«Welcome to the crazed world of “The Masters of the Universe”». Benvenuti nel mondo allucinante dei “Padroni dell’Universo”. E’ un’espressione coniata a Wall Street dai collaboratori del super-speculatore John Meriwether, padrone dell’hedge fund Ltcm, una macchina per fare soldi fittizi truffando con numeri fittizi per miliardi di dollari l’intero mondo. Lavoravano, questi avvoltoi, con una tale feroce maniacalità che all’apice del successo e delle piramidi di coca che gli passarono nel sangue, una notte stapparono un rosso da 7.000 dollari a bottiglia e gridarono: «Siamo i Padroni dell’Universo!». Ltcm collassò nell’orgia finanziaria suicida nel 1998, e si rischiò il collasso della
finanza mondiale. Dopo di loro, l’America e l’
Europa si accorsero del pericolo nucleare che ’sta gente rappresentava, e corsero ai ripari: ne crearono di peggio.
Iniziamo a capire la differenza fra un
investitore e uno
speculatore. L’investitore è chiunque al mondo investa soldi, cittadino, pensionato, banca, azienda, Stato. L’investimento più essere a breve termine o a lungo termine. Può essere buono (un titolo di
Stato) o cattivo (titoli di un’azienda che vende armi ai bambini-soldato in Sierra Leone), ma in genere questo l’investitore non lo sa (lo sa il suo promotore finanziario). Lo speculatore è invece un super-specialista, individuo o organizzazione (hedge funds, assicurazioni, fondi monetari, fondi-avvoltoio, ecc.) che normalmente investono a breve e sanno benissimo il male che fanno, ma se ne sbattono. Ma si badi bene, gli speculatori hanno un potere di fuoco che, sempre a breve, può devastare un intero paese, milioni di persone, con conseguenze enormi, e possono persino portare il mondo sull’orlo del baratro economico. Ecco perché chi vi scrive insiste come un mastino, da anni, a dirvi che se ci tenete al vostro futuro di reddito,
diritti e
democrazia, lasciate perdere Roma, la casta, e le puzzonate dei grillini. Il mostro che già ci ha divorati (dal 2007 a oggi) è
altrove.
In ogni caso ricordate sempre che stiamo parlando di
giochi di numeri chiamati soldi e che non producono quasi mai nulla nell’economia reale. Ok? Non dimenticate. L’ampiezza del crimine
speculativo è tale che vi posso dire con estrema autorevolezza che l’intero governo tecnocratico della Ue, e la Troika, lavorano tutti solo per le tasche degli speculatori. Migliaia di politici, tecnocrati, accademici, figure di altissimo prestigio, lavorano per loro, e l’Eurozona è un progetto di almeno 80 anni fatto solo per le tasche di chi specula. Cos’è speculare? Semplice: si osserva il mondo dell’
economia, tutto, tutto il globo, e si fanno
scommesse a breve su o contro qualcosa. Se poi vincere la scommessa vuol dire far crollare nella disperazione 5 milioni
di esseri umani, o anche 40, chissenefrega. A volte dall’altra parte della scommessa c’è un altro speculatore, ma più spesso gente normale che rimane fregata.
Ne “La
Politica”, Aristotele ci racconta di come il filosofo Talete già nel VI secolo avanti Cristo aveva piazzato una scommessa speculativa vincente sul raccolto di olive dell’anno successivo. I contadini fessi avevano previsto un raccolto povero e gli vendettero interi poderi di ulivi per pochi soldi. L’anno dopo il raccolto fu invece favoloso, e Talete fece una barca di soldi, ma i contadini fecero la fame. Nel mondo moderno purtroppo quasi sempre la gente è ignara di tutto. Rimaniamo sempre in Grecia e vediamo come oggi la speculazione aiutata dai tecnocrati Ue ha fottuto quel povero popolo che non sa da che parte girarsi. Ecco come si specula. 2010: la Grecia è sull’orlo del baratro. Il suo debito nazionale è sotto il fuoco della Troika e delle agenzie di rating, i tassi d’interesse che paga per convincere gli investitori a comprare i suoi titoli di Stato sono altissimi. Naturalmente nel momento in cui i suoi tassi si alzano, il valore dei suoi titoli crolla (sapete che meno vale il titolo, più interessi paga, e viceversa). Questo è il momento giusto per gli speculatori di piazzare le loro scommesse contro il debito greco, cioè i titoli.
La loro scommessa è che il debito crollerà di valore ancor più, e naturalmente le agenzie di rating prestano la loro gentile mano: annunceranno che bocciano l’
economia di Atene.
Ma prima gli speculatori hanno
preso in prestito una porzione di debito greco del valore di (es.) 500; lo rivendono immediatamente per quel valore e intascano 500. Poi aspettano il risultato della bocciatura delle agenzie, che accade: il valore del debito cala. A quel punto gli speculatori ricomprano la stessa porzione di debito greco che ora vale solo 400, e lo restituiscono. Hanno incassato 100, puliti. Tenete in considerazione che quando
parlo di queste cifre semplificate mi riferisco a milioni di euro o miliardi. I greci intanto vanno in merda perché la Ue gli impone le austerità da camera di tortura, disoccupazione, sofferenze…
Altro esempio. Siamo sempre in Grecia. Uno speculatore fa un patto con un altro: gli venderà alla fine del mese una porzione di debito greco da (es.) 1000 titoli, che oggi valgono 500 soldi. L’altro si impegna a comprare quel debito per 500 soldi. Il primo speculatore in realtà non possiede alcun debito greco, ma scommette che esso calerà di valore prima della fine di quel periodo. L’altro invece scommette nella direzione opposta, cioè che il valore del debito si alzerà. Quindi, se il debito si deprezza, il primo uomo vince: alla fine del mese comprerà i 1000 titoli per 400 soldi e li potrà vendere all’altro per la cifra concordata di 500. Ci guadagna 100. Nel caso contrario, se il debito invece si alza di valore, l’altro vince: comprerà quei titoli per i concordati 500 soldi mentre ora vale (ad es.) 600. Qui il gioco è meno sporco, ma ricordiamoci sempre che il primo speculatore, di nuovo, scommette sulla rovina di un popolo, e se vince… torture come sopra.
Altra carognata degli speculatori. Necessita di una breve spiegazione. Nel mondo della
finanza internazionale ci sono delle specie di polizze assicurative che un investitore può acquistare per proteggersi da eventuali perdite o scommesse sbagliate. Si chiamano Credit Default Swaps (Cds). Se l’investitore scommette su qualcosa di molto rischioso, l’assicuratore alzerà il prezzo della polizza Cds. Quindi nel mondo dei mercati finanziari il prezzo in rialzo di questi Cds segnala che un investimento è rischioso o instabile. I Cds vengono venduti anche per proteggere chi possiede un pezzo di debito sovrano (titoli di Stato) contro la possibilità che esso si deprezzi a causa del giudizio negativo delle agenzie di rating. Ok, torniamo in Grecia. Un gruppo di speculatori compra molte polizze Cds contro il deprezzamento del debito greco, mentre scommettono proprio che il deprezzamento accadrà davvero. Possono fare questo anche se non posseggono alcun titolo di Stato greco, come dire che uno si assicura su una casa che non è sua. Ma attenzione alla sequenza: l’acquisto di molti Cds sul debito greco ne alza il prezzo, e siccome il loro prezzo in rialzo segnala che l’oggetto assicurato è rischioso e instabile, i mercati penseranno che il debito greco è a rischio di instabilità. In risposta a questo allarme, le agenzie di rating bocceranno il debito di Atene, e per l’effetto domino il
prezzo dei Cds sulla Grecia considerata ora rischiosissima salirà ancora di più, e gli speculatori, che ne avevano acquistati molti, li possono rivendere con grande profitto. Nel frattempo i poveri Greci… come sopra. Sangue.
Tutte queste scommesse si chiamano fare “shorting”. E sono tutte e tre truccate. Ma c’è di peggio. Il mondo del
Junk. In
finanza tutti i debiti che sono considerati ad alto rischio di non essere ripagati, dal debito di Stato al debito di un’azienda qualsiasi, vengono chiamati Junk, cioè spazzatura. Facciamo due esempi: il debito di un piccolo paese africano in difficoltà, o il debito dell’azienda XX di Torino. Il paese è indebitato con vari investitori occidentali (banche o altri), la ditta di Torino con le banche. Esistono al mondo dei simpatici tizi chiamati fondi-avvoltoio (Vulture Funds, simpatico nome eh?), e sono speculatori, ovvio. Questi volano cupi su chiunque abbia debiti ad alto rischio (junk debt) e cosa fanno? Vanno dai creditori e gli dicono (il linguaggio è letteralmente quello): «Senti, sfigato, tu da ’sto paese/azienda non becchi un cazzo, secondo noi. Fidati, ti conviene venderci i loro debiti e poi al resto pensiamo noi. Te li compriamo per un decimo del valore, cioè se ti devono 1 milione noi te lo compriamo per 100 mila e tu ti levi dal cazzo contento, perché piuttosto che prendere zero ti conviene accettare i nostri 100 mila. Affare fatto, stronzo?». Spesso sì, viene fatto l’affare. Conseguenze: il paese africano o l’azienda di Torino sono ora debitori degli “avvoltoi”, che trascinano paese/azienda in tribunale (sempre in giurisdizioni favorevoli a loro come Londra o Ny), e spesso riescono a strappare ai debitori più di quello che hanno pagato ai creditori originari. Sangue, sangue di villaggi, popoli, operai, imprenditori, sangue!
Una forma particolarmente rivoltante di speculazione è quella fatta sulle cosiddette
Commodities, cioè le materie prime. E quando si parla di grano, caffè o mais, o altri alimenti di base, parliamo di materie che nel Terzo Mondo decidono la sopravvivenza, o la morte, di milioni. I prezzi di queste materie sono anch’essi soggetti agli speculatori, in particolare quelli di Chicago o di Londra. Gente che dispone dei soldi e dei mezzi per truccare a loro piacere il mercato delle
Commodities. I prezzi del cibo per centinaia di milioni di affamati – o il prezzo di ciò che vendono centinaia di milioni contadini poveri del Sud – lo decidono loro a seconda del verso delle loro scommesse. Quindi mettiamo che gli convenga alzare il prezzo del mais di tantissimo: milioni di poveracci non lo potranno più comprare: fame (a voi il Tg1 la vende come carestia, eh!, colpa del destino,
eh?). Mettiamo che gli convenga far crollare il prezzo del caffè: milioni di coltivatori poveri sprofonderanno della disperazione. Ma loro, a Londra o a Chicago se ne fottono. Ok?
Ho già detto che le tecnocrazie delle nazioni più ricche del mondo lavorano, hanno sempre lavorato, per gli speculatori. Cioè i governatori delle banche centrali, per esempio. E tu cittadino? Nooo, caro o cara, tu puoi crepare mangiato/a vivo/a dai topi sul loro stuoino di casa, non ti aprono neppure la porta. Semplifico: avete letto sui giornali che prima la banca centrale americana, la Fed, e adesso quella europea, la Bce di Mario Draghi, e la Banca del Giappone, hanno tutte deciso di iniettare enormi quantità di liquidi (soldi) nei paesi che governano. Negli
Usa hanno usato il sistema del “Quantitative Easing” (Qe), in
Europa vari metodi con nomi strani come Ltro, Abs Purchases, Tltro, in Giappone un misto dei due precedenti. Ok. Dovete però capire che una banca centrale quando emette liquidi non è che li carica su dei camion che poi li porta alla gente. No. Li immette nel sistema bancario, in cambio di titoli, ecc. Quindi ’ste enormi quantità di liquidi, immense, finiscono nelle grandi banche. Ok.
La domande di tutte le domande è:
ma ’sti oceani di soldi finiscono nelle tasche di lavoratori, pensionati, aziende, famiglie? Nooooo! Perché? Perché vengono presi in prestito a tassi d’interesse ridicoli dai già miliardari speculatori che… che?… che cosa ne fanno? Li scommettono in Borsa, speculano in Borsa, e vincono, vincono, vincono. E tu, uomo o donna che lavori, perdi, perdi, perdi. E pensare che sono le stesse mega-banche a dircelo, se uno legge quello che pubblicano. Il mostro bancario
Usa Jp Morgan ha appena detto quanto segue: «Per riassumere, non crediamo che le iniezioni di liquidità di Draghi (Bce) annunciate il 5 di giugno 2014 offriranno alcunché all’
economia reale», quella di cui viviamo. Ecco per chi lavora Mario Draghi. No, fermi, mi dispiace ma ce n’è un’altra. Lo so, rimpiangete i tempi quando il massimo che vi entrava nel sederino erano le supposte del dottore… Gli Stati stessi speculano. Cioè anche loro fanno ’ste maledette scommesse finanziarie. A che pro? Un Tremonti o un Padoan vi risponderebbero che si fanno per proteggere lo Stato da perdite finanziarie. Quindi lo Stato
entra nel mondo degli
Interest Rate Swaps. Alè. E ne esce praticamente sempre inc… (finisce per ulato). Perché?
Perché siamo sempre alle solite, come con la
storia dei derivati e dei Comuni italiani: cioè, i nostri puzzoni politici si mettono a scommettere con dei professionisti internazionali che il Conte Dracula era un chierichetto, in confronto. E perdono. L’Italia anni fa, con la lira, ne fece una grossa mentre tentava di speculare. Seguite come funzionò. Allora l’Italia voleva emettere dei titoli di Stato trentennali, Btp, a tasso d’interesse fisso per 30 anni appunto, cioè, fate conto, avrebbe pagato le banche che glieli compravano, ad esempio, 6% di interessi per 30 anni. Ma a Roma si chiesero: «E se i tassi d’interesse nei prossimi 30 anni si abbassano? Magari vanno al 4% e noi ci obblighiamo a pagare il 6% per 30 anni. No. Allora vendiamo dei Cct, a tasso d’interesse “variabile” da dare alle banche, cioè un tasso deciso dal mercato, così magari il tasso calerà e sarà minore». Ok. E così il Tesoro vendette un sacco di Cct alle banche a tasso variabile. Poi… si pentirono, pensarono che forse anche per i Cct era meglio fissare un tasso d’interesse fisso, ad esempio 6%. E così Roma propose alle banche un
Interest Rate Swap, uno scambio di tassi d’interesse.
Come funziona? Semplice. Allora: il Tesoro ha venduto alle banche un certo numero di titoli di Stato chiamati Cct, e gli ha prima promesso di pagargli un tasso d’interesse variabile deciso dal mercato, poi si pente e ora vuole pagare alle banche un tasso fisso del 6%, perché teme che il tasso variabile andrà su a 7 o 8. Quindi Roma contatta le banche e gli dice che pagherà un tasso fisso del 6%, ma poi fa una scommessa con le banche stesse, gli dice: io ti pago il 6% fisso per tot anni, ma se il tasso variabile del mercato supera il 6 e arriva al 7 o all’8, tu banca ci perdi l’1% o il 2%. Ovviamente il governo spera che il tasso variabile vada su a 7 o magari anche 8, così Roma gli pagherà per tot anni un tasso inferiore a quello del mercato. E le banche scommettono che invece il tasso variabile del mercato andrà sotto il 6%, a 4 o 3, così Roma gli pagherà per tot anni un tasso superiore a quello del mercato.
Com’è finita? Ovvio no? I tassi scesero e le banche vinsero. Ti metti con gli squali, e credi di saperne più di loro? L’Italia perse montagne di miliardi in quella scommessa speculativa. Poveri tutti noi. Conclusione: questi sono solo alcuni dei maggiori esempi di cosa significa essere speculatore e speculare, ma poi ci sono anche i “Futures” di mille tipi, le
Credit Default Obligations,
Banner Swaps,
Over the Counter contracts, e altri amenicoli del genere. Ma per ora basta. La conclusione è questa, ed è una legge fondamentale della Mosler Economics per l’Interesse Pubblico: «Il mondo finanziario è molto più dannoso di quello che vale». Eliminiamolo nella parte speculativa e torniamo all’
economia reale.