L’orrore tra le mura di casa
Ha trasformato il figlio più grande nel carnefice delle sorelline
TERMOLI Il suo compito era quello di proteggerli, e invece abusava di loro, della loro ingenuità, della loro fragilità di bambini. È una storia di orrore quotidiano, di degrado assoluto, fisico e morale, quella che emerge a 48 ore dall’arresto del padre-orco, accusato di violenza sessuale su minore e maltrattamenti in famiglia. Nessuno dei tre figli, hanno chiarito ieri durante una conferenza stampa il commissario Mario Oriente e la responsabile dell’ufficio minori della questura di Campobasso, Carmela Dotoli, era riuscito a sfuggire alle attenzioni perverse dell’uomo. Il più grande, un maschietto che adesso ha appena 14 anni, dopo aver subito le violenze del padre si era trasformato a sua volta nell’aguzzino delle sorelline più piccole, entrambe di età inferiore a dieci anni. Da vittima a carnefice suo malgrado, secondo il più classico dei copioni.
A mettere fine alla sofferenza dei tre bambini non è stata la madre, anche lei prostrata da violenze e maltrattamenti, e che aveva troppa paura di quell’uomo per provare almeno a reagire. Sono stati i vicini a chiamare il numero nazionale istituito per denunciare abusi sui minori. Poi è intervenuta la Squadra mobile. La prima bambina vittima dei giochi perversi, alcuni mesi fa, fu prelevata da scuola e ascoltata alla presenza di assistenti sociali e psicologi. La famiglia già da tempo era seguita dai servizi sociali del Comune di Termoli, ma nessuno si era mai accorto di quanto avvenisse tra le mura domestiche.
L’uomo, senza un’occupazione fissa, dopo l’arresto, è stato trasferito in carcere a Larino, dove si trova rinchiuso su ordinanza di custodia cautelare del Gip del tribunale. Davanti al Gip frentano che ieri lo ha interrogato ha negato ogni addebito. I suoi legali, gli avvocati Stefania Giannandrea e Giuseppe Mileti stanno valutando il da farsi. Fino a questo momento non hanno prodotto l’istanza di remissione in libertà, ma non si esclude che possano presentare una richiesta di incidente probatorio. Intanto il trentanovenne resta in cella. I tre bambini, in vece, si trovano in una struttura protetta dove qualcuno si prenderà cura di loro. Forse, un giorno, se saranno fortunati, riusciranno a dimenticare.