Do not track, la risposta di Google alle polemiche sulla privacy
C'è voluta l'amministrazione Obama per arrivare a un cambio di rotta sulla pubblicità personalizzata di Google, manifestazione di una continua e sotterranea raccolta dati sull'utente. Con la pubblicazione del Libro Bianco il governo americano chiede infatti a Google di adottare l'opzione do not track, e delinea una prima "Dichiarazione dei diritti del consumatore in materia di privacy": una serie di principi cui gli operatori del settore devono attenersi nel trattamento dei dati personali dei loro utenti.
La funzionalità do not track è già presente su Mozilla Firefox, Explorer di Microsoft e nell'ultima versione del sistema operativo di Apple, Mountain Lion, e arriverà anche su Chrome entro la fine dell'anno. Quattrocento tra inserzionisti e società che si occupano di monitoraggio, si sono impegnati sotto il cappello della Digital Advertising Alliance a rispettare il do not track nel giro dei prossimi nove mesi. Non si tratterà comunque di un oblìo completo: le aziende, ricorda il Wall Street Journal, potranno comunque collezionare i dati per ricerche di marketing e per lo sviluppo di prodotti.
A questo proposito il partito degli scettici si trova rappresentato dal giornalista Jeff Jarvis, chesull'Huffington Post denuncia che l'opzione non va considerata una vittoria per i consumatori e che probabilmente - Jarvis fa notare come tra i fautori del do not track ci sia un fanatico dei modelli di business a pagamento come Rupert Murdoch - il nuovo sistema favorirà "media meno liberi e più pay-wall".
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