Contro il pesce tarocco al ristorante, l'etichetta d'origine. La proposta di Coldiretti
Coldiretti Impresa Pesca ha messo in luce il problema della contraffazione del pesce in Italia e la possibile soluzione. A mettere le carte in tavola, il direttore provinciale Francesco Ciarrocchi che detto che:
"Due terzi dei pesci serviti a tavola sono tarocchi. Eppure, nonostante la pescosità dei nostri mari e la presenza di numerose imprese, solo un terzo del pesce proviene dalle nostre coste. La produzione ittica, al pari della produzione agroalimentari, deve essere tutelata e difesa dagli attacchi della pirateria"
La Coldiretti ha quindi allarmato su alcuni pesci “tarocchi” che finiscono puntualmente nei menu dei ristoranti e mense e di cui il consumatore non sa nulla: convinto di mettere sotto i denti pescato locale, magari del Mar Tirreno, si ritrova invece a cibarsi illusoriamente di prodotti ittici che arrivano dall’altro capo del mondo. Questo problema deriva da un difetto nell'obbligo di etichettatura dei prodotti. L'etichetta di origine con tanto di zona di pesca è, infatti, obbligatoria per il pescato acquistato in pescheria o dall'imprenditore, lo stesso principio non vale purtroppo quando il pesce arriva al ristorante. Una volta che finisce nella ghiacciaia del ristorante non è infatti più dato saperne la provenienza.
Ma dopo i dati preoccupanti arriva anche una proposta: un'etichetta d'origine, che applichi nel settore ittico e copra il pesce fino alla destinazione finale, che sia il banco del mercato o la cucina del ristorante. Secondo Coldiretti, tale sistema di tracciatura renderebbe più chiaro il pesce nel piatto, aiutando salute del consumatore ed andamento dell'economia.
"Dovrebbe essere un diritto del consumatore sapere cosa mangia e non essere ingannato. Noi vogliamo garantirglielo. Per questo avanzeremo questa proposta al ministero. D'altronde, se l'olio ha il suo certificato di provenienza, perché non deve averlo il pesce?"
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