lunedì 4 giugno 2012

Riflessioni

Berlusconi che vuole stampare carta moneta in modo che lo stato possa pagare tutti i suoi debiti con manciate da carta straccia. Non un’idea scaturita da una mente prodigiosa: in economia, per quello che ricordo, si chiama “inflazione indotta” ed è provocata artificialmente immettendo sul mercato carta moneta e cercando anche di accelerare la circolazione (la quantità di moneta sul mercato è uguale al numero materiale di biglietti di banca, moltiplicato per la velocità di circolazione). Così i più furbi (ed informati) e lo stato pagano i loro debiti con il nulla ed i creditori (tra cui e soprattutto i piccoli risparmiatori) se la prendono, come sempre, nel didietro. Poi il desso ha, al solito, detto di essere stato frainteso. Che cosa è un nitrato? Il verso del cavillo.

Alfano e tutti gli altri  cortigiani dicono che occorre far presto, che occorrono da parte del governo decisioni rapide e coraggiose. Loro che per 15 anni non hanno fatto una beata fava e quel poco che hanno fatto ha provocato solo danni ed ha evitato ad alcuni processi e condanne.

Bagonghi (per chi è troppo giovane per ricordarlo, era un famoso clown nano del circo americano Barnum) è partito lancia, opportunamente accorciata, in resta e sguardo fiero e deciso per ammodernare e sveltire la burocrazia. I risultati li vediamo tutti. Quanta presunzione ed arroganza in un metro mezzo di umanoide.

Obama ammonisce l’Europa che tarda ad uscire dalla crisi, mettendo in difficoltà la ripresa del Stati Uniti. Può darsi che io mi sbagli: ma non stati proprio loro a mettere nella merda l’Europa con il valido aiuto della filiale di Wall Street Inghilterra? Mi viene quasi la sindrome di Sansone: andiamo pure in crisi  pur di trascinare anche loro 
nel materiale di cui sopra. Chi più è in alto più male so fa quando cade. Mah.

Continuano a sciorinare i soliti imbecilli che sulla benzina gravano le ACCISE di non ricordo quali guerre (da Annibale in su) e quali disastri. Basta che il Governo ne metta una sola che sommi tutte le altre e siamo a posto. Non cambia nulla (forse addirittura si risparmia semplificando la contabilità) e nessuno avrebbe da tirare in ballo i soliti argomenti fritti e rifritti e persino impanati.

Visto che siamo in temi di risparmi (parata, non parata del 2 giugno) che ne direste se la RAI cominciasse a non inviare più sciami di cavallette - inviati sempre diversi: devono mangiare tutti- nelle zone terremotate a fare sempre gli stessi discorsi, a farci vedere le stesse rovine, a fare le stesse interviste scontate. Fare servizi stringati ed essenziali senza accanimenti. Tanto tra un mese staranno sciamando in cerca di qualche altro fatto di cui cibarsi. Vedi l’Aquila, di cui nessuno parla più.

Non vorrei innestare discussioni “dilanianti”, ma la mia distorsione professionale mi fa dire: “E perché. di tutti gli intervistati, uno solo ha detto di “essersi messo il cappello per tempo”, cioè di esser assicurato? E gli altri?”. Non voglio essere cattivo ma tutte le infinite volte che ho proposto l’assicurazione terremoti, alluvioni ecc., mi sono sentito dire quasi sempre: “No, guardi, qui non è mai successo niente e poi è troppo cara”. Ma fuori c’era una Mercedes nuova fiammante. In 35 anni ho fatta solo una, dico una, danni da interruzione d’esercizio. Non so quali siano le vostre esperienze, ma tutti questi “industriali” che corrono col cappello in mano a chiedere aiuti allo stato, che siamo noi tutti, compreso quelli senza che la “macchina” non l’ hanno mai avuta e che le vacanze le sognano solo, mi fanno pena sino ad un certo punto. Anzi, mi fanno un po’ di rabbia, se vogliamo dirla tutta. Pensare che i danni, col sistema delle riassicurazioni, sarebbero stati polverizzati in tutto il mondo. Probabilmente anche la Cina avrebbe concorso a pagarceli. Oltretutto per le aziende è detraibile come spesa d’esercizio. Ho sentito dire che lo stato, torno a sire noi, ha speso 136 miliardi di euro in eventi catastrofali dal terremoto del Friuli in poi e ne ha ancora tanti in sospeso, Belice compreso.

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