martedì 3 marzo 2015

Il caso De Luca imbarazza il Pd di Renzi

Il caso De Luca imbarazza il Pd di Renzi

L'ex sindaco di Salerno, in caso di vittoria alle Regionali di maggio, verrebbe sospeso per effetto della legge Severino. E il suo partito non è disponibile a cambiare le norme in vigore

vincenzo de luca 2

Il successo alle primarie del centrosinistra in Campania di Vincenzo De Luca imbarazza il Pd di Matteo Renzi per la condanna in primo ad un annoper abuso d’ufficio inflitta all’ex sindaco di Salerno lo scorso mese di gennaio. In caso di vittoria alle Regionali di maggio, infatti, De Luca potrebbe non essere eletto per effetto della legge Severino, che stabilisce l’incandidabilità o l’ineleggibilità dei condannati. Il nodo è stato molto affrontato durante la campagna elettorale per la candidatura alle Regionali, che vedeva De Luca opposto all’europarlamentare del Partito Democratico Andrea Cozzolino.
DE LUCA CONDANNA LA SEVERINO, MA IL PD NON LA CAMBIA – L’ex sindaco di Salerno ha sempre risposto all’accusa lasciando intendere di voler puntare su un ricorso, al Tar, ma soprattutto, ha ricordato altri simili casi in cui i condannati hanno evitato gli effetti della Severino. Solo due settimane fa, ad Agropoli, De Luca ci ha spiegato:
Tutti quelli che hanno impattato con la legge Severino sono stati riammessi, sia dai tribunali amministrativi, come è capitato a Napoli, sia dai tribunali civili, come è successo a Bari, dove il 29 gennaio un consigliere regionale che era sospeso per la Severino è stato riammesso tranquillamente. Chi viene eletto viene eletto, e governa.
Questa certezza, però, non è affatto di casa nel Pd nazionale. Che, in ogni caso, toglie ogni dubbio sull’opportunità di modificare nei prossimi mesi la Severino (altra richiesta di De Luca). In altre parole, a Roma riconoscono l’esito del voto in Campania ma fanno sapere anche che le norme su incandidabilità e ineleggibilità dei condannati resteranno in vigore. In una simile situazione gli interrogativi sul destino di De Luca sembrano destinati a rimanere inevasi ancora fino al giorno del voto.
DE LUCA SI DIFENDE DALLE ACCUSE – Altro nodo riguarda la specifica vicenda per la quale De Luca è stato condannato ad un anno per abuso d’ufficio. L’ex sindaco di Salerno nel corso della campagna elettorale per le primarie ha ripetuto che quello nei suoi confronti è un verdetto ingiusto. Lo scorso 21 gennaio, ad esempio, a poche ore dalla condanna in un incontro ha spiegato:
L’oggetto della discussione è questo: aver nominato un project manager anziché un coordinatore. Un signore che ha fatto il lavoro di coordinamento ed ha percepito 8.000 euro netti per un anno e mezzo di lavoro, non decisi da me, ma dal gruppo. Questo è tutto. Tenete conto che negli stessi anni le Ferrovie dello Stato appaltavano opere nominando project manager. L’Anas nominava project manager. L’Ordine degli Ingegneri nella mia città faceva convegni sul project manager. E tuttavia (i giudici, nda) hanno ritenuto che questo fosse un grave abuso d’ufficio

FREDDEZZA IN CASA PD – Nel Pd le reazioni sono diverse. Mentre il neo candidato alle Regionali annuncia una «rivoluzione democratica» c’è chi tende ad abbassare i toni e chi lancia frecciate. Il vicesegretario Lorenzo Guerini, l’uomo di Renzi che insieme al sottosegretario Luca Lotti, si è maggiormente interessato alla vicenda campana degli ultimi mesi, fa sapere che con l’ex sindaco di Salerno verrà avviato un «lavoro corale di tutto il partito e della coalizione» per vincere anche le secondarie, contro il governatore uscente Stefano Caldoro. Altri sono maliziosi. Il deputato Pippo Civati, uno dei più distanti dal premier-segretario, dal suo blog ironicamente parla delle primarie come di una «grande giornata di democrazia», facendo riferimento al boom di voti di De Luca nella sua città. «La geografia supera la politica. De Luca vince con la sua città: è un voto di Salerno contro Napoli», ha commentato. Una via d’uscita, insomma, potrebbe essere rappresentata solo dal parere espresso dalla Corte Costituzionale. La legge Severino è sub judice e aspetta il verdetto della Consulta sugli articoli 10 e 11. In attesa della sentenza, il web attacca. Dopo la vittoria di De Luca alle primarie campane l’hashtag #DeLuca è diventato trend per molte ore sui social network, con commenti quasi tutti velenosi.



Nessun commento:

Posta un commento