Superbike, Max Biaggi annuncia il ritiro
«Esco di scena da campione».
Addio alle corse. Max Biaggi via Twitter ha annunciato il suo ritiro dal mondo delle due ruote. «È un'alba molto diversa oggi per me. Niente sarà come prima. Forza comunque!».
Il pilota ha poi ufficializzato in una conferenza stampa a Vallelunga l'addio: «Mi ritiro da campione».
L'eterno rivale di Valentino Rossi, che ha conquistato quest'anno il secondo mondiale Superbike, in carriera ha vinto quattro titoli mondiali nella classe 250.
CONTINUA IL RAPPORTO CON APRILIA. «Dopo 20 anni in giro per il mondo a cercare di battere i miei rivali ora ci sarà spazio per un altro Max Biaggi che in pochissimi conoscono. Mi dedicherò per prima cosa alla mia famiglia, ai miei figli. Ma il rapporto con l'Aprilia, che è la casa con la quale ho vinto più titoli mondiali, non finisce qui. Continuerà anche se in un'altra forma. Tra qualche tempo vi saprò dire meglio».
Ha spento così il motore della sua moto Max Biaggi che ha annunciato oggi l'addio alle competizioni. Con un addio arrivato a meno di un mese dalla vittoria del Mondiale di Superbike.
«NON SONO COME I POLITICI». «Comunicare questa mia decisione è stato un parto difficile», ha sottolineato, «mi ritiro da campione, all'apice della carriera per mia scelta. Voglio che i tifosi di me abbiano sempre un ricordo vincente. Personalmente sono molto soddisfatto di quello che ho fatto fino ad oggi. Ho avuto alti e bassi ma non è mai venuta meno la passione per questo sport. Ho dato sempre tutto me stesso».
Biaggi ha affidato a una battuta la sua decisione di lasciare le corse a 41 anni: «Non sono come alcuni politici che stanno attaccati alle poltrone», ha detto scherzando, «è giusto dare spazio ai giovani. Se guardiano all'Italia, il politico più giovane ha 160 anni».
SECONDA VITA IN SUPERBIKE. In carriera, dopo i quattro titoli in 250, Biaggi era passato alla 500 (ora MotoGp), come una delle più grandi promesse del motociclismo, ma la sua stella è stata subito eclissata da Valentino Rossi.
Dal 1998 al 2006, il Corsaro si è sempre piazzato ai primi posti nel mondiale, ma non ha mai portato a casa un titolo, perché quegli anni erano territorio del Dottore, all'apice della sua carriera.