Effetto Pisapia??ma??o finalmente il declino di D'alema???
Pd battuto a primarie Genova
La spunta vendoliano Doria. Sconfitte sindaco Vincenzi e la senatrice Pinotti
13 febbraio, 09:50
Alessandro Galavotti
Il centrosinistra sceglie Marco Doria per la corsa alle amministrative della prossima primavera. Il candidato indipendente, sostenuto da Sel, ha vinto con il 46% dei voti le primarie della coalizione, che oggi hanno portato alle urne circa 25mila persone, 10mila in meno rispetto a 5 anni fa. Battuta Marta Vincenzi (27.5%), il sindaco uscente al suo primo mandato, il grande sconfitto è il Pd, che non ha saputo evitare la divisione tra la stessa Vincenzi e la senatrice Roberta Pinotti (26.3%). E che ora dovrà vedersela con i dubbi degli alleati di Italia dei Valori e Udc, pronti a schierare loro candidati. Un vero e proprio "tzunami politico, come lo definisce il Pdl, che non ha ancora scelto il suo candidato per la corsa a Palazzo Tursi ma che potrebbe trovare nuova linfa dal successo del 'Pisapia genovese. Un ''terremoto", come ammette lo stesso Pd, i cui vertici promettono ora una attenta "autocritica interna". Dopo Milano, anche a Genova si conferma dunque il successo di un candidato che non appartiene al primo partito del centrosinistra e che vuole "dare un taglio" al passato. "Considero l'impegno politico come un servizio alla comunità, non cerco potere o privilegi, ma solo una soluzione ai problemi della gente", sono le prime parole pronunciate da Doria, 55 anni, docente alla facoltà di Economia dell'Università di Genova. Alle spalle un passato nel Pci e tre anni da consigliere comunale, all'inizio degli Anni Novanta. Poi più nulla, fino all'appello di un gruppo di intellettuali e al sostegno del prete di strada don Andrea Gallo che lo hanno spinto verso le primarie. "Ha vinto un modo diverso di porgersi nei confronti dei cittadini, che hanno bisogno di una politica diversa", sottolinea Doria, che non vuol sentire parlare di strategie di coalizione o di trattative per dare posti in giunta ai candidati sconfitti. "Sono logiche da politica vecchia - sostiene Doria - é il popolo del centrosinistra che deve continuare ad avere la parola". Il Pd promette sostegno al candidato vincitore. "Non rimprovero niente a nessuno - commenta il sindaco uscente Marta Vincenzi - ma ora si deve aprire una riflessione sui programmi avanzati, visto che al momento ho solo sentito dire dei no".
DORIA, UN SEGNALE CHE MANDIAMO A ROMA - "C'é una terza strada, tra l'antipolitica di Beppe Grillo e la voglia di lasciar perdere che emerge in settori della sinistra. E' la voglia di cambiare da dentro, è la passione, l'entusiasmo della gente". E' questo il "segnale preciso" che Marco Doria, vincitore delle primarie del centrosinistra di Genova, manda a Roma. Intervistato da Repubblica, il candidato indipendente ma sostenuto da Sel che ieri a Genova ha battuto i due candidati del Pd per la corsa alle amministrative della prossima primavera sottolinea che "il popolo di sinistra ha voglia di cambiare e non perde nessuna occasione". "Vinceremo la battaglia per conquistare Palazzo Tursi - spiega - insieme ai militanti e ai dirigenti del Pd, non contro di loro. Abbiamo firmato tutti e cinque un preciso impegno: i quattro sconfitti avrebbero appoggiato, con tutte le loro forze, il vincitore". Il denaro speso per la campagna? "Meno della metà di quello che avremmo potuto spendere. C'era un tetto di 20mila euro, ne abbiamo spesi meno di 10mila. Forse anche questo è un segnale per Roma".
Il centrosinistra sceglie Marco Doria per la corsa alle amministrative della prossima primavera. Il candidato indipendente, sostenuto da Sel, ha vinto con il 46% dei voti le primarie della coalizione, che oggi hanno portato alle urne circa 25mila persone, 10mila in meno rispetto a 5 anni fa. Battuta Marta Vincenzi (27.5%), il sindaco uscente al suo primo mandato, il grande sconfitto è il Pd, che non ha saputo evitare la divisione tra la stessa Vincenzi e la senatrice Roberta Pinotti (26.3%). E che ora dovrà vedersela con i dubbi degli alleati di Italia dei Valori e Udc, pronti a schierare loro candidati. Un vero e proprio "tzunami politico, come lo definisce il Pdl, che non ha ancora scelto il suo candidato per la corsa a Palazzo Tursi ma che potrebbe trovare nuova linfa dal successo del 'Pisapia genovese. Un ''terremoto", come ammette lo stesso Pd, i cui vertici promettono ora una attenta "autocritica interna". Dopo Milano, anche a Genova si conferma dunque il successo di un candidato che non appartiene al primo partito del centrosinistra e che vuole "dare un taglio" al passato. "Considero l'impegno politico come un servizio alla comunità, non cerco potere o privilegi, ma solo una soluzione ai problemi della gente", sono le prime parole pronunciate da Doria, 55 anni, docente alla facoltà di Economia dell'Università di Genova. Alle spalle un passato nel Pci e tre anni da consigliere comunale, all'inizio degli Anni Novanta. Poi più nulla, fino all'appello di un gruppo di intellettuali e al sostegno del prete di strada don Andrea Gallo che lo hanno spinto verso le primarie. "Ha vinto un modo diverso di porgersi nei confronti dei cittadini, che hanno bisogno di una politica diversa", sottolinea Doria, che non vuol sentire parlare di strategie di coalizione o di trattative per dare posti in giunta ai candidati sconfitti. "Sono logiche da politica vecchia - sostiene Doria - é il popolo del centrosinistra che deve continuare ad avere la parola". Il Pd promette sostegno al candidato vincitore. "Non rimprovero niente a nessuno - commenta il sindaco uscente Marta Vincenzi - ma ora si deve aprire una riflessione sui programmi avanzati, visto che al momento ho solo sentito dire dei no".
DORIA, UN SEGNALE CHE MANDIAMO A ROMA - "C'é una terza strada, tra l'antipolitica di Beppe Grillo e la voglia di lasciar perdere che emerge in settori della sinistra. E' la voglia di cambiare da dentro, è la passione, l'entusiasmo della gente". E' questo il "segnale preciso" che Marco Doria, vincitore delle primarie del centrosinistra di Genova, manda a Roma. Intervistato da Repubblica, il candidato indipendente ma sostenuto da Sel che ieri a Genova ha battuto i due candidati del Pd per la corsa alle amministrative della prossima primavera sottolinea che "il popolo di sinistra ha voglia di cambiare e non perde nessuna occasione". "Vinceremo la battaglia per conquistare Palazzo Tursi - spiega - insieme ai militanti e ai dirigenti del Pd, non contro di loro. Abbiamo firmato tutti e cinque un preciso impegno: i quattro sconfitti avrebbero appoggiato, con tutte le loro forze, il vincitore". Il denaro speso per la campagna? "Meno della metà di quello che avremmo potuto spendere. C'era un tetto di 20mila euro, ne abbiamo spesi meno di 10mila. Forse anche questo è un segnale per Roma".
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