La Rai e quella clausola sulla gravidanza che non piace ai precari
Una gravidanza mette a dura prova la posizione delle collaboratrici RAI: la clausola numero 10 del contratto di collaborazione con l'emittente nazionale prevede infatti che se una donna rimane incinta la Rai può valutare l'incidenza della gravidanza sulla produttività della lavoratrice e, se questa ne risultasse compromessa, si riserva sostanzialmente di risolvere il contratto.
A denunciare la clausola è il collettivo di giornalisti precari romani Errori di Stampa, che pubblica sul suo blog una lettera indirizzata al direttore generale della RAILorenza Lei e chiede l'abolizione del cavillo, oltre a qualche spiegazione sul numero di precari che lavorano per Via Mazzini:
"Sappiamo che più della metà dei "precaRAI" sono giornalisti, ma è impossibile conoscere il numero esatto. La politica di via Mazzini, infatti, da anni, è quella di assumere i giornalisti che lavorano per i programmi di rete e non di testata con contratti-truffa come quelli da "consulente", "presentatore-regista" o "programmista-regista". Etichette dietro alle quali, nella gran parte dei casi, si celano redattori che svolgono attività puramente giornalistica. Assunti però senza uno straccio di tutela, pagati a partita iva e a puntata, a fronte di fatture in cui è vietata inserire la voce Inpgi, l'istituto di previdenza sociale giornalistica".
La lettera ha avuto una pronta diffusione su Twitter, dove ha suscitato un'ondata di commenti negativi che vanno a sommarsi alle polemiche sul canone guidate dall'hashtag #raimerda.
Nessun commento:
Posta un commento