FonSai/ Arpe sonda JP Morgan, Nomura e Hsbc.
Pronta la squadra per la ricapitalizzazione di Fondiaria
Martedì, 8 maggio 2012 - 12:56:00
Difficile che in FonSai possano prendere in considerazione un'ipotesi alternativa a quella del matrimonio con Unipol, visto che fino ad ora le intenzioni di Emanuele Erbetta, amministratore delegato della compagnia assicurativa controllata dai Ligresti, non hanno lasciato spazio a differenti interpretazioni.
Eppure nel fronte Sator-Palladio, secondo i rumors, Matteo Arpe e il vicentino Roberto Meneguzzo nonavrebbero mollato il colpo, procedendo a preparare una controfferta su Fondiaria-Sai, gruppo del quale già controllano l'8% e non vincolato giuridicamente, come Premafin, da un'esclusiva che sbarra la strada ad altri progetti.
Non è semplice delineare i contorni definitivi del nuovo intervento dei due fondi di private equity per soffiare FonSai ai bolognesi di Unipol, però, secondo alcune indiscrezioni che circolano sul mercato, Arpe e Meneguzzo avrebbero sondato la disponibilità di JP Morgan, Nomura (che ha smentito, però, i rumors) e Hsbc a prendere parte a un consorzio di garanzia (alternativo a quello di Mediobanca) per sostenere l'aumento di capitale da 1,1 miliardo di euro, già varato dall'assemblea di Fondiaria. Se la soluzione ad uno dei problemi sarebbe stata trovata, rimane da mettere a posto un altro tassello fondamentale. E' chiaro, infatti, che a questa operazione orchestrata dall'ex a.d. di Capitalia e dai manager della Mediobanca del Nordest, dovrebbero partecipare altri soggetti per sobbarcarsi l'onere dell'ingente ricapitalizzazione e accompagnare la transizione della compagnia assicurativa verso un ritorno alla redditività.
In passato, erano circolati i nomi del fondo Clessidra di Claudio Sposito e della compagnia assicurativa veroneseCattolica, a cui, sempre secondo irumors, Arpe e Meneguzzo avevano bussato la porta all'inizio della loro avventura in Fondiaria, per dotarsi di quel lasciapassare prezioso da esibire in sede Isvap e accreditarsi nei confronti del mercato come valida alternativa industriale alla soluzione Unipol. Soluzione che, senza ombra di dubbio, in un'Italia che ha già perso qualche pezzo di pregio fra i grandi marchi industriali, qualcheappeal lo ha.
Nelle ultime ore, da qualche sala operativa hanno ipotizzato l'ingresso dell'italiana Banca Intesa, creditrice di Premafin per alcuni milioni e il cui amministratore delegato Tommaso Cucchiani, ex Allianz, ha avanzato delle riserve sulla bontà del piano di salvataggio UniSai. Difficile dire chi sarà il nuovo compagno di avventura del duo Sator e Palladio, ma non sarà altrettanto difficile per i due fondi, considerata la vasta gamma di relazioni di cui possono godere nel mondo della finanza, tirare fuori a breve l'asso dalla manica per scompaginare i piani di Mediobanca. Proprio ora che il potere di Piazzetta Cuccia non è più poi così inscalfibile.
Nelle ultime ore, da qualche sala operativa hanno ipotizzato l'ingresso dell'italiana Banca Intesa, creditrice di Premafin per alcuni milioni e il cui amministratore delegato Tommaso Cucchiani, ex Allianz, ha avanzato delle riserve sulla bontà del piano di salvataggio UniSai. Difficile dire chi sarà il nuovo compagno di avventura del duo Sator e Palladio, ma non sarà altrettanto difficile per i due fondi, considerata la vasta gamma di relazioni di cui possono godere nel mondo della finanza, tirare fuori a breve l'asso dalla manica per scompaginare i piani di Mediobanca. Proprio ora che il potere di Piazzetta Cuccia non è più poi così inscalfibile.
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