Alfano e Renzi se ne fregano della criminalità a Foggia? Non votiamo i loro candidati alle regionali
La cronaca è più eloquente delle belle parole: dall'inizio dell'anno, in soli quattro mesi, 6 omicidi, 27 rapine, 13 bombe fatte esplodere. Se chi rappresenta i loro partiti è incapace di portare fisicamente a Foggia persino un Ministro, allora non è credibile, non vale un solo voto dei foggiani
Sei omicidi; 27 rapine, di cui 4 presso Istituti bancari e 2 ad uffici postali; 13 bombe fatte esplodere a danno degli esercizi commerciali, per non parlare delle delle 14 "spaccate" subite dagli stessi in meno di un mese, 11 delle quali portate a segno su Foggia nel solo weekend di Pasqua e Pasquetta. Basta questo bollettino di guerra, registrato dalle cronache locali in Capitanata dall'inizio dell'anno, in soli quattro mesi, per convincere il Ministro dell'Interno Angelino Alfano e il Governo Renzi a prendere coscienza che Foggia e la sua provincia sono diventate una prateria sconfinata per una criminalità incattivita? Evidentemente, non bastano; considerato che il Ministro ha lasciato letteralmente cadere nel vuoto le continue richieste di intervento da parte del sindaco della città capoluogo, sommessamente anche da parte delle altre istituzioni, e ha persino dato forfait ad un appuntamento che lo voleva presente a Foggia giovedì 18 dicembre scorso. Insomma, Alfano e il Governo di cui fa parte continuano a fregarsene platealmente di quanto sta accadendo a Foggia. E se Foggia se ne strafregasse di chi rappresenta i loro partiti alle prossime elezioni regionali, non votandoli? Perché o gli esponenti del PD di Renzi e quelli di NCD di Alfano (ora riciclatisi in Area Popolare del Movimento Politico Schittulli) sono capaci di portare fisicamente a Foggia il Ministro dell'Interno a dire qualcosa di serio in nome anche del Governo di cui fa parte, oppure non sono credibili per nulla e, quindi, non valgono un solo voto dei cittadini foggiani.
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