Spike Lee twitta l'indirizzo (sbagliato) dell'assassino di Trayvon Martin e mette una coppia d'anziani sotto assedio
© Chris Trotman/Getty Images Sport
Quando su Twitter si hanno milioni di follower ogni affermazione può avere un'effetto a macchia d'olio e diffondersi rapidamente: l'ultima celebrity a cui è capitato un "incidente" del genere è il regista Spike Lee, ma questa volta il tweet incriminato è andato un po' più in là della dichiarazione scomoda o di un numero di telefono sbagliato (i fan di Justin Bieber hanno occupato la linea di una coppia del Texas per ore credendo di poter parlare col loro idolo).
Il regista ha seguito con grande coinvolgimento l'assassinio di Trayvon Martin, il 17enne nero ucciso dalla guardia George Zimmerman perché "soggetto pericoloso" (per Zimmerman il colore della pelle e il cappuccio in testa sono bastati per categorizzarlo come individuo a rischio): il presidente Obama lo ha definito il "figlio che non ho mai avuto", e tutta l'America si è stretta intorno al lutto dei familiari.
E così anche Lee ha pensato di contribuire alla causa postando su Twitter messaggi contro il razzismo bianco e retweettando tutti i messaggi discriminatori che trovava, dipingendo un quadretto non proprio idilliaco della società americana. L'ultimo tweet, quello sbagliato, conteneva l'indirizzo di casa di Zimmerman: peccato che per un caso di omonimia non si trattasse di quello Zimmerman, ma del figlio di Elaine e David McClain, che si sono visti circondare la casa da persone inferocite per la morte del ragazzo e vendicatori improvvisati. Per non rischiare la coppia di anziani ha dovuto passare la notte in hotel, una disavventura che costerà una causa al regista, nonostante egli abbia rimosso il tweet e manifestato le proprie scuse:
"Mi scuso profondamente con la famiglia McClain. E' stato un errore. Per favore lasciate i McCLain in pace. Giustizia in Tribunale".
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