lunedì 8 luglio 2013

Fallimenti, l'anno nero delle aziende

Fallimenti, l'anno nero delle aziende

I dati di Unioncamere. Nel 2013 oltre 5 mila imprese hanno già chiuso: +5,6% rispetto al 2012.
Nel 2013 oltre 5 mila imprese sono già fallite.
Un incubo senza fine. In Italia ogni due ore tre aziende sono costrette a chiudere. Che tradotto significa l'addio per 35 imprese ogni giorno. Una mattanza che nei primi cinque mesi del 2013 ha costretto 5.334 attività ad arrendersi (rispetto al 2012 c'è stato un incremento del 5,6%).
Il dato drammatico arriva dall'ultimo rapporto di Unioncamere, che il quotidiano La Stampa ha anticipato.
Si tratta dell'ultimo grido di dolore delle imprese italiane, da anni costrette a fare i conti con una crisi di cui non si intravede la fine. E che il governo non può più ignorare.
BOOM DEI CONCORDATI. Ma a crescere in Italia non sono solo i fallimenti. Anche le domande di concordato sono aumentate: secondo i dati sono addirittura triplicate, passando da 539 casi del 2012 a 904. Significa quindi un aumento del 68%.
In alcuni casi si tratta in realtà di un modo per procrastinare situazioni ormai compromesse, mentre per molti è la via più breve per riuscire a liberarsi dei creditori.
I CREDITI NON RISCOSSI. Secondo Unioncamere la ragione della drammatica moria di aziende riguarda i consumi in costante discesa, ma anche l'incapacità delle imprese di esportare. E soprattutto perché i clienti spesso non pagano. Quindi si fallisce non solo per i debiti, ma pure per i crediti che non si riescono a riscuotere. Perché se lo Stato ha iniziato a pagare i primi 20 miliardi di euro di arretrato, per i privati il discorso è opposto.
MANIFATTURA IN CRISI. I dati evidenziano che i settori più colpiti sono le attività manifatturiere, seguite da quello delle costruzioni e dal commercio.
Va male anche per le attività immobiliari, ma pure per quelle di trasporto e magazzinaggio.
Il boom di fallimenti riguarda i costruttori edili (+67,1%) e chi fa lavori di costruzione specialistici (+70%), ma soffrono pure i ristoratori e i fabbricanti di mobili.
MALE DIFFUSO DA NORD A SUD. Il primato dei fallimenti spetta a Milano, con il 10% di chiusure di tutta Italia (525 nel 2013 contro i 524 del 2012). Seguono Roma (466), Napoli (217), Torino (209) e Brescia e Firenze (143).
Il problema, quindi, è diffuso in tutto il Paese, anche nelle aree come Emilia Romagna, Toscana e Veneto tradizionalmente più dinamiche.




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