Giorno Memoria: quest'anno dedicato alla resistenza ebraica
Riccardi, tema Shoah cresciuto in coscienza nazionale
ROMA - La Shoah non fu accettazione passiva di un atroce e folle
disegno: gli ebrei si ribellarono e arrivarono anche a prendere le armi
contro i loro carnefici. A questo tema, cioé alla Resistenza ebraica e
alle rivolte nei ghetti e nei campi di sterminio, è dedicato quest'anno
il Giorno della Memoria, che si celebrerà il 27 gennaio.
Il tema della Shoah "é un tema che mi sta molto a cuore e che é molto
cresciuto nella coscienza nazionale" ha detto il ministro per
l'Integrazione e la Cooperazione, Andrea Riccardi, presentando stamani a
Palazzo Chigi gli eventi previsti quest'anno e patrocinati dal Comitato
di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah, istituito
presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
"Quest'anno - ha spiegato Riccardi - la giornata è dedicata agli
ebrei che resistettero con le armi ai nazisti. E' importante far
conoscere ai giovani aspetti meno noti della storia della distruzione
degli ebrei in Europa. E' giusto ricordare chi partecipò alla Resistenza
europea e italiana".
Una scelta, quella del tema di quest'anno, che deriva anche dalla
concomitanza con il 70.mo anniversario della rivolta del Ghetto di
Varsavia del 1943. Una rivolta, ha sottolineato lo storico della Shoah
Marcello Pezzetti, che non è stata l'unica fatta dagli ebrei. "Non è
vero, come dicono alcuni, che gli ebrei si sono fatti mandare al
massacro come pecore" ha detto, spiegando che le ribellioni nei ghetti
erano cominciate già nel 1942, per poi sfociare nelle rivolte del '43 e
del '44, non solo nei ghetti ma anche nei campi di sterminio.
Una rivolta che "é stata prima civile, ad esempio facendo fuggire i
bambini o insegnando loro la lingua ebraica, e poi armata". Secondo
Riccardi, "non bisogna dividere la resistenza attiva da quella passiva.
Ciascun gruppo resiste come sa e come può. La resistenza degli ebrei è
stata nel difendere i propri figli, nell'allontanare la morte, nel far
sopravvivere i valori, nella stessa preghiera, nell'autodifesa. Bisogna
far emergere, come senso di questa giornata, come si possa resistere
anche a mani nude". "Obiettivo del Giorno della memoria è non
dimenticare per non ripetere" ha aggiunto il ministro.
"Gli ebrei del Ghetto di Varsavia scelsero di morire con le armi in
pugno invece che passivamente - ha ricordato a sua volta il presidente
delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna - anche se sapevano che
era una lotta senza speranza. Gli scontri durarono ben cinque mesi. E i
nazisti hanno vinto sul piano militare, ma secondo noi la vittoria
morale va ai combattenti del ghetto, che hanno dimostrato che lottare
contro il nazismo era possibile".
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