venerdì 1 marzo 2013

Sbagliano igli amministratori e pagano i dipendenti,Mps: lasciano altri 660 dipendenti


Mps: lasciano altri 660 dipendenti

In totale uscite salgono a 1.660 lavoratori



(ANSA) - MILANO, 1 MAR - Altri 660 dipendenti del Montepaschi lasceranno la banca con il fondo di solidarieta'. Lo annuncia la banca dopo che le organizzazioni sindacali (Fabi, Fiba, Ugl e Uilca) hanno definito ''l'integrale accoglimento delle richieste dei dipendenti di aderire al fondo di solidarieta', in attuazione dell'accordo'' raggiunto lo scorso 19 dicembre 2012 sul piano industriale. Pertanto, le uscite salgono complessivamente a 1.660 dipendenti.

Assalto a portavalori a Roma, morto rapinatore ex br


Assalto a portavalori a Roma, morto rapinatore ex br

La sparatoria all'Esquilino, panico fra passanti e turisti


Assalti portavalori: morto era ex Br

Assalto a un portavalori vicino a Santa Maria Maggiore a Roma. Una sparatoria è scoppiata tra banditi e guardie giurate fra le vie dell'Esquilino affollate di passanti e turisti. Un rapinatore è morto e un vigilante è rimasto gravemente ferito. La vittima, Giorgio Frau, 56 anni, era un ex brigatista rosso. Aveva due complici che sono stati arrestati. Panico fra la gente che si è rifugiata nei negozi e dietro le auto in sosta. Uno dei due rapinatori arrestati oggi dopo l'assalto ad un portavalori a Roma era in permesso premio e stava scontando una pena di 20 anni. Claudio Corradetti, 41 anni, era detenuto nel carcere di Sulmona ed era fuori per un permesso premio. In passato era stato legato ad ambienti dell'estrema destra.;

Crolla reddito personale Usa (-3,6%)


Crolla reddito personale Usa (-3,6%)

Calo maggiore dal 1993



(ANSA) - NEW YORK, 01 MAR - Le spese personali degli americani sono salite nel mese di gennaio dello 0,2%. I redditi sono invece scesi del 3,6%, il calo maggiore dal gennaio 1993.

Lo comunica il Dipartimento del Commercio.

Fo,oltre Bersani ma ci sia intesa M5S-Pd,D'Alema è un ipocrita


Fo,oltre Bersani ma ci sia intesa M5S-Pd

Un volto nuovo c'e'. D'Alema è un ipocrita



(ANSA) - ROMA, 1 MAR - ''Beppe deve insistere. Si puo' fare, se non Bersani, con un volto nuovo che c'e'''. Il premio Nobel, in un'intervista esclusiva a IntelligoNews definisce D'Alema ''ipocrita'' e invita Beppe Grillo a trovare un accordo con il Pd.

PD/MPS


1. ORA I PIDDINI TREMANO DAVVERO: CI SONO ALMENO 4 MESI DI INTERCETTAZIONI SU MUSSARI! - 2. A URNE CHIUSE, ESCE IL RISCONTRO DEL PATTO D’ACCIAIO TRA IL PARTITO DI BERSANI E LA BANCA ROSSA: “MUSSARI E’ ESPRESSIONE DELL’ANIMA DIESSINA DEL PARTITO DEMOCRATICO” - 3. PATTO D’ACCIAIO DI MUSSARI COL SINDACO SINESE CECCUZZI: TUTTI I GIORNI A TELEFONO PER CONCORDARE LE MOSSE POLITICHE “E IN PARTICOLARE LE DECISIONI DELLA BANCA” - 4. IL “GRUPPO DELLA BIRRERIA”: METTERE SU UN GRUPPO TRASVERSALE DI APPOGGIO ALLA CANDIDATURA CECCUZZI AL COMUNE DI SIENA, INSIEME AI FIGLI DEL FANTINO ACETO - 5. RISTORANTE-ENOTECA VENDUTO AL PEGGIOR OFFERENTE: “SPONSORIZZATO DA MUSSARI” - 6. LE TELEFONATE TRA IL BERSANIANO CECCUZZI E IL CONSIGLIERE ANTONVENETA ROSATI. E A ROMA LA PAURA CORRE TRA I PALAZZI: CHI PARLAVA AL TELEFONO CON MUSSARI? -

Gian Marco Chiocci per "Il Giornale"

Ecco la prova dell'asse Mussari-Pd. Fra le carte di un'inchiesta indirettamente collegata al Monte dei Paschi e concernente l'affidamento del ristorante senese «Millevini» dell'ente pubblico «Enoteca italiana» a una società (la Montenegro Srl) riconducibile al figlio del fantino Andrea «Aceto» Degortes, esce il riscontro del patto d'acciaio tra il partito di Bersani e la banca rossa che più rossa non si può.
ANDREA DEGORTES ACETO jpegANDREA DEGORTES ACETO JPEG
E soprattutto escono comprovati i rapporti di un certo tipo fra 1'ex presidente dell'istituto di credito Giuseppe Mussari (molto amico di «Aceto jr») e l'ex sindaco Pd Franco Ceccuzzi, ricandidato a sindaco dal Pd nazionale come faccia «nuova» del partito nella città del Palio, costretto però a rinunciare alla corsa per un avviso di garanzia relativo al crac del pastificio Amato, avviso ricevuto in tandem con l'onnipresente Mussari.
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«ACCORDI SU TUTTO» Stando a un' informativa dei carabinieri di 27 pagine, riassuntiva di un bel po' di intercettazioni disposte sull'utenza di Mussari tra il gennaio e l'aprile 2010, la coppia si confrontava «pressoché quotidianamente sui temi politici nazionali e locali e in particolare quindi sulle decisioni da assumere in seno alla banca» con tutto ciò che ne consegue a livello di amministrazione della città perennemente in mano alla sinistra.
Il fascicolo aperto dal pm Natalini, già nel pool che indaga su Antonveneta ha riguardato non solo l'affidamento della gestione del ristorante «Millevini» ma alcune verifiche preliminari sulla vendita di appartamenti da parte della «Valorizzazioni immobiliari», già controllata Mps, che con escamotage avrebbe garantito «garanzie preferenziali» a persone orbitanti intorno al «gruppo politico imprenditoriale» conosciuto, per l'appunto, come «gruppo della Birreria».
giuseppe mussariGIUSEPPE MUSSARI
QUEI LEGAMI COL PD Nell'inchiesta ci son finiti dentro i figli di «Aceto», Antonio e Alberto Degortes, e avvisi di garanzia sono piovuti all'indirizzo del presidente dell'Enoteca italiana, Claudio Galletti, al direttore Fabio Carlesi, e alla compagna di Antonio Degortes. L'ipotesi di reato è concorso in «turbata libertà degli incanti» rispetto alle presunte anomalie verificatesi nelle procedura di affidamento «non in evidenza» e senza gara.
Giuseppe MussariGIUSEPPE MUSSARI
A pagina 5 dell'informativa dei carabinieri ecco uscire la bomba politica: «Le intercettazioni hanno messo in evidenza come in quel periodo l'avvocato Giuseppe Mussari, espressione dell'anima diessina del Partito democratico, riconfrontasse pressoché quotidianamente su temi politici nazionali e locali, e in particolare quindi sulle decisioni da assumere in seno alla banca da egli presieduta, con i conseguenti riverberi sulle amministrazioni e imprese ad esse collegate, con l'onorevole Franco Ceccuzzi (nelle note definito già deputato con l'Ulivo e col Pd, che a maggio 2012 ha annunciato le dimissioni legate principalmente alla crisi finanziaria che ha colpito Mps)».
GIUSEPPE MUSSARIGIUSEPPE MUSSARI
ANIME DIVERSE NEL PARTITO Le stesse intercettazioni- continuano i carabinieri - avevano messo in luce «come gli argomenti cardinali delle conversazioni fra il presidente dalla Banca Mps e 1' onorevole del Partito 
democratico fossero il difficile equilibrio tra le due anime del partito, quella di loro riferimento 
e quella minoritaria di provenienza ciellina soprattutto in relazione alla candidatura a sindaco di Siena proprio del Ceccuzzi alle elezioni 2011».
LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpegLANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA JPEG
L'ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI A forza di sentire telefonate i militari dell'Arma annotano come «numerosissime appaiono le conversazioni tra Mussari, Ceccuzzi, Antonio Degortes, Mauro Rosati (membro del Cda di Antonveneta, ndr) e Andrea Bellandi (socio della Birreria in piazza del Campo, ritrovo di Mussari &Co, ndr), personaggi accomunati da forti interessi economici ed impegnati tra l'altro, insieme all' avvocato Roberto Martini, nell' attività della neonata associazione culturale Per Siena» che nelle intenzioni dovrebbe essere apartitica e invece, per gli inquirenti, promuoveva l'ascesa di Ceccuzzi a 
sindaco di Siena.
franco ceccuzziFRANCO CECCUZZI
LA CAMPAGNA ELETTORALEAl telefono Mussari e Ceccuzzi intensificano gli sforzi. Parlano del «destino politico del sindaco Pd uscente Maurizio Cenni e della candidatura di Ceccuzzi alla successione». Si soffermano sulle iniziative dei vari Bellandi e Rosati e di altri personaggi iscritti all'associazione «e l'onorevole pare interessato a raccogliere consensi trasversali per la propria candidatura anche sostenendo le attività della compagine associativa». Tutto questo per concludere che «la presenza a Siena di un gruppo politico-economico facente riferimento a Mussari» e al «gruppo della birreria» spingeva per la candidatura dell'onorevole Ceccuzzi, «cui seguivano discutibili nomine a seguito del suo successo elettorale».

2. SISTEMA MPS: VENDITA AL PEGGIOR OFFERENTE, PURCHE' COMPONENTE DELLA "BIRRERIA"
Dall'articolo di Andrea Greco e Francesco Viviano per "La Repubblica"


Ieri è stata una giornata rilevante anche per le indagini sul passato, sulla gestione che ha condotto la banca ad affidarsi al Tesoro. L'ex presidente di Mps (e dell'Abi) Giuseppe Mussari e l'ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi (entrambi indagati per concorso in bancarotta) sono stati interrogati a Salerno dal pm Vincenzo Senatore nell'inchiesta sul finanziamento di 19 milioni, nel 2007, all'immobiliare del Pastificio Amato, fallita nel 2011. Nelle stesse ore a Siena uscivano le carte di un'altra inchiesta, sulla vendita di immobili Mps agli "amici" Alberto e Antonio Degortes, figli del fantino Aceto.
GIUSEPPE MUSSARI ANTONIO VIGNIGIUSEPPE MUSSARI ANTONIO VIGNIIL SINDACO DI SIENA FRANCO CECCUZZI NEL GIORNO DELLE DIMISSIONI DA PARLAMENTARE jpegIL SINDACO DI SIENA FRANCO CECCUZZI NEL GIORNO DELLE DIMISSIONI DA PARLAMENTARE JPEG
Informative dei Carabinieri e intercettazioni telefoniche da cui emerge che in città regnava una lobby «politico imprenditoriale» denominata «gruppo della birreria», con ai vertici proprio Mussari e Ceccuzzi, più altri notabili cittadini. Gli inquirenti sul "Ristorante Enoteca Millevini" hanno accertato che alcuni palazzi di "Valorizzazioni Immobiliari" (Vim, ai tempi costola della banca locale) sarebbero stati ceduti a prezzi di favore seguendo «corsie preferenziali», e provocando un danno alle casse di Mps.
Tutto nasce da una «fonte confidenziale»: un imprenditore che aveva offerto 1,55 milioni per acquistare immobili di Vim, ma fu escluso dalla trattativa e si preferì vendere a un prezzo inferiore (1,4 milioni) a una società milanese. Quando l'imprenditore chiese spiegazioni, un funzionario di Mps gli rispose «la banca può vendere come vuole e a chi vuole», e che l'offerta milanese «non poteva essere rifiutata perché sponsorizzata da Mussari».
ANTONIO VIGNIANTONIO VIGNI
Nell'informativa è anche scritto: «Mussari, espressione dell'anima diessina del Pd, si confrontava pressoché quotidianamente con Ceccuzzi su temi politici nazionali e locali, e in particolare su decisioni da assumere in seno alla banca». Nel filone principale dell'inchiesta su Mps, invece, slitta il terzo interrogatorio all'ex dg Antonio Vigni, che oggi non ci sarà per l'assenza di un difensore.

Vergogna APPLE


Nuove accuse a fornitori cinesi Apple

Secondo studio osservatorio, maltrattano dipendenti



(ANSA) - SHANGHAI, 1 MAR - Alcune aziende cinesi fornitrici della Apple maltrattano i propri dipendenti. Lo sostiene un rapporto delle Sacom (Student & Scholars Against Corporate Misbehavior), con sede a Hong Kong. La Foxlink (che produce connettori e cavi), la Pegatron (che assembla gli iPad mini) e la Wintek (che fornisce i display) sono finite nell'occhio del ciclone perche' non garantirebbero condizioni di lavoro dignitose agli operai e continuerebbero ad usare come propri dipendenti anche gli studenti.

Un anno senza Lucio


Un anno senza Lucio



BOLOGNA - Lucio era fiero di essere nato in una piazza bolognese, «al numero 2 di piazza Cavour», precisava; ed era nato in casa, come si faceva una volta. Crescendo, nella stessa casa aveva cominciato a suonare, prima la fisarmonica («che però un giorno, non potendone più, buttai dalla finestra», raccontava) poi il clarinetto, lo strumento che gli cambierà la vita per sempre. Dopo piazza Cavour, vennero gli anni nella casa di via delle Fragole. Proprio dentro un bar sotto casa Lucio incrociò i destini di Anna Bellosgaurdo e di Marco Grossescarpe. Anni e anni dopo, venne la casa in vicolo Mariscotti, che vide nascere, fra le altre, anche Se io fossi un angelo: l’ispirazione del testo sarebbe venuta a Lucio perché la casa pare fosse abitata da un fantasma buono.
Lucio Dalla, una vita per la musica
  • Dalla con Gianni Morandi
E infine quella di via Massimo D'Azeglio 15. «(... ) A Bologna, Lucio era per tutti l’amico che incontri per strada e saluti chiamandolo per nome. Era il vicino di casa ideale, oppure il Cicerone preparato e sempre pronto a svelare i capolavori nascosti della sua città, come il Compianto di Niccolò dell’Arca, davanti a cui ci siamo esibiti insieme, o i dipinti di Amico Aspertini, per il quale abbiamo scritto una canzone.
Fiori e biglietti per Lucio
  • Sotto casa di Dalla a Bologna, in via D'Azeglio
A Bologna, chiunque poteva tranquillamente trovarlo e ritrovarlo nei suoi storici ristoranti, come da Cesari, dove andava già con sua madre dall’amico Paolino, o al Diana, alla Cesarina, da Nello, alla trattoria Corte Galluzzi o alla pizzeria La mela, oppure seduto per ore a un tavolino del Gran Bar di via D’Azeglio o, più recentemente, al Duca d’Amalfi in piazza dei Celestini, a prendere «giusto un briciolo di sole», come ripeteva per gioco, anche a gennaio. Nei giri semplici di tutti i giorni, Lucio non mancava mai di regalare un sorriso alla fioraia Milly e al suo vicino di bottega Luca Dandy; all’amica argentiera col suo cane minuscolo che «cantava» ululando ogni volta in cui lo vedeva, e agli amici profumieri Lia e Giovanni da cui passava a «scroccare uno spruzzo», entrando nel loro negozio e prendendo a caso una boccetta qualunque di profumo che poi si spargeva copiosamente sul collo e sulle mani.
L'addio a Lucio Dalla
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • Il funerale del cantautore bolognese
  • La Fiat 1100 di Dalla
  • Alla camera ardente
Poi proseguiva il suo giro passando prima per la prodigiosa «cartolaia matta» Germana che gli vendeva ogni volta giocattoli vintage improbabili e fantastici; poi per il negozio di antichi oggetti orientali dei cari Rosanna e Andrea; fino ad arrivare dalla Natalizia, vale a dire la sua affezionata spacciatrice personale di addobbi, candele profumatissime e mille giostrine tutte neve, luci e suoni. A due passi da casa c’era anche il suo studio di registrazione, davanti al quale c’eravamo tra l’altro incontrati la prima volta, ricreato dentro una cantina medievale e a cui aveva messo il nome curioso di Cagnara Records, e in cui abbiamo passato mesi interi a registrare i suoi ultimi dischi» (tratto dal libro Dalla Luce alla notte; Bompiani).
Lucio Dalla, un fiume di persone alla camera ardente
  • La camera ardente allestita nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio a Bologna
  • Il feretro esce dalla casa del cantautore
  • L'arrivo del feretro a Palazzo d'Accursio
  • La camera ardente
  • La gente in fila in piazza Maggiore
Lucio ha amato Bologna teneramente, con spirito familiare e con animo complice e partecipe. In un articolo del 1987 l’ha definita «un’anziana e simpatica signora, quasi una ricca zia, che passa i suoi giorni senza traumi, prendendo il tè con le amiche languidamente adagiata sul divano». Bologna diventò da subito la camera dei suoi sogni, da cui un giorno partì alla conquista del mondo «con la furia degli stupidi e il delirio dei miei quindici anni», diceva. Bologna, da cui molto spesso anche scappava, ma che poi gli mancava e allora aumentava la voglia di rivederla il prima possibile. La sua amata Bologna, tanto da volerla ricordare con queste parole: «La città dove è caduto il mio cuore».