Crisi della Grecia: l'Eurogruppo dà il via libera al piano di aiuti da 130 miliardi
Dopo una notte di intense trattative, all'alba a Bruxelles, i 17 ministri dell'Eurogruppo sono giunti ad un accordo sul nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia dissolvendo lo spettro dell'imminente default.
"Abbiamo raggiunto un ampio accordo sul nuovo programma per la Grecia e sul coinvolgimento del settore privato che porterà a una significativa riduzione del debito e aprirà la strada a una somma senza precedenti per un nuovo finanziamento ufficiale per assicurare il futuro della Grecia nell'area euro", ha annunciato in una conferenza stampa poco dopo le cinque del mattino il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker.
Il nuovo programma prevede aiuti per 130 miliardi e, insieme alle ulteriori rinunce dei creditori privati per un totale di 107 miliardi, farà scendere il rapporto fra debito pubblico e PIL dall'attuale 160% a poco più del 120% nel 2020. Con i 110 miliardi già sborsati con il primo programma del 2010, la cifra totale sale quindi a 240 miliardi, somma che non tiene conto dello sconto che i privati - ovvero le banche creditrici - hanno finito per concordare (pari al 53,5% del valore nominale dei bond nelle loro mani) né gli impegni di Bce e Banche centrali nazionali rispettivamente per cedere i profitti dei bond in portafoglio e alleggerire gli interessi sui debiti correnti.
In cambio degli aiuti finanziari, ha spiegato il commissario europeo agli Affari economici e monetariOlli Rehn, Atene ha accettato il rafforzamento della sorveglianza sull'attuazione delle misure di austerity, così come richiesto da Olanda e Germania.
"Il piano di salvataggio della Grecia - ha detto Rehn - si basa su una stretta condizionalità: si prevede di rafforzare la sorveglianza su Atene e di imporre una presenza permanente della missione in loco della Commissione europea" incaricata di verificare l'attuazione delle misure per rimettere in ordine le finanze pubbliche
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