Spagna, 76 feriti negli scontri tra minatori e polizia
11 luglio 2012
Luciana Coluccello
La manifestazione dei minatori spagnoli di questa mattina, svoltasi a Madrid alle porte del ministero dell’Industria, si è trasformata già nel primo pomeriggio in un feroce scontro tra la polizia anti-sommossa e i dimostranti. Di 76 feriti e 7 arresti è il bilancio finale delle vittime, tra manifestanti e poliziotti.
Secondo fonti dell’Interno, si sarebbero mischiati ai manifestanti alcuni gruppi “antisistema” muniti di lanciarazzi e mattoni che venivano utilizzati contro le forze dell’ordine.
La protesta dei minatori sembrava inizialmente abbastanza pacifica. Anche l’arrivo al ministero, un’ora dopo del previsto, è avvenuto in un clima che si potrebbe definire quasi festoso. I minatori attivavano petardi al grido fiero “a por ellos, oe, oe“, camminando protetti da un cordone di sicurezza messo in piedi da altri manifestanti. Il delegato Cristina Cifuentes aveva parlato di una presenza della polizia “sufficiente e adeguata” per prevenire incidenti e garantire la sicurezza pubblica.
La manifestazione dei minatori, in realtà catalizzatore del malcontento di molti gruppi sociali colpiti dai tagli del governo Rajoy, marciava lentamente e la coda dei partecipanti si estendeva lungo parecchi chilometri, fino a piazza Emilio Castelar. Insieme ai minatori c’erano anche i segretari generali di molti sindacati, alcuni sindaci asturiani che vi avevano aderito e membri del movimento contro i tagli di Madrid.
Le prime tensioni sono cominciate quando i manifestanti, una volta arrivati al ministero, hanno trovato la sede completamente schermata dalla polizia antisommossa. La situazione si è complicata quando alcuni dei minatori hanno cercato di tirare la recinzione di sicurezza che circonda l’intero perimetro della sede del ministero lanciando a intermittenza diversi tipi di oggetti, dai petardi alle bottiglie, dai bastoni alle pietre, alle banane.
Quasi immediatamente sono iniziate le cariche della polizia con manganelli e proiettili di gomma, cosa che non ha fatto altro che inasprire la situazione. Escalation che è coincisa con l’arrivo sul posto dei 200 minatori della “marcha negra” che, dopo aver viaggiato a piedi per quasi venti giorni, sono giunti a Madrid lo scorso fine settimana.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sembra esser stata la rissa scoppiata tra un gruppo di dimostranti e i poliziotti. Secondo quanto scrive El Pais, infatti, circa 30 elementi della polizia antisommossa protetti da scudi, armati di fucili e di proiettili di gomma avrebbero condotto dietro un angolo un gruppo di manifestanti e poi li avrebbero provocati. Non è chiaro se solo verbalmente. Il loro scopo: registrare le reazioni violente dei minatori che, ovviamente, hanno risposto lanciando contro la polizia una nuova pioggia di oggetti. Da quel momento, l’aumento della tensione che ha finito col determinare i 76 feriti. Otto di loro sono finiti addirittura in ospedale.
Nessun rappresentante del dipartimento diretto dal ministro Jose Manuel Soria si è degnato di ricevere qualche minatore. Neppure quelli che hanno percorso quasi 500 chilometri a piedi per dire“no” ai tagli del governo sono stati accolti. Nessuno di loro, nemmeno qualche sindacalista ha avuto la possibilità di entrare nel ministero.
Il braccio di ferro tra minatori e governo va avanti da più un mese, dopo che Rajoy ha deciso di tagliare i sussidi al settore dai 301 milioni di euro del 2011 ai 111 di quest’anno. Questo, nonostante l’avvertimento dei sindacati: con i tagli si mettono a rischio non solo gli 8mila minatori spagnoli ma anche le 30mila persone che lavorano nell’indotto del settore.
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