NEW YORK - All'Europa servono azioni decisive per evitare una disfatta dell'euro. Il presidente americano Barack Obama continua il suo pressing sul Vecchio Continente. E chiama il premier Mario Monti, impegnato in una tournee europea, per fare il punto della situazione nell'area euro. Proprio a Monti Obama ribadisce il proprio appoggio per un'azione decisa per risolvere la crisi.
Il presidente e' ''in contatto regolarmente con i leader europei'' afferma la Casa Bianca, sottolineando che il colloquio con Monti fa seguito alle recenti dichiarazioni europee sull'impegno dell'Europa a preservare l'euro''. Con Monti, Obama si sofferma sulla Siria e mette in evidenza la necessita' di una stretta collaborazione fra Stati Uniti e gli alleati europei nel fare pressione sul regime di Assad e nel sostenere la popolazione della Siria.
''Non ritengo che gli Europei lasceranno l'euro'' dissolversi ''ma devono prendere misure decise'' afferma Obama nel corso di un evento di raccolta fondi a New York. ''Trascorro molto tempo a cercare di lavorare con loro. Prima prenderanno azioni decisive, meglio sara''' mette in evidenza Obama. Il timore di Obama, che sull'economia si gioca le elezioni, sono i venti contrari dall'Europa sull'Azienda America, gia' alle prese con una crescita anemica e una disoccupazione elevata, oltre all'impasse di Washington sulla strada da seguire per il risanamento dei conti pubblici americani: il rischio e' che senza un accordo in Congresso scattino il prossimo anno un mix di tagli alla spesa e aumento delle tasse, in grado di far scivolare l'economia in una nuova recessione. Le preoccupazioni di Obama, ''non soddisfatto'' dello stato dell'economia americana e per il quale chiede l'azione del Congresso, sono confermate dalla missione del segretario al Tesoro, Timothy Geithner, in Europa.
La crisi del debito sta rallentando la crescita mondiale, afferma Geithner di ritorno dal Vecchio Continente, mettendo in evidenza che l'Europa e' ''assolutamente impegnata a fare il necessario'' per risolvere la crisi. ''Ha le capacita' finanziarie per farlo'' precisa Geithner, secondo il quale in Europa ci sono delle difficolta' politiche, con crescenti estremismi, ma e' necessario agire con forza e in modo efficace.
Con il Congresso che si avvia alla pausa estiva, le speranze di nuovi aiuti a sostegno della ripresa sono riversate sulla Fed. La banca centrale americana comunichera' domani le proprie decisioni di politica monetaria: l'attesa di nuovi stimoli da Ben Bernanke ha innescato un rally dei listini negli ultimi giorni. Ora i mercati cauti attendono la due giorni ''cruciale'': mercoledi' la Fed e giovedi' la Bce. Un'attesa fatta anche di scetticismo sugli strumenti che Bernanke da un lato e Draghi dall'altro hanno a disposizione. E questo soprattutto perche' le due banche centrali continuano ad agire da sole nella missione crescita, senza contributi da parte della politica. La Fed si presenta alla riunione divisa. Da un lato alcuni membri del Fomc, l'organo decisionale della Fed, premono per misure ''preventive'' per evitare i rischi legati alle crisi europea e a una potenziale crisi globale. Ma i falchi preferirebbero attendere almeno fino a settembre perche' non convinti che l'economia americana abbia perso slancio. Una presa di tempo che consentirebbe a loro avviso di avere un quadro piu' dettagliato del mercato del lavoro.
I dati sulle disoccupazione saranno resi noti venerdi' dal Dipartimento del Lavoro. Il mercato spera in un nuovo round di acquisto titoli da parte della banca centrale, ma la Fed potrebbe limitarsi ad agire solo con la comunicazione, ovvero modificando il linguaggio e impegnandosi a mantenere tassi bassi fino alla fine del 2014 o alla meta' del 2015, quindi oltre il mandato di Bernanke.
PARIGI - Mario Monti e Francois Hollande uniti a difesa dell'euro. Mentre diventa ufficiale il nuovo record di disoccupazione europea (11,2%) e i mercati cominciano ad anticipare il contraccolpo da delusione per eccesso di aspettative sulle prossime mosse della Bce, Francia e Italia rafforzano l'asse anti-crisi dichiarando che le prospettive di stabilità della zona dell'euro "si stanno schiarendo" ma richiedono l'applicazione immediata delle misure prese al vertice Ue di fine giugno. "La posta in palio è talmente vitale che non è possibile neanche un minuto di disattenzione", ha avvertito Monti all' Eliseo dopo un incontro con il presidente Francois Hollande, il primo di un tour europeo che lo porterà domani ad Helsinki, 'covo' del rigorismo europeo, e giovedì - proprio mentre a Francoforte si riunirà il consiglio dei governatori della Bce - a Madrid.
In mattinata, parlando a Radio anch'io, il premier si era mostrato più che ottimista: "La fine del tunnel sta cominciando a illuminarsi. Noi e l'Europa siamo vicini alla fine del tunnel". Ed aveva aggiunto: "E' molto importante che tutti in Europa ci impegniamo a far sì che l'euro non sia fattore di disintegrazione. La chiave di volta deve essere l'attuazione senza ritardi delle decisioni prese a Bruxelles".
Al termine della colazione di lavoro all'Eliseo, Hollande ha usato più o meno le stesse parole: "Oggi abbiamo riaffermato la nostra volontà di impegnarci e di fare tutto il possibile affinché le decisioni del Consiglio europeo siano applicate e la zona euro sia difesa, preservata, consolidata". E annunciando un vertice bilaterale Italia-Francia ad "inizio dicembre a Lione", Hollande ha sottolineato che la "qualità" delle relazioni tra Roma e Parigi "é un elemento molto importante per regolare le questioni che sono di nostra responsabilità, nei giorni a venire, per rafforzare e consolidare la zona euro". Negli stessi momenti però, da Berlino, il ministero tedesco delle Finanze gelava le aspettative di chi si era illuso che le aperture della cancelliera Merkel sull'acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce potesse preludere ad un cambiamento di linea ancora più radicale.
Oltre a ribadire il no agli Eurobond, Berlino ha confermato l'opposizione all'ipotesi di concedere una licenza bancaria al fondo di salvataggio europeo Esm, che consentendogli di rifinanziarsi presso la Bce ne moltiplicherebbe praticamente all'infinito la potenza di fuoco (ora limitata a 500 miliardi). "Il trattato costitutivo dell'Esm non prevede per il fondo una licenza bancaria - ha dichiarato all'ANSA il portavoce tedesco - e noi non ne vediamo del resto alcuna necessità". Il portavoce ha inoltre smentito che "sul tema ci siano attualmente discussioni" o "riunioni segrete". Secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, nonostante l'opposizione di Berlino e Bundesbank, trattative per concedere la licenza bancaria all'Esm sarebbero invece in corso con il sostegno di Francia, Italia e di membri dell'Eurotower. Un super Esm consentirebbe alla zona dell'euro di tenere sotto controllo la 'febbre' da spread e di ridurre le enormi disparità dei costi di finanziamento dei debiti pubblici tra i 17 stati che condividono la moneta unica.
In una dichiarazione scritta, diffusa al termine dell'incontro, Monti e Hollande si sono "felicitati" per le recenti dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi (che ha annunciato un intervento senza condizioni e tabù) ed hanno ricordato che "diversi Paesi della zona euro devono oggi rifinanziarsi a tassi di interesse troppo elevati, malgrado stiano portando avanti le difficili ma necessarie riforme economiche". Un riferimento diretto a Italia e Spagna. L'eurosummit ha individuato un meccanismo di stabilità per gli spread legato ai fondi salva Stati (oggi all'Efsm e poi all'Esm, la cui entrata in vigore è condizionata ad una sentenza della Corte costituzionale tedesca prevista per il 12 settembre).
"I meccanismi di stabilità sono stati precisati e ora devono essere applicati", ha insistito oggi Hollande. Ma lo 'scudo' può essere avviato solo se un Paese ne fa richiesta. La scorsa settimana il governo spagnolo ha ammesso di non potere continuare a finanziare il proprio debito ai tassi attuali (sopra il 7%) ma ha anche giurato e spergiurato che non farà alcuna richiesta di assistenza all'Efsf, che gli toglierebbe altra sovranità in politica economica. Rajoy continua a rifiutare il pressing discreto dei partner. Punta piuttosto in un intervento calmieratore della Bce in agosto in attesa che dopo settembre possa muovere i primi passi l'Esm, rafforzato dalla licenza bancaria. Una scommessa ancora tutta da vincere.