Laureati, e poi? L'indagine del Censis sugli uffici placement degli Atenei
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L'indagine condotta dal Censis sull'attività degli uffici "placement" di ventuno università italiane ha portato alla luce dati piuttosto preoccupanti che vanno ad alimentare il già accesissimo dibattito sul rapporto università e mondo del lavoro.
Roberto Ciampicacigli, direttore generale di Censis Servizi, spiega dalle pagine di Repubblica il senso dell'iniziativa:
"Siamo partiti con ventuno università statali, un campione-pilota che rappresenta circa un terzo della realtà accademica italiana. Nei prossimi mesi, coinvolgendo un numero sempre maggiore di atenei, vorremmo fare un check semestrale sull'attività degli uffici placement, sulle informazioni che danno ai neolaureati e sulle relazioni che intessono con le aziende. E dalle statali allargheremo la rilevazione anche alle private"
Complessivamente, le ventuno università prese in esame - tutte aderenti al Consorzio Almalaurea o al Progetto Stella (Statistica in Tema di Laureati e Lavoro) hanno stipulato forme "convenzionali" con oltre 37.000 imprese e/o Enti Pubblici, i media quindi 1.700 contatti per ciascun ateneo con punte di oltre 8.000 per quello di Verona, di oltre 5.000 per Trento e Pavia e di circa 3.000 per Cagliari.
"Certamente - sottolinea Ciampicacigli - si tratta di un dato positivo. Il prossimo step sarà di riuscire a capire gli esiti del lavoro di placement universitario, con un'analisi puntuale anche del dopo: sapere quante congiunzioni tra laureati e aziende ci sono state e con quali risultati. Le buone pratiche vanno comunicate in modo tale che diventino non l'eccezione ma la regola"
Nonostante l'importanza strategica del placement universitario, i dati raccolti dal Censis evidenziano però che su cento persone addette ai servizi amministrativi solo lo 0,5 percento è incentrato sulla funzione di placement, con punte di 1,7 percento alla Statale di Torino e di 1,4 percento per quanto riguarda le università di Bergamo e Campobasso. Un elemento di criticità visto che, come sottolinea Repubblica, nel 76,2 percento dei casi analizzati, l'équipe tecnico-amministrativa dedicata al placement universitario è composta da un massimo di cinque persone.
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