martedì 15 luglio 2014

Che scandalo! Unicredit

 Che scandalo! Unicredit sottrae cifre da paura al correntista, e occulta i ricalcoli. Ecco le prove


RICA UNI
Sembra una storia surreale ma invece è quanto è capitato ad un utente di banca Unicredit a San Martino Buonalbergo, in provincia di Verona.  Un utente che ha lottato per più di 7 anni con ogni azione legale possibile ma solo per un caso fortuito della vita, qualche mese fa, nel richiedere  la documentazione completa al proprio legale, è venuto in possesso di documenti che comprovano tutte le colpe di Unicredit, possibili strumenti di prova, importanti ammissioni occultate relative a cifre ingenti sottratte.

Il  sig. Remigio Tuppini, così si chiama l’amministratore della Tierre, società del comparto orafo coinvolta in questa incredibile storia, nel giugno 2005 si è azzardato a richiedere il rimborso degli interessi anatocistici illegittimi applicati al conto corrente dell’azienda. Successivamente nel marzo 2006,  ha richiesto nuovamente il rimborso attraverso un legale ma di tutta risposta Unicredit  ha revocato le linee di credito e ha chiuso i rapporti bancari. Evidentemente la sede centrale della Banca si è edotta sullo stato reale di questo conto corrente, e ha prodotto un ricolacolo. Nell’Aprile 2006 Unicredit  rispondeva  affermando “la correttezza dell’operato e che dalle verifiche effettuate non risultava alcun superamento del tasso soglia  di usura, oltre il quale si commette l’illecito”.  Solo ad agosto 2012 quando Tuppini sfinito da una situazione che non portava a nulla, ha deciso di richiedere al proprio legale tutta la documentazione e di chiedere una consulenza altrove.
Avete capito? La Banca sapeva benissimo di aver trattenuto illecitamente del denaro ma questo documento non ha mai raggiunto il cliente, forse nella speranza di trovare qualche cavillo tramite i loro bravissimi avvocati. La prova è che in cima al documento si legge una trasmissione fax avvenuta a luglio del 2009 dall’avvocato di Unicredit all’ex legale del sig. Tuppini che si è guardato bene dal sottoporglielo.  E mentre il sig. Tuppini si batteva per avere giustizia facendo denunce penali regolarmente poi archiviate dal Tribunale di Verona (in quanto si basa su circolari fuorvianti di Banca d’Italia anziché svolgere indagini presso le banche e applicare la Legge), in sede civile a nulla è servito affrontare un estenuante procedimento in quanto sono stati sottratti gli indispensabili strumenti di prova.  Ma questo lo ha saputo solo in fase conclusiva quando il Giudice non ha potuto ammettere i documenti a causa della  tardiva presentazione.
Ora il Tuppini ha dato Procura al Presidente della ConFedercontribuenti di Padova, sig. Belluco, che ha tentato un approccio conciliativo con Unicredit ma inutilmente.  Nel frattempo  sono partite nuove denunce, sia nei confronti degli Avvocati coinvolti che nei confronti della Banca.  E’ il caso che gli inquirenti vadano a controllare le false scritture contabili, visto che sugli estratti conto dell’azienda sono riportate, a questo punto si può dire,  cifre di fantasia.
Se è vero che la Legge è uguale per tutti lo vedremo. Certo che i nostri occhi da questo caso non si abbasseranno mai. E’ uno scandalo tutto italiano che ha fatto chiudere un’azienda con ottime chance, ha portato alla disperazione e alla fame delle famiglie ma il più penalizzato è soprattutto l’anziano signor Tuppini che ormai di chance non ne ha più, le hanno portate via con un’ordinanza di sfratto, emessa da  un Giudice del Tribunale di Verona, stranamente velocissima, insieme ai macchinari che lui aveva costruito con la sua genialità, e i residui di lavorazione ossia l’argento… allo smaltimento, in discarica!

lunedì 7 luglio 2014

I 10 quesiti Pd sulle riforme, i grillini rispondono sì a tutto: «ora i dem non hanno più alibi»



I 10 quesiti Pd sulle riforme, i grillini rispondono sì a tutto: «ora i dem non hanno più alibi»



Giornata in altalena per i rapporti Pd-5 Stelle, che oggi

avrebbe dovuto avere il secondo incontro-confronto sulla legge
elettorale. Prima la conferma del grillino Di Maio, poi lo stop
del capogruppo dem alla Camera, Roberto Speranza, e il rinvio
a «dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni
indicate nei giorni scorsi». E dopo un duro post di Beppe Grillo
(«Sbruffoni della democrazia», passaggio cancellato in serata )
che però non chiude al dialogo, il blog del leader M5S pubblica
un lungo testo con le risposte chieste dal Pd come pregiudiziale
per la ripresa del confronto bilaterale: «Dieci risposte a 
dieci domande». E sono tutti dei sì(in neretto), per mostrare «la massima disponibilità al confronto e al dialogo», fare in modo
che il Pd «non abbia più alibi». 
Riforme, senatori dem riuniti, verso uno slittamento alla prossima settimana
Intanto, nella riunione in corso dei senatori Pd sulle riforme costituzionali (una novantina ipresenti), aperta da un appello del capogruppo Luigi Zanda a «fare presto» perchè il tema
del tempo «non è un capriccio» ma «un tema reale», si delinea un nuovo calendario per la riforma del Senato, al momento ancora all'attenzione della Ia commissione. Per Giorgio Tonini, vicecapogruppo Pd, che ha citato quanto riferito dalla relatrice del ddl Anna Finocchiato, il tema potrebbe infatti arrivare in Aula «giovedì o al più tardi martedì prossimo», il 15 luglio. Parlando della riunione in corso, Tonini l'ha descritta come «molto
serena e tranquilla, attenta al merito e ai contenuti, ci sono dei nodi da sciogliere ma la commissione sta lavorando da mesi e il testo che esce è interessante e maturo». Stasera non é comunque prevista nessuna votazione sul ddl boschi nella riunione dem. Il capogruppo proporrà di farla solo una volta che la commissione Affari costituzionali avrà licenziato il testo per l'aula che molto probabilmente slitterà alla prossima settimana.
Ballottaggio, premio di maggioranza nuovi collegi? Sì a tutto Il documento postato da Grillo affronta punto per punto i dieci quesiti del Pd. Prima domanda Pd: «Siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore?», risposta: «Sì». «Per noi quello che voi chiamate "vincitore" -
puntualizzato tuttavia i 5 Stelle - è il conquistatore di una vittoria di Pirro, che non garantisce in alcun modo la governabilità». In ogni caso - aggiungono i 5 Stelle - «al fine di evitare un pessima legge elettorale quale è la legge Berlusconi-Renzi nella sua attuale
formulazione» siamo «disponibili a prevedere un ballottaggio che dia ad una forza politica la maggioranza dei seggi, a condizione di evitare che la conquista del primo posto si trasformi
in una corsa all'ammucchiata di tutto e il suo contrario (come è stato per l'Unione di Romano Prodi e per le coalizioni guidate da Silvio Berlusconi) che ha provocato la caduta