Nuovo tentativo di suicidio nel carcere di Marassi: “Escalation di emergenze e sempre meno agenti”
Marassi. Ennesimo tentativo di suicidio nel carcere di Marassi. Un giovane detenuto straniero ha tentato di togliersi la vita mediante impiccagione ed è stato salvato grazie dalla tempestività dell’agente di Polizia Penitenziaria addetto al controllo.
“Ennesima tragedia sfiorata – commenta Michele Lorenzo, segretario del Sappe ligure – l’episodio non è da sottovalutare benché l’evento critico sia stato risolto positivamente. Se il compito della sicurezza penitenziaria è demandata alla Polizia Penitenziaria la quale dell’incolumità dei detenuti ne ha fatto non solo una mission istituzionale ma anche e soprattutto morale, di contro non vengono forniti utili strumenti per eseguire al meglio il nostro mandato. Basti pensare che non sono stati mai programmati di corsi di formazione in tema di pronto soccorso, di BLSD o di difesa personale, corsi che consentono un migliore impiego della Polizia Penitenziaria sia all’interno che all’esterno degli istituti”.
Secondo Lorenzo, nemmeno l’organizzazione interna voluta dal vertici romani, denominata vigilanza dinamica, aiuta la Polizia Penitenziaria ad interventi di maggiore efficacia.
“In questo episodio – continua – l’unico agente di servizio doveva controllare anche i cortili passeggi e solo un caso ha voluto che l’agente abbia udito un tonfo provenire da una cella che ha allertato la sua attenzione ed il suo intervento per salvare la vita al giovane detenuto. Ricoverato in ospedale è stato dimesso perché, fortunatamente non si sono riscontrati danni di nessuna natura. L’escalation di eventi critici che si stanno verificando in Liguria mantiene alto il nostro livello di attenzione, ma è solo la Polizia Penitenziaria ad essere sottoposta ad un livello di continua allerta sempre con una minore presenza di personale; e di numeri a Marassi se ne parla sempre in negativo, con 110 agenti in meno che, nel 2014 hanno gestito quasi 90 urgenze un centinaio di casi autolesionismo 10 tentativi di suicidio. Numeri che oggi più che mai deve svegliare le coscienze degli amministratori e dei politici per un impegno concreto sul fronte sicurezza penitenziaria, cosa che ad oggi non ci risulta essere attuato”.
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