Penati e le tangenti rosse di Sesto
"Appalti a coop e false mediazioni"
L'esponente del Pd verso il processo con altri 21 indagati. Il costruttore Pasini afferma che coinvolgere il Ccc di Bologna era lo "snodo dell'affare"
MILANO - È la fotografia di quindici anni di presunte mazzette e appalti pilotati, ma anche la descrizione di un sistema di potere e relazioni cresciuto intorno a Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex presidente della provincia di Milano. A quasi un anno dalle perquisizioni che resero pubblica l'inchiesta, i pm di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchia, chiudono le indagini sul "Sistema Sesto" e si preparano a chiedere il processo per il politico Pd, ex capo della segreteria di Pierluigi Bersani, e altri 22 indagati per corruzione, concussione e illecito finanziamento ai partiti. Tra loro ci sono quelli che furono i vertici del Pd milanese. Funzionari partiti dagli incarichi nell'amministrazione locale della ex Stalingrado d'Italia, arrivati poi in Provincia e che, fino a un anno fa, si proponevano ancora come l'alternativa al centrodestra
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