Il Portogallo fa marcia indietro sulla Tav: Lisbona sparisce dalle mappe dell'alta velocità
© PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP
Il "corridoio Lisbona-Kiev" rischia di fare la fine del ponte di Messina, o perlomeno di vedersi cambiato il nome, dato che il Portogallo ha abbandonato il progetto Tav. Già a giugno scorso, in piena recessione, il neonato governo di Pedro Passos Coelho aveva sospeso i lavori della tratta centrale di 150 km del percorso Lisbona-Madrid, che doveva collegate Poceirao con Caia, alla frontiera con la città spagnola di Badajoz. Il precedente esecutivo socialista di José Socrates si era aggiudicato nel 2010 un appalto da 1,4 miliardi di euro per eseguire l'opera, ma la Corte dei Conti ha negato il via libera alla concessione. Una nota del ministero dei Trasporti riferisce che il Governo dovrà "analizzare nel dettaglio i termini della sentenza della Corte dei conti, tenendo in considerazione le sue conseguenze giuridiche ed economiche, in modo da difendere l'interesse pubblico e quello dei contribuenti portoghesi", e inoltre ha messo in luce le priorità future, che riguardano il trasporto di merci senza alta velocità da Sines e Aveiro, "al fine di rinforzare le condizioni per l'aumento della competitività delle esportazioni portoghesi".
Per il movimento No Tav italiano il passo indietro portoghese è una vittoria e la dimostrazione che è possibile fermare il progetto anche in Italia:
"Sono ormai anni che questo paese assume la 'cura europa', ricetta farmacologica anti crisi fatta di tagli allo stato sociale, tagli ai diritti del lavoro e così via e i risultati si vedono eccome, mercato nero dei farmaci, corruzzione per accedere alle cure ospedaliere, scuole che cadono in pezzi. [...] Con questo tagli il famoso corridoio V Lisbona Kiev perde un altro pezzo anche se molti li ha già persi senza troppo clamore. La Lisbona Kiev diventerebbe quindi Madrid Kiev ma il tratto Trieste Kiev come sta? Di questo in Europa nessuno osa parlarne, oltre il confine italiano sembra esserci la nebbia più fitta e anzi in Europa nulla giunge dello stato di salute di queste repubbliche".
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