Roma violenta
Omicidio al parco degli acquedotti
ucciso un uomo su una panchina
La vittima è un sudanese di 30 anni. A freddarlo con un proiettile in pieno petto, sarebbe stato un ex datore di lavoro. Gli investigatori sono sulle tracce di due italiani, padre e e figlio che si sarebbero allontanati in tutta fretta dopo gli spari
Anziana uccisa in casa a Roma
probabile omicidio per furto
Un appuntamento e il tentativo di chiarimento. Poi gli spari, tre. È stato ucciso da un proiettile calibro 38 l'uomo trovato morto nel parco degli acquedotti dai poliziotti della squadra mobile oggi pomeriggio alle 16 e 30. La vittima, un sudanese di 30 anni, non aveva con sé né carta d'identità né patente, solo il certificato dell'ultima sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati. A esplodere i colpi, quasi certamente, è stato il suo datore di lavoro.
IL LUOGO DELL'OMICIDIO
La stringeva in mano al momento del ritrovamento del cadavere e dunque, si presume, della lite. Gli investigatori guidati dal primo dirigente Renato Cortese hanno trovato altri due bossoli vicino allo straniero, uno l'ha raggiunto al petto. A sparare, secondo quanto riferito dai testimoni, sarebbe stato un uomo con un giaccone grigio e degli occhiali da sole tipo Rayban.
E non sarebbe stato solo. Le forze dell'ordine, infatti, sono sulle tracce di due calabresi, padre e figlio minorenne. La coppia si sarebbe allontanata dal luogo dell'omicidio in gran fretta, a bordo di un'utilitaria scura, subito dopo gli spari. E ora gli agenti stanno mettendo a ferro e fuoco la città con posti di blocco.
I sospetti degli inquirenti si concentrano sul gestore di una serie di locali in Calabria, Umbria e Marche, che sarebbe l'autore materiale del delitto e su suo figlio di 17 anni. Ad incastrarli il numero di targa della sua auto, annotato dai testimoni oculari, e il registro delle chiamate sul cellulare della vittima. L'ipotesi è che il killer sia stato in passato datore di lavoro del ragazzo ucciso.
Il parco era già stato teatro di un duplice omicidio nel 20 luglio del 2008. Quel giorno furono due i cadaveri trovati nel parco degli acquedotti. In quell'occasione la polizia riuscì a venire a capo del doppio delitto dopo un anno: a finire in manette fu un romeno di 29 anni che, con l'aiuto del fratello e del cugino, uccise un connazionale di 21 anni e un polacco di 50 che aveva cercato di difenderlo. Tutto era iniziato in un carcere romeno, dopo una serie di violenze in cella.