martedì 9 ottobre 2012

Errani hai imparato dai tuoi colleghi ..immaginavo che noi fossimo diversi


Errani, dimissioni strategiche

Via dalla Regione per una carica a Roma.

La sede di Terremerse, la società presieduta fino al 2010 da Giovanni Errani.


Nei corridoi della Regione Emilia Romagna si respira un clima di attesa. La data chiave è quella del 7 novembre, quando il governatore Vasco Errani è chiamato a presentarsi all’udienza davanti al gup di Bologna, Bruno Giangiacomo, che potrebbe decidere l’eventuale rinvio a giudizio.
Il governatore, infatti, è indagato per il reato di falso in atto pubblico per il finanziamento della cooperativa Terremerse, presieduta da suo fratello Giovanni.
IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO. Il lavoro degli uffici regionali in viale Aldo Moro prosegue come se nulla fosse, ma Errani ha predisposto un piano da mettere in pratica in caso di rinvio a giudizio.
Infatti il tre volte governatore è pronto a dimettersi entro gennaio per evitare imbarazzi al partito e, allo stesso tempo, potersi difendere dalle accuse che gli vengono rivolte. Un gesto spinto dalla necessità, ma anche da un calcolo accurato delle mosse successive che il presidente ha messo a punto.
UNA CARICA COME MINISTRO. Il politico, originario di Massa Lombarda (Ra), è infatti convinto che un suo passo indietro dall’incarico regionale potrebbe in breve tempo dargli la possibilità di tornare sulla scena nazionale.
Non è un segreto infatti che da un po' coltivi ambizioni più a Sud di Bologna. Era stato tra i papabili per ricoprire il ruolo di ministro nel caso il governo Monti avesse avuto un carattere meno tecnico.
Superata quella ipotesi, gli resta comunque l’incarico della Conferenza Stato-regioni, che presiede da due anni. Un ruolo che gli consente di aspirare a un ruolo di primo piano anche nel prossimo esecutivo, se le previsioni saranno rispecchiate.
Quindi in caso di rinvio a giudizio prima ci sarebbe il passaggio di consegne anticipato in Regione, poi le elezioni politiche e infine una sua probabile nomina governativa. Ecco tracciata la nuova vita dell’esponente ravennate.
È GIÀ CACCIA AL SUCCESSORE. Così circolano le prime ipotesi su chi potrebbe raccogliere l’eredità del presidente democratico. Il profilo del successore è presto fatto: dovrà essere un piddino di certa fede bersaniana e con un ottimo rapporto con il governatore uscente.
Ecco perché si parla del segretario regionale Stefano Bonaccini, modenese e fedelissimo del segretario Pd che siede già in Regione, e qualcuno azzarda anche il nome del neo-sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, eletto da pochi mesi.
Ma non sono pochi a credere che avrebbero più possibilità due assessori regionali come Gian Carlo Muzzarelli, con delega alle Attività produttive e Alfredo Pedi, responsabile della Programmazione territoriale.

Il governatore si dedica al post terremoto

Al momento la vera priorità per Errani resta la ricostruzione delle zone dell’Emilia colpite dal sisma del 20 e 29 maggio. Infatti il governatore è anche il commissario straordinario per la ricostruzione e vuole garantire una ripresa in tempi record.
OBIETTIVO RICOSTRUZIONE. Tra le promesse portate subito a termine c’è stata l’apertura delle scuole. Dopo aver fatto riprendere le lezioni il 17 settembre come previsto, Errani ha garantito che entro il 15 ottobre «saranno sistemati negli edifici scolastici temporanei 18 mila studenti e avremo riparato oltre 200 scuole».
Poi ci sono da sistemare gli edifici che non sono ancora agibili e gli alloggi pubblici e chiudere al più presto gli ultimi campi di accoglienza. Insomma, la tempistica post-sisma è stata calibrata in modo da non lasciare spazio alle polemiche.
Il suo obiettivo è riportare entro gennaio l’Emilia in condizioni quasi ottimali. Lo scopo è duplice: mantenere l’impegno preso coi cittadini, ma soprattutto lasciare un’adeguata eredità al suo successore.
I CONTROLLI NELLA SEDE REGIONALE. Intanto, nell’edificio della Regione si percepisce un clima da ultimi giorni, con la guardia di finanza che ha effettuato dei controlli negli uffici ai primi di ottobre.
La sede di viale Aldo Moro non è stata immune dall’effetto Lazio e la procura di Bologna ha aperto un fascicolo di indagine conoscitiva sulla gestione dei conti economici dei gruppi consiliari dell’assemblea.
Non c’è nessun indagato, ma si tratta comunque di una preoccupazione in più per Errani in vista di novembre.

Lunedì, 08 Ottobre 2012

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