«Sì a un premier estraneo ai partiti Noi da Napolitano con Casaleggio»
Il capogruppo del M5S al Senato: «Il nuovo premier? Ci interessano le idee non le persone»
Vito Crimi, capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle
«Il nostro obiettivo non è perpetuare ciò che è stato fatto, ma dare vita a una rivoluzione culturale e di merito. Se iniziamo a cedere significa fare dei passi indietro».
Nessuno spazio per i ripensamenti, nessuna trattativa con i partiti per un eventuale appoggio a un esecutivo. Vito Crimi, capogruppo dei Cinque Stelle al Senato, è chiaro.
Ma non vi sentite responsabili per l'impasse politica attuale?
«La responsabilità ci viene addebitata dagli altri partiti, i nostri attivisti sono compatti con noi».
Non teme che un eventuale stallo possa nuocere al Paese?
«È una forzatura. Non ci sarà nessuno stallo, semplicemente veniamo da vent'anni di governi forti, di un premierato che somiglia a un presidenzialismo di fatto. Ora non è così».
E cosa direte a Giorgio Napolitano? Chi parteciperà alle consultazioni?
«Andremo io e Roberta Lombardi. Molto probabilmente ci sarà anche Beppe Grillo, potremmo anche proporlo a Gianroberto Casaleggio. Al capo dello Stato diremo che vogliamo un governo a cinque stelle e non dei Cinque Stelle».
Ossia?
«Un governo che abbia come priorità l'acqua pubblica, la decrescita, la mobilità intelligente. Non importano le persone, ma i temi».
Quindi siete disponibili ad accordi?
«Sui singoli provvedimenti siamo disponibili a cercare le soluzioni migliori con gli altri partiti e questa situazione in Senato - in cui ci deve essere per forza la convergenza di almeno altre due forze politiche - farà sì che non prevarranno più gli interessi di partito, ma quelli dei cittadini».
E il candidato premier?
«Il nome non conta. A me piacerebbe una personalità della società civile estranea ai partiti non condizionata dalla politica, e ce ne sono molte».
Cosa vorreste in concreto?
«Che il Parlamento iniziasse a lavorare quanto prima».
Ma presto forse ci saranno nuove elezioni...
«Noi ragioniamo sul momento. Bisogna che ci sia senso di responsabilità dei partiti che hanno perso per dare a Napolitano l'occasione per fare qualcosa di nuovo. A quel punto vedremo se lui avrà il coraggio e la disponibilità per fare certe scelte».
Non temete che questo vostro atteggiamento verso il Pd possa allontanare quegli elettori di centrosinistra che vi hanno votato?
«Se dal centrosinistra sono arrivati a noi è difficile che siano ancora affezionati a quell'area politica».
Nessuna alleanza significa anche che sarà molto difficile per voi andare al governo...
«Per noi non è importante la collocazione politica, ma portare le istanze dei cittadini in Parlamento. Questo ci dà forza».
Perché non avete fatto un referendum per l'alleanza con i democratici? E ne farete in futuro di scelte a democrazia partecipativa sulla nuova piattaforma?
«Sì, ovviamente faremo scelte anche politiche, ma ci sono alcune cose che non si discutono: il no alle alleanze con i partiti o la lotta agli inceneritori o per l'acqua pubblica, per esempio, sono cardini del movimento. È come chiedere alla Lega di fare un referendum sulla sua natura federalista».
Per voi sarebbe diverso un dialogo con Matteo Renzi anziché con Pier Luigi Bersani?
«Sarebbe uguale».
Quale sarà la sua prima istanza in Senato?
«I tagli ai costi della politica, girando subito il ricavato a quelle categorie come esodati e disabili che ne hanno bisogno. Deve essere per tutti un gesto forte, importante. Inizierei con i rimborsi elettorali e con i privilegi per gli ex presidenti delle Camere».
E voi invece quali tagli ai benefit effettuerete?
«Li stiamo ancora valutando. L'obiettivo è rivederci tutti tra tre mesi, conti alla mano, per stabilire quali voci eliminare. Ma tratterremo solo ciò che spenderemo».
Ha sentito Grillo? Ha visto che oggi ha dichiarato che siamo di fatto fuori dall'euro? Siete per uscire dall'euro? Lei cosa ne pensa?
«Beppe ci ha telefonato durante l'assemblea di domenica, ma era una chiacchierata da amici. Non abbiamo alcun tipo di indicazione da lui o Casaleggio. L'euro? Non si tratta di uscirne o meno, ma di capire la velocità degli Stati e in base a quella attuare politiche monetarie differenti».
Il capogruppo del M5S al Senato: «Il nuovo premier? Ci interessano le idee non le persone»
Vito Crimi, capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle
«Il nostro obiettivo non è perpetuare ciò che è stato fatto, ma dare vita a una rivoluzione culturale e di merito. Se iniziamo a cedere significa fare dei passi indietro».
Nessuno spazio per i ripensamenti, nessuna trattativa con i partiti per un eventuale appoggio a un esecutivo. Vito Crimi, capogruppo dei Cinque Stelle al Senato, è chiaro.
Ma non vi sentite responsabili per l'impasse politica attuale?
«La responsabilità ci viene addebitata dagli altri partiti, i nostri attivisti sono compatti con noi».
Non teme che un eventuale stallo possa nuocere al Paese?
«È una forzatura. Non ci sarà nessuno stallo, semplicemente veniamo da vent'anni di governi forti, di un premierato che somiglia a un presidenzialismo di fatto. Ora non è così».
E cosa direte a Giorgio Napolitano? Chi parteciperà alle consultazioni?
«Andremo io e Roberta Lombardi. Molto probabilmente ci sarà anche Beppe Grillo, potremmo anche proporlo a Gianroberto Casaleggio. Al capo dello Stato diremo che vogliamo un governo a cinque stelle e non dei Cinque Stelle».
Ossia?
«Un governo che abbia come priorità l'acqua pubblica, la decrescita, la mobilità intelligente. Non importano le persone, ma i temi».
Quindi siete disponibili ad accordi?
«Sui singoli provvedimenti siamo disponibili a cercare le soluzioni migliori con gli altri partiti e questa situazione in Senato - in cui ci deve essere per forza la convergenza di almeno altre due forze politiche - farà sì che non prevarranno più gli interessi di partito, ma quelli dei cittadini».
E il candidato premier?
«Il nome non conta. A me piacerebbe una personalità della società civile estranea ai partiti non condizionata dalla politica, e ce ne sono molte».
Cosa vorreste in concreto?
«Che il Parlamento iniziasse a lavorare quanto prima».
Ma presto forse ci saranno nuove elezioni...
«Noi ragioniamo sul momento. Bisogna che ci sia senso di responsabilità dei partiti che hanno perso per dare a Napolitano l'occasione per fare qualcosa di nuovo. A quel punto vedremo se lui avrà il coraggio e la disponibilità per fare certe scelte».
Non temete che questo vostro atteggiamento verso il Pd possa allontanare quegli elettori di centrosinistra che vi hanno votato?
«Se dal centrosinistra sono arrivati a noi è difficile che siano ancora affezionati a quell'area politica».
Nessuna alleanza significa anche che sarà molto difficile per voi andare al governo...
«Per noi non è importante la collocazione politica, ma portare le istanze dei cittadini in Parlamento. Questo ci dà forza».
Perché non avete fatto un referendum per l'alleanza con i democratici? E ne farete in futuro di scelte a democrazia partecipativa sulla nuova piattaforma?
«Sì, ovviamente faremo scelte anche politiche, ma ci sono alcune cose che non si discutono: il no alle alleanze con i partiti o la lotta agli inceneritori o per l'acqua pubblica, per esempio, sono cardini del movimento. È come chiedere alla Lega di fare un referendum sulla sua natura federalista».
Per voi sarebbe diverso un dialogo con Matteo Renzi anziché con Pier Luigi Bersani?
«Sarebbe uguale».
Quale sarà la sua prima istanza in Senato?
«I tagli ai costi della politica, girando subito il ricavato a quelle categorie come esodati e disabili che ne hanno bisogno. Deve essere per tutti un gesto forte, importante. Inizierei con i rimborsi elettorali e con i privilegi per gli ex presidenti delle Camere».
E voi invece quali tagli ai benefit effettuerete?
«Li stiamo ancora valutando. L'obiettivo è rivederci tutti tra tre mesi, conti alla mano, per stabilire quali voci eliminare. Ma tratterremo solo ciò che spenderemo».
Ha sentito Grillo? Ha visto che oggi ha dichiarato che siamo di fatto fuori dall'euro? Siete per uscire dall'euro? Lei cosa ne pensa?
«Beppe ci ha telefonato durante l'assemblea di domenica, ma era una chiacchierata da amici. Non abbiamo alcun tipo di indicazione da lui o Casaleggio. L'euro? Non si tratta di uscirne o meno, ma di capire la velocità degli Stati e in base a quella attuare politiche monetarie differenti».
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