M5s, Grillo scopre la Casta
Puglia: la guerra tra neofiti e candidabili.
Grande successo e piccoli problemi collaterali. Il Movimento 5 stelle è in ascesa clamorosa, ma pure si trova ad affrontare qualche complicazione inattesa.
METAMORFOSI DELICATA. Il caso diFederica Salsi, consigliere comunale bolognese ostracizzata da colleghi e da buona parte del Movimento, non è l’unica polemica di questi giorni. Il Movimento si sta trasformando in uno dei primi partiti del Paese. E sul territorio può entrare in fibrillazione su questioni delicate come la scelta dei candidati alle prossime Politiche.
Lo dimostra la vicenda del M5s in Puglia. Anche qui, come nel resto d’Italia, sono cominciate le manovre in vista delle elezioni: bisogna decidere chi saranno i primi grillini a entrare in parlamento. Ma proprio le direttive emanate dai vertici hanno creato un po’ di scompiglio.
LE REGOLE DELLA DISCORDIA. Colpa del famigerato Comunicato politico n. 53, pubblicato sul blog del comico genovese il 29 ottobre, che contiene le regole per candidarsi e votare per le liste alle Politiche 2013: saranno candidabili solo quelli che si sono già candidati con il M5s alle ultime elezioni amministrative.
E così il campo si restringe di molto: basti pensare che in Puglia dei circa 700-800 gruppi attualmente attivi (di cui molti non certificati), soltanto 11 hanno partecipato alla precedente tornata elettorale.
LA RIVOLTA DEI NUOVI ISCRITTI. In tanti si sono detti dispiaciuti per una norma «antidemocratica» che penalizza ingiustamente i nuovi iscritti. Ma c’è anche chi ha pensato di passare dalle parole ai fatti.
Venerdì 2 novembre, a Corato (a 50 chilometri da Bari) si è tenuta una riunione segreta a cui hanno partecipato alcuni dei principali gruppi di più recente formazione, e a cui invece non sono stati invitati quelli di Bari, Taranto, Casamassima e Polignano, tra i più ‘anziani’ e numerosi del territorio (nonché tra i pochi a essere registrati sul sito ufficiale del movimento). L’obiettivo era discutere la questione delle candidature alle prossime elezioni, e stilare un documento da inviarea Beppe Grillo per chiedere la revisione della norma della discordia.
METAMORFOSI DELICATA. Il caso diFederica Salsi, consigliere comunale bolognese ostracizzata da colleghi e da buona parte del Movimento, non è l’unica polemica di questi giorni. Il Movimento si sta trasformando in uno dei primi partiti del Paese. E sul territorio può entrare in fibrillazione su questioni delicate come la scelta dei candidati alle prossime Politiche.
Lo dimostra la vicenda del M5s in Puglia. Anche qui, come nel resto d’Italia, sono cominciate le manovre in vista delle elezioni: bisogna decidere chi saranno i primi grillini a entrare in parlamento. Ma proprio le direttive emanate dai vertici hanno creato un po’ di scompiglio.
LE REGOLE DELLA DISCORDIA. Colpa del famigerato Comunicato politico n. 53, pubblicato sul blog del comico genovese il 29 ottobre, che contiene le regole per candidarsi e votare per le liste alle Politiche 2013: saranno candidabili solo quelli che si sono già candidati con il M5s alle ultime elezioni amministrative.
E così il campo si restringe di molto: basti pensare che in Puglia dei circa 700-800 gruppi attualmente attivi (di cui molti non certificati), soltanto 11 hanno partecipato alla precedente tornata elettorale.
LA RIVOLTA DEI NUOVI ISCRITTI. In tanti si sono detti dispiaciuti per una norma «antidemocratica» che penalizza ingiustamente i nuovi iscritti. Ma c’è anche chi ha pensato di passare dalle parole ai fatti.
Venerdì 2 novembre, a Corato (a 50 chilometri da Bari) si è tenuta una riunione segreta a cui hanno partecipato alcuni dei principali gruppi di più recente formazione, e a cui invece non sono stati invitati quelli di Bari, Taranto, Casamassima e Polignano, tra i più ‘anziani’ e numerosi del territorio (nonché tra i pochi a essere registrati sul sito ufficiale del movimento). L’obiettivo era discutere la questione delle candidature alle prossime elezioni, e stilare un documento da inviarea Beppe Grillo per chiedere la revisione della norma della discordia.
Il rischio di una frattura generazionale all'interno del Movimento
Ne è nato un vero e proprio caso a livello regionale, emblematico di una questione che potrebbe esplodere anche a livello nazionale: una frattura generazionale tra attivisti della prima ora e nuovi adepti. Fatta di rivalità, invidia e accuse reciproche. «Dove eravate fino a sei mesi fa?», hanno chiesto i primi. «Siete la Casta del nostro Movimento», hanno risposto i secondi.
Una definizione forte che, però, non pare del tutto inappropriata: gli attivisti in Puglia sono più di 1.000, ma i 60 nomi da scegliere nelle primarie online usciranno dalla ristretta cerchia di appena un centinaio di candidati.
IL MOVIMENTO PRIMA DI TUTTO. Per questo, il malumore nella Base è diffuso. «Ma i nuovi arrivati devono capire che questi accorgimenti sono presi per il bene del Movimento», ha spiegato a Lettera43.it Vincenzo Madetti, portavoce del M5s-Bari. Lui c’era nel 2009, quando alle Comunali che videro la riconferma di Michele Emiliano come primo cittadino i grillini presero la miseria di 815 voti su più di 200 mila, pari allo 0,4%.
Ora è uno dei candidabili al parlamento ma non si candiderà: «Credo che il mio percorso politico debba completarsi nel locale», ha detto. E infatti potrebbe essere lui il candidato sindaco del M5s alle prossime elezioni comunali, lontane sì ma chissà quanto.
L'ASSALTO ALLA DILIGENZA. Madetti, però, difende le scelte di Grillo. «Il Movimento è cresciuto enormemente negli ultimi mesi», ha aggiunto. «La gente è stufa dei vecchi partiti, noi siamo l’unica alternativa per il Paese». Questo comporta vantaggi e svantaggi: «Siamo felici di raccogliere questo entusiasmo. Ma dobbiamo stare attenti: è un assalto alla diligenza, ora tutti vogliono salire sul carro dei vincitori». Anche politici.
I PARTITI BUSSANO ALLA PORTA. «Ho ricevuto più d’una chiamata da esponenti, anche di spicco, di vecchi partiti che si sono offerti al Movimento», ha ammesso il grillino. Proposte ovviamente rispedite al mittente. C’è persino chi si è auto-iscritto: un consigliere comunale della provincia di Bari, eletto fra le fila di un altro partito, nelle ultime settimane aveva autonomamente aperto un meet-up col logo 5 stelle. «Abbiamo immediatamente provveduto a farlo chiudere», ha assicurato Madetti. «In questo momento si sta avvicinando di tutto, e noi dobbiamo proteggere l’integrità del Movimento. C’è molta gente che è solo a caccia di poltrone».
PROBLEMI DI ORGANIZZAZIONE. La metamorfosi da movimento di protesta a partito di caratura nazionale è un passaggio molto delicato. Grillo trascina le masse con disinvoltura ma poi l’organizzazione sul territorio è cosa più complicata. «Nei Comuni non ci sono problemi», spiega Madetti, «perché i gruppi sono generalmente coesi. A livello regionale, però, è diverso: in Puglia, per esempio, manca un coordinamento centrale, ci sono tanti gruppi, troppi. E le degenerazioni sono inevitabili».
M5S ALLA PROVA CON IL POTERE. Adesso che il Boom 5 stelle è diventato realtà, il Movimento deve confrontarsi con la natura del potere. E, se tutto andrà come previsto, ancor di più dovrà farlo nei prossimi mesi.
Il nuovo partito di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio si prepara infatti a sfondare alle Politiche. Anche al Sud, dove fino a ieri sembrava meno radicato. Ma il buon risultato alleRegionali in Sicilia dimostra che i tempi sono maturi per un’affermazione su scala nazionale: «Siamo convinti di poterci avvicinare alla soglia del 10% anche qui in Puglia, dove non siamo ancora riusciti a entrare in nessun Consiglio locale», conclude Madetti.
Il successo di Beppe Grillo alle prossime elezioni pare dunque assicurato. Un po’ meno, forse, la tenuta interna del Movimento.
Una definizione forte che, però, non pare del tutto inappropriata: gli attivisti in Puglia sono più di 1.000, ma i 60 nomi da scegliere nelle primarie online usciranno dalla ristretta cerchia di appena un centinaio di candidati.
IL MOVIMENTO PRIMA DI TUTTO. Per questo, il malumore nella Base è diffuso. «Ma i nuovi arrivati devono capire che questi accorgimenti sono presi per il bene del Movimento», ha spiegato a Lettera43.it Vincenzo Madetti, portavoce del M5s-Bari. Lui c’era nel 2009, quando alle Comunali che videro la riconferma di Michele Emiliano come primo cittadino i grillini presero la miseria di 815 voti su più di 200 mila, pari allo 0,4%.
Ora è uno dei candidabili al parlamento ma non si candiderà: «Credo che il mio percorso politico debba completarsi nel locale», ha detto. E infatti potrebbe essere lui il candidato sindaco del M5s alle prossime elezioni comunali, lontane sì ma chissà quanto.
L'ASSALTO ALLA DILIGENZA. Madetti, però, difende le scelte di Grillo. «Il Movimento è cresciuto enormemente negli ultimi mesi», ha aggiunto. «La gente è stufa dei vecchi partiti, noi siamo l’unica alternativa per il Paese». Questo comporta vantaggi e svantaggi: «Siamo felici di raccogliere questo entusiasmo. Ma dobbiamo stare attenti: è un assalto alla diligenza, ora tutti vogliono salire sul carro dei vincitori». Anche politici.
I PARTITI BUSSANO ALLA PORTA. «Ho ricevuto più d’una chiamata da esponenti, anche di spicco, di vecchi partiti che si sono offerti al Movimento», ha ammesso il grillino. Proposte ovviamente rispedite al mittente. C’è persino chi si è auto-iscritto: un consigliere comunale della provincia di Bari, eletto fra le fila di un altro partito, nelle ultime settimane aveva autonomamente aperto un meet-up col logo 5 stelle. «Abbiamo immediatamente provveduto a farlo chiudere», ha assicurato Madetti. «In questo momento si sta avvicinando di tutto, e noi dobbiamo proteggere l’integrità del Movimento. C’è molta gente che è solo a caccia di poltrone».
PROBLEMI DI ORGANIZZAZIONE. La metamorfosi da movimento di protesta a partito di caratura nazionale è un passaggio molto delicato. Grillo trascina le masse con disinvoltura ma poi l’organizzazione sul territorio è cosa più complicata. «Nei Comuni non ci sono problemi», spiega Madetti, «perché i gruppi sono generalmente coesi. A livello regionale, però, è diverso: in Puglia, per esempio, manca un coordinamento centrale, ci sono tanti gruppi, troppi. E le degenerazioni sono inevitabili».
M5S ALLA PROVA CON IL POTERE. Adesso che il Boom 5 stelle è diventato realtà, il Movimento deve confrontarsi con la natura del potere. E, se tutto andrà come previsto, ancor di più dovrà farlo nei prossimi mesi.
Il nuovo partito di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio si prepara infatti a sfondare alle Politiche. Anche al Sud, dove fino a ieri sembrava meno radicato. Ma il buon risultato alleRegionali in Sicilia dimostra che i tempi sono maturi per un’affermazione su scala nazionale: «Siamo convinti di poterci avvicinare alla soglia del 10% anche qui in Puglia, dove non siamo ancora riusciti a entrare in nessun Consiglio locale», conclude Madetti.
Il successo di Beppe Grillo alle prossime elezioni pare dunque assicurato. Un po’ meno, forse, la tenuta interna del Movimento.
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