Belsito riconsegna diamanti e lingotti
Boni si dimette, 'Come Bossi, passo indietro'. Terzo leghista a lasciare il Pirellone
17 aprile, 19:05
Francesco Belsito, l'ex tesoriere della Lega Nord indagato dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria per truffa ai danni dello Stato e riciclaggio, ha consegnato i diamanti e i lingotti d'oro alla Guardia di finanza di Milano. La riconsegna e' avvenuta tramite il suo legale, l'avvocato genovese Paolo Scovazzi.
Secondo quanto si è appreso, l'ex tesoriere della Lega nord ha consegnato 11 lingotti per un peso complessivo di 5 chilogrammi e 11 diamanti in una confezione sigillata. Il trasferimento è avvenuto a bordo di un'auto.
BONI SI DIMETTE, 'FACCIO PASSO INDIETRO COME BOSSI'- "Ho sentito un dovere in questo momento in cui il mio partito è continuamente sui giornali". Davide Boni ha spiegato così le sue dimissioni da presidente del Consiglio regionale della Lombardia. "Ne ho sentito il bisogno", ha poi aggiunto l'esponente della Lega in una conferenza stampa, aggiungendo che "non c'é stato altro, la mia situazione giudiziaria non è cambiata rispetto a 5 settimane fa" e "sono estraneo" a quella vicenda.
Boni ha spiegato che le sue dimissioni dal Pirellone saranno depositate domattina (18 marzo), mentre il sostituto (che sarà sempre leghista) verrà eletto l'8 maggio, nella prima seduta del Consiglio regionale. Di conseguenza, Boni lascerà anche la presidenza della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. "La Lega è la mia vita, da domani tornerò alla politica attiva, che mi mancava", ha sostenuto l'esponente della Lega spiegando in una conferenza stampa i motivi delle sue dimissioni. Ma non c'é solo questo che, a suo dire, lo ha indotto a fare un passo indietro che era stato evitato più di un mese fa. "Dopo 35 giorni - ha detto facendo riferimento all'informazione di garanzia ricevuta per un presunto giro di tangenti - la situazione non è facile, soprattutto a livello personale, soprattutto avendo una famiglia". Boni ha assicurato di essere comunque "sereno".
Quella delle dimissioni è stata una "scelta maturata nel tempo, sofferta, che ho preso io con la mia famiglia. E per una volta non ho obbedito né a Maroni, né a Calderoli né a Bossi", ha aggiunto, ricordando di aver ricevuto "anche ieri la fiducia" dei triumviri della Lega e di aver incontrato in via Bellerio anche Umberto Bossi. "Maroni e Calderoli - ha concluso - sono stati i primi a telefonarmi oggi per ringraziarmi".
Secondo quanto si è appreso, l'ex tesoriere della Lega nord ha consegnato 11 lingotti per un peso complessivo di 5 chilogrammi e 11 diamanti in una confezione sigillata. Il trasferimento è avvenuto a bordo di un'auto.
BONI SI DIMETTE, 'FACCIO PASSO INDIETRO COME BOSSI'- "Ho sentito un dovere in questo momento in cui il mio partito è continuamente sui giornali". Davide Boni ha spiegato così le sue dimissioni da presidente del Consiglio regionale della Lombardia. "Ne ho sentito il bisogno", ha poi aggiunto l'esponente della Lega in una conferenza stampa, aggiungendo che "non c'é stato altro, la mia situazione giudiziaria non è cambiata rispetto a 5 settimane fa" e "sono estraneo" a quella vicenda.
Boni ha spiegato che le sue dimissioni dal Pirellone saranno depositate domattina (18 marzo), mentre il sostituto (che sarà sempre leghista) verrà eletto l'8 maggio, nella prima seduta del Consiglio regionale. Di conseguenza, Boni lascerà anche la presidenza della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. "La Lega è la mia vita, da domani tornerò alla politica attiva, che mi mancava", ha sostenuto l'esponente della Lega spiegando in una conferenza stampa i motivi delle sue dimissioni. Ma non c'é solo questo che, a suo dire, lo ha indotto a fare un passo indietro che era stato evitato più di un mese fa. "Dopo 35 giorni - ha detto facendo riferimento all'informazione di garanzia ricevuta per un presunto giro di tangenti - la situazione non è facile, soprattutto a livello personale, soprattutto avendo una famiglia". Boni ha assicurato di essere comunque "sereno".
Quella delle dimissioni è stata una "scelta maturata nel tempo, sofferta, che ho preso io con la mia famiglia. E per una volta non ho obbedito né a Maroni, né a Calderoli né a Bossi", ha aggiunto, ricordando di aver ricevuto "anche ieri la fiducia" dei triumviri della Lega e di aver incontrato in via Bellerio anche Umberto Bossi. "Maroni e Calderoli - ha concluso - sono stati i primi a telefonarmi oggi per ringraziarmi".
"Se devo essere polemico, il mio pensiero va a Nichi Vendola e Vasco Errani": ha risposto così Davide Boni a chi in conferenza stampa gli ha chiesto un parere sulle polemiche che riguardano le scelte di Filippo Penati. Il presidente dimissionario del Consiglio regionale della Lombardia ha fatto riferimento ai due governatori del centrosinistra che sono indagati e non si dimettono. "Io il passo l'ho fatto - ha aggiunto l'esponente della Lega - qualcun altro evidentemente non se la sente".
"In funzione di quanto ha fatto il mio Segretario federale, Umberto Bossi, che ha fatto un passo indietro per agevolare una serena condizione politica per il movimento, faccio anch'io un passo indietro, precisando che nessuno me l'ha mai chiesto, in totale autonomia", fatto sapere Boni con una nota. "Nessuno me l'ha mai chiesto" di dimettermi, ha spiegato il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, dicendo di averlo fatto "in totale autonomia, quindi, ed in assenza di qualsivoglia nuovo elemento riguardante le indagini che mi hanno mio malgrado coinvolto".
"Dopo 22 anni di militanza - continua Boni - non posso e non voglio però fare altro, ancora una volta, che seguire l'esempio del mio segretario federale, Umberto Bossi, al quale già rimisi il mandato un mese fa. Se fa un passo indietro lui, diviene un imperativo morale per me seguirlo". L'esponente della Lega conferma infine che finora ha sempre avuto la fiducia di via Bellerio, dopo l'emergere dell'indagine per corruzione a suo carico, a inizio marzo: "Il triumvirato sia in precedenza sia in occasione della riunione con i consiglieri regionali, durante la quale sono state discusse le dimissioni di Monica Rizzi, non ha mai chiesto le mie dimissioni, rinnovandomi la fiducia". La stessa cosa che "peraltro fin da subito la segreteria politica federale, alla quale ho dato le mie spiegazioni, mi ha concesso fiducia incondizionata, confermandola nel tempo".
Con le dimissioni annunciate da Davide Boni da presidente del Consiglio regionale della Lombardia sale a tre il numero degli esponenti della Lega che hanno lasciato nell'ultima settimana il Pirellone. Martedì della scorsa settimana è toccato a Renzo Bossi formalizzare le sue dimissioni da consigliere per lo scandalo dell'uso dei rimborsi elettorali del Carroccio. Proprio stamani Boni ha messo in votazione la ratifica. Ieri Monica Rizzi, che aveva curato la candidatura di Bossi Jr a Brescia nel 2010, si è dimessa da assessore allo Sport della Giunta Formigoni su pressione del movimento. Il passo indietro di Boni oggi chiude anche la polemiche per le sue mancate dimissioni dopo essere stato indagato per corruzione e finanziamento illecito dei partiti a inizio marzo. Sempre dichiaratosi innocente, Boni mise a disposizione il suo mandato ai vertici della Lega, che però gli rinnovarono la fiducia a livello di segreteria federale. Ma le nuove indagini che hanno coinvolto il Carroccio, e le conseguenti dimissioni di Bossi Jr e della Rizzi, hanno cambiato il quadro della situazione.
Roberto Formigoni non intende lasciare il suo incarico di presidente della Lombardia. "In questo momento - ha spiegato alla Telefonata di Belpietro su Canale 5 - confermo che il mio desiderio è di completare la legislatura fino al 2015 dando dimostrazione che il nostro è e resta e sarà in questi tre anni un buon governo a vantaggio dei cittadini". "Non la do certamente vinta - è la sua conclusione -, a chi penserebbe di mettermi in fuga o trovare scorciatoie". "Anche Gesù ha sbagliato a scegliersi uno dei collaboratori, non pensiamo di essere impeccabili. Può essere che ciascuno di noi abbia nelle sue infinite conoscenze una persona che non è perfettamente limpida ma questo lo stabilirà la magistratura"; così il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, a margine dell'inaugurazione del Salone del Mobile a Fieramilano, ha risposto a una domanda sui suoi rapporti con Pierluigi Daccò, coinvolto nell'inchiesta sul San Raffaele e la Fondazione Maugeri.
Le dimissioni da consigliere regionale del leghista Renzo Bossi sono state accolte all'unanimità dall'aula del Pirellone. Ma la votazione, un passaggio di solito formale, è stata accompagnata da uno scambio polemico. "La vicenda del consigliere Renzo Bossi - ha detto Luca Gaffuri (Pd) - è l'immagine di una legislatura andata a male e che deve finire presto". Stefano Galli (Lega) ha però chiesto "soprattutto all'opposizione di fare autocritica: noi siamo coerenti". Per prassi l'accettazione delle dimissioni di un consigliere regionale non viene accompagnata da dibattito, ma le opposizioni hanno voluto evidenziare che il passo indietro di Renzo Bossi non è come gli altri. La discussione è durata un quarto d'ora: una volta ratificate all'unanimità le dimissioni, in Aula ha fatto il suo ingresso Clotilde Lupatini, leghista bresciana che ha preso il posto di Bossi Jr, eletta nello stesso collegio. Non è naturalmente in Aula Monica Rizzi, altra leghista bresciana che si è dimessa ieri (16 marzo) da assessore regionale allo Sport che non è consigliere e dunque ha concluso la sua esperienza al Pirellone.