma senz'altro è bene aggiungere ancora per poco,  hai affermato con una supponenza ridicola : È giusto il principio di chi sbaglia paga. E devono pagare anche i magistrati”, talmente ridicola, considerata l'ovvietà dell'affermazione, dasvalutare un principio sacrosanto.

Non te ne sei accorto? L'avevamo capito!! Ma torna a giocare nei giardini di Arcore!!! 

Alfano, immagino, come è ovvio che sia, che non sai niente delle notizie riportate ieri 27 giugno 2012 dai giornali, sul caso Aldrovandi, VEROOOOOOOOOOO????

O.K., ti informo io, ricordandoti che lo stato per la demenzialità oscena di quei 4 polizioti ha  risarcito (se vale per il dolore il risarcimento) la famiglia Aldrovandi per la grave perdita subita con €.2.000.000,00 (due milioni).

E non ti cito gli altri fatti osceni  come per esempio "quelli della Uno bianca...'', (ricordi Alfanuccio), passando per il G8 di Genova  e per l'omicidio Sandri commesso dal cowboy(meglio dirlo in spagnolo : vaquero) Spaccarotella per arrivare a Stefano Cucchi.

Alfanuccio chi paga i milioni di Euro con cui lo stato doverosamente e giustamente ..... indennizza i familiari delle povere vittime? 

Noi cittadini!!!!

E allora che ne dici di applicare il  principio da te ridicolizzato : È giusto il principio di chi sbaglia paga. E devono pagare anche i poliziotti  oltre che i famigerati politicanti??

Attendo, noi cittadini attendiamo, di leggere notizie al riguardo.Capitooooooooooooooooooo????????

P.S. Un banale consiglio : tieni la bocca chiusa perchè ogni volta che la apri ti porti dietro le conseguenze del "mingere contra ventum"!!!!

La Fornero "va contro" la Costituzione Italiana e l'Enciclica del Papa


La Fornero "va contro" la Costituzione Italiana e l'Enciclica del Papa

venerdì 29 giugno 2012
IL CASO/ Se la Fornero va contro l'Enciclica del Papa
Nel corso di un’intervista al Wall Street Journal, il ministro Elsa Fornero ha dichiarato: “La mentalità delle persone deve cambiare. Il lavoro non è un diritto; deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio”. Il giornalista americano ha reso l’espressione con “work”, che a differenza di “job” significa il lavoro in quanto tale, e non il posto di lavoro. La dichiarazione del ministro ha sollevato un vespaio di polemiche, e l’Unità è giunta ad accusare la Fornero di andare contro la Dottrina sociale della Chiesa. Per quanto sia un paradosso che a farlo sia stato proprio il quotidiano di sinistra, in un editoriale ha spiegato che “il lavoro era inteso come la condizione antropologica per eccellenza, come un tratto specificamente umano, e in questo erano in sintonia sia la tradizione cattolica (basterà ricordare l’Enciclica Laborem Exercens) che la cultura del movimento operaio”. Per dirimere la questione, abbiamo chiesto un parere al professor Gaetano Troina, che proprio alla Laborem Exercens ha dedicato alcuni dei suoi studi più importanti.

Secondo lei, l’affermazione della Fornero è in contrapposizione con la Dottrina della Chiesa?

L’espressione che ha usato il ministro è certamente in contrapposizione con la base costituzionale. Probabilmente il ministro non intendeva affermare quello che è stato trascritto dal giornalista, ma intendeva dire piuttosto che il posto di lavoro, e non il lavoro, va mantenuto anche a costo di sacrifici. Che cosa afferma la Laborem Exercens? Giovanni Paolo II, pienamente in linea con la tradizione delle altre encicliche sociali della Chiesa, vede nel lavoro un diritto naturale dell’uomo. La persona senza il lavoro perde una sua caratteristica essenziale. Il lavoro ha il compito di produrre la ricchezza, che si accumula per produrre nuovo lavoro. Il Papa è categorico su questo punto, e dalla Rerum Novarum in poi è sempre stata mantenuta questa posizione del primato del lavoro.

Un primato rispetto a quali altri valori?

Rispetto al capitale, alla proprietà e alla produttività. Giovanni Paolo II parla di un “banco comune del lavoro, dove tutti gli uomini si devono ritrovare”, e pone il lavoro in una posizione di essenzialità per l’uomo e per la socialità. Il Papa afferma che “continua a rimanere inaccettabile la posizione del ‘rigido’ capitalismo, il quale difende l’esclusivo diritto della proprietà privata dei mezzi di produzione come un ‘dogma’ intoccabile nella vita economica”.

Quindi?

Se l’espressione del ministro Fornero è stata riportata correttamente e non è stata travisata, come ho spiegato prima concedendo il beneficio del dubbio, sicuramente è in contrasto con la Laborem Exercens dove il lavoro è considerato un diritto naturale.

E’ lo Stato che deve garantire questo diritto, o il singolo che deve impegnarsi per trovare lavoro?

Per la Chiesa il lavoro è un diritto essenziale perché l’uomo sia veramente uomo, e senza di cui non è tale. L’occupazione va quindi sviluppata a livello sociale, e non solo individuale, con gli strumenti della politica e dell’iniziativa privata. La Laborem Exercens pone delle condizioni precise anche al diritto di proprietà, che non vale in assoluto, ma che deve essere favorevole alla creazione del lavoro. Trova così espressione il primato del lavoro rispetto al capitale, in quanto è il primo a generare il secondo attraverso il risparmio. Al contrario il capitale, se distolto dalla creazione di nuovo lavoro, normalmente va verso posizioni che la Dottrina sociale della Chiesa non valuta in modo positivo. Secondo questa logica, anche l’attuale crisi è nata dal prevalere del capitale e del profitto.

Intende dire che Giovanni Paolo II era contrario al profitto?

No, Karol Wojtyla era a favore del profitto, ma sosteneva che quest’ultimo non poteva prevalere sul lavoro.

Perché il lavoro è considerato così fondamentale dalla Chiesa?

Perché un uomo senza lavoro è privato della sua dignità. Chi non ha un reddito è un uomo disperato, colpito nelle sue relazioni di padre di famiglia e di uomo che vive nella società. Rimanendo disoccupato, smette di essere qualcuno che si sente utile e diventa invece menomato di una parte essenziale di sé.

La motivazione di questa centralità del lavoro è soltanto economica?

La Laborem Exercens pone la questione su due differenti livelli. Il lavoro è la continuazione della Creazione del mondo, e quindi è quell’attività dell’uomo che partecipa e completa l’opera divina. E’ anche questo il senso del rispetto della natura e dell’ambiente nel lavoro e per il lavoro.

Qual è invece il secondo livello?

Sul piano immediatamente economico e sociale, l’assenza di lavoro diventa disperante per la persona aprendo un vulnus per la stessa società. Quando si accumulano queste ferite, non si sa dove possano poi andare a manifestarsi. Se il lavoro viene a mancare continuamente, come accade soprattutto per i giovani, avremo una società con problemi sempre più gravi, che andranno ben oltre la crisi economica. La conseguenza sarà quindi che si invilupperà non soltanto in una recessione, ma in qualcosa di ben peggiore, e cioè in una disperazione



Scuola Italia


Scuola Italia

Varsavia, ore 20,45. Lezione di calcio. Docente del master, Cesare Prandelli, professore emerito. Scolaretto, bravino ma un po' troppo primo della classe, Joachim Loew. Mai vista la sua Germania subire tanto, aggredita nel vero top player della sua generazione di fenomeni: il campo aperto. Mai vista un'Italia così padrona del campo e, insieme, del pallone. La Germania più bella, giovane, divertente e multietnica, non s'è mai vista. Sbagliato l'approccio. E sbagliati, nel 4-2-3-1 suo marchio di fabbrica, il mix dei 4 davanti. Kroos esterno ha mandato Ozil fuori partita, come Podolski e i subentrati Reus e Muller. Con la scarsa forma di Schweinsteiger, un errore decisivo nella prima vera impresa azzurra di un Europeo, adesso sì, straordinario. Contro la Spagna, l'impresa era stata giocare alla pari, impedire loro il tiki taki del Barca. Ma se Del Bosque avesse messo subito un centravanti, chissà come sarebbe finita. E la prossima chissà come finirà. Con Croazia e Inghilterra, alle tante occasioni non erano seguiti gol in proporzione. E anche vincere contro l'Irlanda era stata una sofferenza. Stavolta invece non è mancato niente. Da Buffon a Balotelli l'Italia perfetta. Bella come neanche quella del 2006. Tutti promossi con lode. Soprattutto il professore

Zingaretti scende in campo "Mi candido a sindaco"


Zingaretti scende in campo
"Mi candido a sindaco"

L'annuncio del presidente della Provicnia: "Sfiderò Alemanno. Vediamo tutti come è amministrata la città. Con me una lista civica di persone qualificate in grado di governare"

di PAOLO BOCCACCI
Per lanciare la sua candidatura a sindaco di Roma ha scelto uno dei saloni della casina Valadier con vista sulla città. Nicola Zingaretti prima di sera ha riunito un centinaio di sostenitori tra assessori provinciali, consiglieri comunali e militanti del Pd e di Sel e ha annunciato: "Mi candiderò a sindaco di Roma alle prossime comunali, sfiderò Alemanno". 

Nella sala gremita c'erano gli uomini della sua attuale squadra e anche i consiglieri comunali Marroni, Nanni, Masini, Valeriani, Ferrari e Peciola di Sel. 
 
"Vi ho invitati - ha detto il presidente della Provincia - perché ho deciso di candidarmi a sindaco ma, nel tempo che rimane fino alle elezioni, continuerò a fare il mio lavoro alla Provincia. Resto fedele al mio mandato per consegnare alla città tutto ciò che abbiamo fatto". 
 
"Accanto al raggruppamento dei partiti che mi sosterranno - ha poi annunciato Zingaretti - ci sarà anche una lista civica". Ma ha avvertito che "tutti quelli che si stanno autopresentando come promotori di questa lista non sono stati invitati a farlo da me. La lista civica è ancora da costruire". E ancora: "In una città dove tutti chiacchierano di liste, noi rispondiamo con i fatti. Su Acea hanno fatto bene i consiglieri del Pd e tutta l'opposizione in Campidoglio. La città è governata nel modo che tutti possiamo vedere. Chi finora ha parlato di liste e accordi ha parlato a titolo personale, non esiste niente 
di tutto questo; la nostra sarà una lista civica di persone qualificate in grado di governare bene la città. Ma non acccetterò veti". 

 
Nella sala c'erano anche molti presidenti di municipio, da Antonella De Giusti a Susi Fantino, da Gianni Paris a Fabio Bellini, da Orlando Corsetti a Giammarco Palmieri. E poi Lorenzo Tagliavanti della Cna, Valter Giammaria della Confesercenti e Massimo Pallottini del Centro Agroalimentare. Alla fine dell'incontro, Zingaretti ha fissato un altro appuntamento. Il 16 luglio, in una piazza romana, farà un bilancio del suo lavoro di questi anni alla Provincia. "Mentre altri - ha detto - non possono parlare con i fatti, noi possiamo elencare tutta una serie di obiettivi positivi raggiunti, in particolare dal punto di vista dell'innovazione tecnologica e delle infrastrutture. Tutti risultati ottenuti nonostante la crisi e che hanno rilanciato l'economia della Provincia". 
 
Il numero uno di Palazzo Valentini ha sciolto così ogni dubbio sulle sue scelte. Nei giorni precedenti aveva detto: "Bisogna fare in modo di chiudere una delle pagine più brutte di questa città ed è evidente che io, amando Roma e avendo svolto un servizio come presidente della Provincia, farò la mia parte e sarò protagonista". "Bisogna lavorare per un'alleanza ampia che vada ben oltre il centrosinistra", aveva anticipato mesi fa, "che comprenda cittadini, associazioni, imprese e tutti quelli che fanno grande Roma". Aveva proposto una sorta di "patto per far risorgere la città". E poi Zingaretti aveva sottolineato che "per noi la sconfitta di quattro anni fa è alle spalle, una fase si è chiusa, ora se ne apre una nuova per rendere visibile e concreta la costruzione di un'alternativa".  

Effettuato il primo trapianto di cellule staminali cerebrali umane su paziente affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA)


Fondazione
CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA
Opera di San Pio da Pietrelcina
Viale Cappuccini
SAN GIOVANNI ROTONDO
www.operapadrepio.it

C O M U N I C A T O   S T A M P A
27 Giugno 2012

      Effettuato il primo trapianto di cellule staminali cerebrali umane
su paziente affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA)

Lunedì 25 giugno, l’equipe coordinata dal Prof. Angelo Vescovi, direttore dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza - Opera di San Pio da Pietrelcina - e, per la parte neurologica, dalla Dr.ssa Letizia Mazzini Responsabile del Centro SLA dell’Ospedale Maggiore della Carità (Novara), ha portato a termine il trapianto di cellule staminali del cervello umano nel midollo spinale del primo dei diciotto pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), reclutato nel trial clinico di fase 1 autorizzato dall’Istituto Superiore di Sanità. A questo seguiranno gli interventi sui rimanenti pazienti, con cadenza inizialmente mensile.
Il trapianto delle cellule, prodotte nella Banca delle Staminali Cerebrali di Terni è avvenuto alle ore 16 a opera dell’equipe di Neurochirurgia dello stesso ospedale, diretta dal Dr. Sandro Carletti, coadiuvato dal Dr. Cesare Giorgi e dal neurochirurgo Prof. Nicholas Boulis, della Emory University Clinic di Atlanta, Georgia.
Grazie ad una tecnica tutta italiana, messa a punto nel 1996 da Vescovi, professore di biologia cellulare all’università Bicocca di Milano, è stato quindi realizzato il primo trapianto al mondo che impiega cellule staminali cerebrali scevre da qualunque problematica etica, poiché provenienti da un frammento di tessuto cerebrale prelevato da un singolo feto deceduto per cause naturali, utilizzando una procedura analoga a quella della donazione volontaria di organi negli individui adulti. Le cellule da questo donatore saranno sufficienti per l’intera sperimentazione e per quelle successive che la stessa equipe sta già organizzando su altre malattie neurodegenerative, in collaborazione anche con cliniche europee e statunitensi.

Il paziente affetto da SLA, dell’età di 31 anni, ha ricevuto tre iniezioni nel lato sinistro del midollo spinale lombare, ciascuna di un volume di 15 millesimi di millilitro, che contenevano in totale poco meno di due milioni e mezzo di cellule staminali cerebrali. Le cellule staminali sono state trapiantate in prossimità delle cellule nervose chiamate motoneuroni, che nella SLA muoiono gradualmente, paralizzando progressivamente i muscoli, fino a causare la morte del paziente. Si spera che questo possa rallentare la morte dei motoneuroni e quindi la malattia.

Il paziente si è risvegliato dal trapianto in buone condizioni, respira autonomamente e le sue condizioni cliniche e psicologiche sono al momento più che soddisfacenti.

Si sottolinea che questa sperimentazione, come ovvio per una fase I, è mirata specificamente a valutare la sicurezza delle procedure di trapianto e dell’innocuità delle cellule. Non si tratta, quindi, di una cura per la SLA. La condizione clinica dei pazienti assoggettati a trapianto sarà monitorata nei mesi e anni a seguire documentando l’evoluzione della malattia.
Questa è la prima sperimentazione al mondo di questo genere di natura interamente filantropica e quindi non-profit, ed è stata concepita e sviluppata dall’Associazione Neurothon Onlus (www.neurothon.com), presidente Mons. Vincenzo Paglia Vescovo di Terni, e supportata, oltre che dagli enti sopracitati, dalla Fondazione Cellule Staminali (www.cellulestaminaliterni.it), presidente Prof. Enrico Garaci. Ulteriore e generoso supporto è stato fornito dall’Associazione Pro Roberto Onlus di Gavoi (Nuoro), dalla Fondazione Stefano Borgonovo (Milano) e dalla Fondazione Milan A.C.


f.to
Giulio Siena
Responsabile Ufficio Stampa