Domenico Condello in manette, il boss dell'ndrangheta catturato dopo 20 anni
L’ultimo capo famiglia del clan Condello di Reggio Calabria è stato assicurato alla giustizia.Domenico Condello, 56 anni, latitante da 20, è stato catturato dai Ros dei Carabinieri a Rosalì, nei pressi del capoluogo calabrese. L’uomo era considerato fra i 30 ricercati più pericolosi del nostro paese. Detto “U pacciu” (il “matto”) è il cugino di Pasquale Condello, detto U supremu, e cognato della di Antonio Imerti, boss dell’omonima famiglia.
Secondo le cronache fu proprio Domenico ad uccidere il boss Paolo De Stefano durante la seconda guerra di ‘Ndrangheta nel 1985, il pentito Giacomo Ubaldo Lauro all’interno della famiglia Condello era “pari grado” dei fratelli Vincenzo e Paolo Paquale, direttamente agli ordini del boss Pasquale.
Sulla testa del latitante pendeva una condanna a vita arrivata al termine del processo Olimpia. Le accuse sono di traffico di droga, estorsione, omicidio, tutti con l’aggravante dell’associazione mafiosa. Domenico Condello, al momento, dovrebbe essere il capo della più pericolosa consorteria ndranghetista di Reggio Calabria, quella Condello-Imerti-Fontana dal momento in cui Pasquale Condello venne arrestato nel febbraio 2008 (nella foto). Al momento dell’arresto era disarmato e non ha opposto resistenza, insieme a lui c’era un’altra persona, anch’essa arrestata.
L’ultimo “Condello su piazza” è nelle mani della giustizia in una giornata “trionfale” per la lotta alla criminalità organizzata in Calabria: la cattura del latitante si unisce a quella dei gran parte dei principali esponenti della famiglia Fontana nell’ambito dell’inchiesta per lo smaltimento dei rifiuti a Reggio Calabria, il tutto è avvenuto all’indomani dello scioglimento della giunta comunale per infiltrazioni mafiose.
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