Il Wall Street Journal e la ricerca semantica di Google
L'indiscrezione sul nuovo slancio di Google verso la semantica, arriva da un articolo pubblicato sul Wall Street Journal secondo il quale, Big G sarebbe già pronto a introdurre alcune importanti novità che cambieranno sensibilmente il funzionamento del motore di ricerca: non più solo link in relazione alle chiavi di ricerca utilizzate, ma anche dati e informazioni riferite al significato delle keyword in relazione al contesto.
Amit Singhal, uno dei maggiori responsabili dell'evoluzione del motore di ricerca, ha dichiarato in una recente intervista che Google cercherà i risultati della ricerche all'interno di uno sterminato database di "entità", raccolte negli anni tramite algoritmi appositamente creati e grazie anche all'acquisizione della start-up Metaweb Technologies.
In Rete però, i blogger più attenti e le testate specializzate, hanno già cominciato a mettere in dubbio lo scoop del prestigioso quotidiano.
Jacktech in particolare sottolinea:
"Nessuna novità da Google sul fronte della ricerca semantica: l’articolo del Wall Street Journal scritto da Amir Efrati sarebbe solo un puzzle di notizie vecchie e supposizioni personali. Che la stampa generalista abbia difficoltà a comprendere i motori di ricerca e tutto il mondo che gli gira intorno - SEO, SEM, linkbuilding, inbound marketing giusto per citare le parole più importanti e misteriose per l’utente normale - è un fatto già noto. Questa volta, però, la cantonata potrebbe essere veramente grossa perché a prenderla sarebbe stato uno dei giornali più autorevoli al mondo. E proprio l’autorevolezza della fonte ha indotto le testate di mezzo mondo a ribattere la notizia prendendola per buona"
Anche Tagliarbe apre il suo post con un punto interrogativo e aggiunge:
"A breve arriveranno dunque cambiamenti importanti, anche se Singhal - fra i più noti software engineer di Google - ha affermato che il processo verso la 'prossima generazione della search' è una strada che Google ha imboccato da anni: già oggi vengono forniti agli utenti risultati personalizzati e suggerimenti – istantanei – durante l’inserimento della query, e Google sarebbe già in grado di fornire risposte in base ad una sorta di 'valutazione collettiva' degli elementi più significativi correlati a determinate parole chiave"
Quel che ci aspetta dunque è un sistema capace di riconoscere semplici domande e fornire di conseguenza le risposte (quindi i risultati) più adeguate.
"Questo processo è iniziato nel 2010 con l’acquisizione da parte di Mountain View di un database che raccoglie tutte le informazioni fornite da Wikipedia - spiega Marco Varone, presidente e Cto di Expert System, azienda da anni impegnata nel settore della ricerca semantica. Ma più che di una soluzione, si tratterebbe, sempre secondo Varone, di una scorciatoia: "A Google manca ancora – almeno stando a quanto sappiamo – la capacità di estrarre dati e informazioni da tutte le pagine web, non solo da Wikipedia".
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