L'Europa chiede più quote rosa: le donne leader o membri di cda sono una rarità in Italia
"È ora di infrangere quel soffitto di cristallo che in Europa continua ad ostacolare l'ascesa di donne di talento ai vertici delle società quotate in Borsa"
sostiene Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione europea e Commissaria europea per la Giustizia, che un anno fa ha chiesto alle aziende un'autoregolamentazione virtuosa in materia senza ottenere grandi frutti.
Rare, sottopagate, con poche prospettive di carriera: le donne manager sono infatti ancora merce rara, soprattutto in Italia, ma non solo. L'ultimo rapporto della Commissione europea sulle donne nelle imprese private infatti ha messo in luce come il Belpaese sia sestultimo in Europa per il gap di genere nei cda, con una presenza femminile inferiore alla metà della media Ue (6,7% contro 13,7%). Va meglio sulla differenza di salario con i colleghi maschi, che se da noi si attesta al 5,5%, in Paesi come l'Estonia arriva al 28%, e in Germania al 23,1%.
Eppure le donne ai vertici fanno bene alle aziende: secondo uno studio McKinsey le società con rappresentanza paritaria realizzano profitti del 56% superiori rispetto a quelle a conduzione unicamente maschile.
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