giovedì 28 febbraio 2013

Comune Genova,no inaugurazione sala slot Ospite vip doveva essere Nicole Minetti


Comune Genova,no inaugurazione sala slot

Ospite vip doveva essere Nicole Minetti



(ANSA) - GENOVA, 28 FEB - E' stata vietata l'inaugurazione della sala da gioco d'azzardo piu' grande di Genova, prevista domani sul lungomare di Pegli con ospite vip Nicole Minetti. Lo ha confermato l'assessore comunale allo Sviluppo Economico Francesco Oddone. Il no del Comune di Genova e' legato al "mancato rispetto delle autorizzazioni necessarie per l'apertura di un salone di slot machine, tra cui il rispetto del Piano urbanistico comunale e l'obbligo di un parcheggio pertinenziale ogni 20 mq di superficie".

Allerta temporali su Sardegna e Sicilia Avviso meteo Protezione Civile


Allerta temporali su Sardegna e Sicilia

Avviso meteo Protezione Civile



(ANSA) - ROMA, 28 FEB - Una vasta perturbazione domani avanzera' sul Mediterraneo occidentale spostandosi dalle isole Baleari verso la Sardegna, per poi proseguire sabato in direzione della Sicilia: portera' sulle due maggiori isole italiane una fase di forte maltempo, in successiva estensione anche alle regioni piu' meridionali della penisola. Lo segnala la Protezione civile che ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

Mps: confronto continuo Mussari/Ceccuzzi Discutevano su decisioni per banca, salta interrogatorio Vigni


Mps: confronto continuo Mussari/Ceccuzzi

Discutevano su decisioni per banca, salta interrogatorio Vigni



(ANSA) - SIENA, 28 FEB - Il presidente di BMps Giuseppe Mussari e l'allora deputato del Pd, poi sindaco della citta', Franco Ceccuzzi, avevano un confronto ''pressoche' quotidiano sui temi politici nazionali e locali e in particolare quindi sulle decisioni da assumere in seno alla banca''. E' quanto si legge negli atti di un'inchiesta su Millevini, ristorante di Enoteca Italiana di Siena. Cinque le persone indagate. Intanto e' saltato l'interrogatorio previsto domani dell'ex dg Antonio Vigni.

Stop bus Sita, a terra 33mila utenti Direttore azienda, troppi tagli e assenza di programmazione


Stop bus Sita, a terra 33mila utenti

Direttore azienda, troppi tagli e assenza di programmazione



(ANSA) - NAPOLI, 28 FEB - Fermi anche oggi i 270 bus dell'azienda Sita Sud: a terra ben 33mila utenti delle province di Salerno, Napoli e Avellino. Pesantissimi i disagi per i pendolari; cinquemila al giorno solo sulla linea Salerno-Napoli.

Domani e' previsto un incontro tra il direttore della Sita Sud Campania, Simone Spinosa, e l'assessore regionale ai Trasporti, Sergio Vetrella. A rischio 462 posti di lavoro. ''Troppi tagli, ritardo di pagamenti degli enti e assenza programmazione'', denuncia Spinosa.

Il Papa lascia S.Pietro, lungo applauso.


Il Papa lascia S.Pietro, lungo applauso. Raggiungera' Castel Gandolfo in elicottero

Ultime ore da pontefice, saluto ai cardinali 'Vostra vicinanza aiuto nel mio ministero'


L'elicottero con a bordo il Papa


Il cortile di San Damaso è pieno di gente per l'ultimo saluto di Papa Benedetto XVI che lascerà a breve il Vaticano. Ci sono religiosi, religiose ma anche laici ad attendere Papa Ratzinger. Schierato il picchetto con bandiera della Guardia Svizzera. Mons. Georg Gaenswein é apparso in lacrime all'uscita di Benedetto XVI nel cortile di San Damaso, mentre la folla applaudiva il Pontefice in partenza per Castel Gandolfo.
L'assedio pacifico di Castel Gandolfo alle 16 sembra quasi essere al completo. Fedeli provenienti da Roma, stranieri, residenti, e il popolo dell'informazione hanno praticamente colonizzato il piccolo comune. I parcheggi della cittadina sono al completo, le auto possono essere collocate soltanto nella zona del lago, che dista alcuni chilometri dal centro, e da lì tornare in paese con le navette. Quando si oltrepassano i controlli delle forze dell'ordine con i metal detector portatili, prima di accedere nel centro storico, dei ragazzi consegnano gratuitamente la foto di Benedetto XVI immortalato con il vescovo di Albano, Marcello Semeraro; bisogna invece pagare un euro per avere una bandiera bianca e gialla con la scritta "Benvenuto Papa". L'uomo che le vende ne ha cinquemila e di sicuro a fine giornata le avrà finite. Piazza della Libertà, dove è previsto che alle 17,30 Benedetto XVI si affaccerà dal balcone per l'ultima volta, è quasi colma. E' popolata da bandiere, striscioni, cartelli. Il più grande è di sicuro quello collocato sul palazzo del Municipio con scritto 'Grazie Benedetto siamo tutti con te', ogni lettera è in plastica, come fosse un palloncino. Tra i tanti fedeli ci sono suore sudamericane che hanno suonato nella piazza le chitarre, studenti dell'università del Galles, giovani dei Papaboys, delle comunità neocatecumenali e tanti residenti che per primi si sono attrezzati con seggiole portatili. Alle 16.30 la piazza vociante è stata zittita dagli altoparlanti che hanno chiesto silenzio e di pregare in attesa dell'arrivo del Pontefice.
"Tra di voi c'è anche il futuro Papa a cui prometto la mia incondizionata riverenza e obbedienza". Lo ha affermato Benedetto XVI nel suo discorso di saluto ai cardinali. "La vostra vicinanza e il vostro consiglio sono stati di grande aiuto nel mio ministero", ha aggiunto.  "Anche per me gioia é stata una camminare con voi in questi anni", ha detto il Papa dopo l'indirizzo di saluto del cardinale decano Angelo Sodano.
"Il collegio dei cardinali sia come un'orchestra in cui le diversità" possano portare ad "una concorde armonia", ha detto Benedetto XVI rivolgendosi ai cardinali.
"Siamo noi che dobbiamo ringraziare Lei per l'esempio che ci ha dato in questi otto anni di Pontificato": così il decano del collegio cardinalizio, card. Angelo Sodano, ha salutato Papa Benedetto XVI replicando alle parole di ringraziamento dello stesso pontefice, qualche giorno fa, ai collaboratori della Curia romana. Poi lo saluta nella lingua madre di Papa Ratzinger: "Vergelt's Gott, che Dio la ricompensi", dice Sodano.
"Oggi pomeriggio, verso le 17, ci sarà l'ultimo tweet di Papa Benedetto e poi come annunciato" l'account @Pontifex "rimane in stand-by" fino a quando ci sarà il nuovo Papa che potrà decidere se continuare o no con questo tipo di comunicazione. Lo ha detto Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, nel briefing con i giornalisti.
Stasera alle 20, alla fine del pontificato di Papa Benedetto XVI, ci sarà "la chiusura della porta a Castel Gandolfo" mentre in Vaticano "verranno apposti i sigilli all'appartamento del Papa e all'ascensore che porta direttamente all'appartamento, altro non mi risulta". Lo ha detto Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, nel briefing con la stampa, spiegando che per l'evento di Castel Gandolfo ci saranno le immagini in diretta del Ctv.

Hollande al Pd: dal voto italiano una lezione per l’Europa


Hollande al Pd: dal voto italiano una lezione per l’Europa


«La crisi economica e la sofferenza che ne deriva sono ormai di tale gravità che è l’Unione Europea a non poter più restare sorda rispetto al messaggio chiaro che emerge dal voto degli italiani». Lo sostiene il presidente francese François Hollande, che dopo il terremoto-Grillo ha preso il telefono per consultarsi direttamente con Pierluigi Bersani, come racconta il sito ufficiale del Pd. «Il presidente francese ha condiviso con Bersani l’analisi sulla rilevanza europea di questo voto italiano». Uno scossone da far tremare i palazzi di Parigi e quelli di Bruxelles? A quanto pare, per provocarlo ci voleva il “clown” Grillo, secondo l’irridente definizione del tedesco Peer Steinbrück, candidato socialdemocratico alla successione di Angela Merkel. Dalla Germania l’ennesima uscita infelice dopo quella – gravissima – di un altro autentico veggente, il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, che alla vigilia si augurava che gli italiani “votassero bene”, scegliendo Bersani e non Berlusconi.
Spazzatura politica europea, che costringe Napolitano a disertare la cena con l’ottuso Steinbrück, proprio mentre, a Roma, sono le massime Hollandenomenklature del Pd a pronunciare parole che, prima delle elezioni, circolavano clandestine praticamente solo sul web: un’altraEuropa è possibile, anzi è ormai inderogabile, sentenzia nientemeno che Enrico Letta, che annuncia che il Pd – pur di “costringere” i grillini ad accettare un patto di salvezza nazionale votando la fiducia a un governo d’emergenza – ora è pronto a parlare di conflitto d’interessi, legge elettorale e lotta ai privilegi della casta, ma soprattutto a mettere in discussione il Muro di Bruxelles, la montagna di vincoli anti-sociali come il Fiscal Compact che hanno ispirato per oltre un anno il governo Monti, nume tutelare e faro illuminante della politica del Pd a partire dall’autunno 2011. Fino a ieri sarebbero state eresie, robaccia da “antipolitica”. Oggi, invece, voti alla mano, la lingua dei grillini la capiscono al volo Bersani, Letta e persino Hollande.
Si avvera la profezia di Giulietto Chiesa: non appena l’Italia potrà disporre di una vera opposizione parlamentare in grado di mettere in discussione l’orrore anti-democratico che si è andato costruendo in questi anni grazie ai “maggiordomi” politici dei poteri forti, la stessa Europa sarà costretta a fare i conti coi propri popoli, rassegnandosi a rinegoziare le regole disoneste imposte dai trattati-capestro approvati sottobanco dai governi, grazie alla complicità di partiti infiltrati dai ras della finanza mondiale, i signori delle crisi, i bancarottieri delle privatizzazioni fraudolente. Ricatto sul debito pubblico, sovranità nazionale finanziaria, rifiuto della “dittatura” della Bce: è ovvio che si tratta di tornare “padroni a casa nostra”, per poter finanziare qualunque programma democratico. A cominciare da quello del “Movimento 5 Stelle”, che scommette sulla riconversione ecologica dell’economia, sulla difesa del welfare (scuola e sanità pubblica) e propone misure d’urto – come il reddito minimo di cittadinanza – per impedire che la grande crisipilotata dall’élite bancaria si traduca in un massacro sociale capace di trascinare nel caos un paese di 60 milioni di abitanti, cerniera Giulietto Chiesamediterranea della Nato, membro del G8 e co-fondatore dell’Unione Europea.
Serviva Grillo, per aprire davvero il negoziato che i sindacati confederali non hanno osato intavolare? Niente di strano, peraltro: democrazia, elezioni, voti. Era l’ultima arma – civile e nonviolenta – a disposizione del cittadino comune. E non è strano che a far notizia sia ancora una volta l’Italia: mentre i grandi dirigenti della fu socialdemocrazia europea ancora si attardano a ridere di Berlusconi, a cui hanno voltato le spalle 8 milioni di elettori, gli italiani guardano avanti, tornano a sentirsi comunità nazionale, gonfiano le piazze. E avvertono i gelidi signori di Bruxelles: attenti, si avvicina la resa dei conti per chi imbroglia le carte traviando partiti e pilotando giornali e televisioni. Gli italiani saranno i primi a salire sulle barricate elettorali, confidava Giulietto Chiesa, ma non saranno soli: «Ci sono Spagna e Portogallo, Grecia, Irlanda e anche la Francia». Aveva ragione, se ora persino Hollande si incarica di “spiegare” che il voto italiano è una lezione per tutti. Al di là delle alchimie tecnico-istituzionali, un dato è evidente: indietro non si torna. Un popolo si è messo in marcia, ha “parlato” in modo inequivocabile e la sua voce arriva forte e chiara in tutte le capitali europee.

Giulietto Chiesa: entusiasmo e onestà, mi fido di Grillo


Giulietto Chiesa: entusiasmo e onestà, mi 

fido di Grillo


«Scommetto sull’onestà di Beppe Grillo: lo faccio perché scommetto sull’entusiasmo dei suoi sostenitori». Parola di Giulietto Chiesa, da anni impegnato per un’alternativa politica radicale, che smascheri e mandi in pensione la casta dei “maggiordomi”, agli ordini dello spread. Della sinistra “falcemartellata e girotondina” non vale neppure la pena di parlare: «Addio per sempre! La riscossa è venuta da un’altra parte. Ed è giusto che sia così, perché la storia non fa sconti a nessuno». E il Pd? «Esce clamorosamente sconfitto, e adesso implora». Quanto al centrodestra, «forse festeggia soltanto lo scampato pericolo della sua sparizione, ma le cifre lo dicono: dai 17 milioni di voti che aveva nel 2008, è sceso a 8 milioni. Meno della metà. Un tracollo: sono stati dimezzati». Fine della “narrazione berlusconiana”. «Hanno perduto otto milioni e mezzo di voti. L’Italia è cambiata, e non solo perché Beppe Grillo ha vinto». Il trionfo “5 Stelle”, semmai, è una certificazione: siamo entrati in una nuova epoca.
I neo-eletti grillini? «Avranno molti problemi difficili da risolvere, è ovvio che commetteranno errori, ma non certo crimini». I media si affrettano a Giulietto Chiesapaventare che molti di loro potranno essere “comprati”? Coloro che dicono queste cose sui giornali e in televisione, sostiene Giulietto Chiesa nell’ultimo video-editoriale su “Megachip”, «misurano la realtà con il loro metro da schiavi. E per fortuna la realtà non è tutta composta di schiavi o di servi, come il voto ha dimostrato». Questo non significa che non ci siano pericoli: «Si può star sicuri che, per ognuno degli oltre centosessanta deputati e senatori dell’opposizione, si stanno già compilando i dossier: i servizi segreti sono lì per quello, non penseremo mica che se ne staranno con le mani in mano. Si scava e si scaverà nelle loro vite, si cercheranno le loro magagne, per poi “spenderle” prima o dopo nella melma degli intrighi di Palazzo. La nostra fortuna è che saranno dei dossier poveri e “giovani” e quindi conteranno poco, perché questo non è un personale ricattabile».
I problemi, aggiunge Chiesa, saranno più grandi e difficili: «Si dovranno prendere decisioni di portata nazionale, europea, internazionale. E lo si dovrà fare stando sotto la mira di cecchini impietosi e feroci, i cosiddetti “mercati”, cioè i grandi banchieri del Superclan mafioso-massonico europeo e mondiale». Si pone il problema di «una squadra» che protegga Grillo e i suoi parlamentari. «I vecchi marpioni del Palazzo già cominciano con le loro lusinghe, e tutti i giornali titolano “Bersani apre a Grillo”, “Bersani sfida Grillo”, “Bersani si inginocchia davanti a Grillo”». Fino all’altro ieri, semplicemente, per i media Grillo non esisteva: «Non se n’erano accorti, adesso capiscono che non lo possono evitare, e ci provano». Funzionerà? Assolutamente no: le lusinghe del day-after «non serviranno a catturare né Grillo né i suoi, perché Grillo ha costruito una macchina che non lo consente. E coloro che gli fanno delle proposte più o meno sconce Bersani e Grillo continuano a ragionare come se non ci fosse Grillo: ma Grillo c’è, e il “Movimento Cinque Stelle” c’è».
Purtroppo non ci sono soltanto le lusinghe, che si possono respingere: «Ci sono invece questioni che non si possono aggirare: le grandi questioni sociali, come quella dellavoro. E c’è un paese in ginocchio che implora, che esige una tregua dopo questa rapina che ha subito con il consenso di tutti quelli che sono stati battuti, non per caso, in queste elezioni». Agitando lo spauracchio dell’ingovernabilità, il Palazzo proverà a rovesciare sul “Movimento 5 Stelle” «responsabilità che non sono sue». Dunque, occorre prepararsi. «Per questo credo che Grillo e il M5S abbiano bisogno di un forte sostegno nel paese, molto più ampio di quel 25% – straordinario – che è stato raggiunto». Per Giulietto Chiesa, «serve una forte e organizzata opposizione sociale che muova dalle aziende, dalle fabbriche, dalla scuola, dall’università, dalle categorie colpite, dalla società civile». Opposizione sociale che «deve essere ancora costruita». Il record strepitoso del 25%? Tutto merito di Grillo, «una spallata forte e possente». Il resto «sarà opera di tutti noi, insieme al “Movimento Cinque Stelle”».

Beppe Grillo promuove la Felicità nazionale lorda - Bababook - Non solo politica


Beppe Grillo promuove la Felicità nazionale lorda - Bababook - Non solo politica



Anche se non ha un vero programma in materia di fisco, Beppe Grillo ha già portato a casa un risultato: ha costretto gli analisti di Jp Morgan a occuparsi dell'indice della Felicità nazionale lorda (in inglese Gross national happiness) utilizzato nella piccola monarchia buddista del Bhutan.
A New York gli esperti della banca d'affari americana hanno preso molto sul serio l'ex comico ligure. E, prevedendo il boom del Movimento 5 stelle, ne hanno analizzato la politica economica in un report intitolato: «Un corso accelerato di 'Grillonomics'».
Non si sono limitati ai 20 punti pubblicati sul celebre blog, ma hanno studiato anche le idee in materia economica professate dal movimento.
GRILLO OLTRE IL PIL. «Grillo spinge per l'abbandono di indicatori come il Prodotto interno lordo a favore del dato di Felicità nazionale lorda», hanno appuntato gli analisti, prima ancora di analizzare le proposte sul ruolo dei piccoli azionisti nei consigli di amministrazione delle società quotate o di inalberarsi di fronte alla volontà grillina di indire un referendum sull'euro.
Il peso che Jp Morgan ha dato alla proposta rimbalzata nelle discussioni di molti meet up non è casuale: l'indice della felicità, da contrapporre al Pil come indicatore della crescita del Paese, dice molto dell'universo Grillo.

grillo

ha distrutto il pd e lo fanno ancora parlare??D'Alema: governo a guida Pd e legislatura costituente con Pdl e M5S


D'Alema: governo a guida Pd e legislatura costituente con Pdl e M5S

(uno come te che no riesce a comunicare alle masse Deve ancora consigliare?? Di Vittorio riusciva a comunicare con i contadini e con i professori,tu sei un asino e con la tua prosopopea hai distrutto un PD che questa volta poteva sbancare tutto.Ti consiglio di pensionarti e dire al PD che per vincere bisogna essere diversi da tee!!magari essere come RENZI ??,che dici )



Roma, 28 feb. (Adnkronos) - Interviste e articoli principali di giovedì 28 febbraio
D'Alema: governo a guida Pd e legislatura costituente con Pdl e M5S
"Una legislatura costituente", con "un'assunzione di responsabilita' da parte delle forze principali, innanzitutto Movimento 5 stelle, centrodestra e noi" , attribuendo ai primi due "le presidenze delle due assemblee parlamentari, ovviamente sulla base della proposta di personalita' che siano adeguate a ruoli istituzionali di garanzia", e con un governo guidato dal "partito che ha la maggioranza relativa al Senato e quella assoluta alla Camera. E che ha espresso come candidato premier Bersani". Lo propone Massimo D'Alema, in un'intervista al 'Corriere della Sera'.
Squinzi: con programma Grillo industria italiana e' finita
"Se applicassimo il programma di Grillo l'industria italiana sarebbe finita. Grillo vuole bloccare le infrastrutture, noi pensiamo che si debba colmare un grave ritardo infrastrutturale". Lo afferma il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi in un'intervista a 'Repubblica' in cui prevede che "i prossimi sei mesi saranno orribili, i peggiori degli ultimi cinquant'anni". Per Squinzi in tempi brevi "toccheremo il punto piu' acuto della crisi poi comincera' la risalita" ma, aggiunge, "questo e' il momento di mettere al centro l'economia reale"

Trombati sì, ma se ne vanno col sacco pieno!


Le elezioni politiche del 2013 hanno decretato il successo del Movimento 5 Stelle e il ritorno di Silvio Berlusconi. Non ci sono solo vincitori o sconfitti, ma anche dei “trombati” ossia coloro che non ce l’hanno fatta ad entrare in Parlamento. Tra le vittime illustri c’è Gianfranco Fini. Contenti? Mica tanto. In alcuni casi i trombati ci costano più degli eletti.

L’ex presidente della Camera percepirà una pensione di 6.200 euro netti al mese. Non solo. Fini riscuoterà anche 260 mila euro dall’assegno di reinserimento all’attività lavorativa. Meno soldi arriveranno ad Antonio Di Pietro. L’ex magistrato prenderà una pensione di 4.300 euro al mese e una liquidazione di 60 mila euro. Ci sono però anche quelli che hanno deciso non partecipare alle elezioni. Uno di questi è Beppe Pisanu. Il “pidiellino” percepirà una pensione di 6.500 euro e un assegno 175 mila euro. Sfortunato Italo Bocchino. L’esponente di FLI è troppo giovane per la pensione e deve accontentarsi solo dell’assegno di reinserimento di 150 mila euro. Ecco la lista dei nuovi pensionati d’oro (trombati e non):


Politico                    Pensione(€)               Liquidazione(€)
Beppe Pisanu              6.500                        175.000
Mario Tassone             6.500                        158.000
Emma Bonino              6.500                         60.000

Walter Veltroni             6.500                         44.000
Filippo Berselli             6.200                        278.000
Gianfranco Fini            6.200                        260.000
Livia Turco                   6.100                        241.000
Massimo D’Alema         6.000                          64.000
Francesco Rutelli         5.600                        111.000
Roberto Castelli           5.500                        195.000
Franco Marini               5.300                        188.000
Stefano Stefani            5.000                        176.000
Pierluigi Castagnetti     5.000                       111.000
Claudio Scajola             4.700                       158.000
Fernando Adornato     *4.500                       112.000
Antonio Di Pietro          4.300                        60.000
Enzo Carra                   3.600                      111.000
Sergio D’Antoni            3.600                      111.000
Furio Colombo             3.600                        64.000
Savino Pezzotta           2.200                        44.000

* Dal 2014

Grillo: "No a 42 milioni di rimborso"


Grillo: "No a 42 milioni di rimborso"



Dopo il voto, un fiume di denaro pubblico arriverà ai partiti: M5S rinuncia
ROMA - Ben 42,7 milioni di euro. Questa è la sostanziosa cifra che tocca a Beppe Grillo e il suoMovimento 5 Stelle dopo l'en plein alle urne, come rimborso elettorale. Ma il partito ha fatto sapere che rinuncerà e con tweet Grillo, sempre mercoledì, ha detto: "Se Bersani vorrà proporre l'abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime elezioni lo voteremo di slancio".
In tutto sono 159 milioni di euro i rimborsi che i partiti riceveranno e che si ripartiranno proporzionalmente ai voti presi alla Camera e al Senato. Cifra comunque inferiore ai 407 milioni che le formazioni politiche ricevettero dopo la tornata del 2008, ma comunque notevole: al Pd andranno 45,8 milioni, al Pdl 38 milioni e a Monti 15 milioni.

Richieste a Bersani di un nostro lettore


Richieste a Bersani di un nostro lettore



Egregio Bersani,

subito la invito a riformare la legge elettorale restituendo oltretutto ai cittadini il diritto di scegliere chi mandare in Parlamento e poi a fare una legge contro il conflitto d’interessi. Le ricordo anche di averle inviato una serie di mail in cui le dicevo che:

-la proposta di riduzione del numero dei  deputati da 630 a 508 e dei senatori da 315 a 254 era una ridicola parvenza di riduzione e di portarli a 300m e 150!!!!!! 

-il taglio delle Auto Blu doveva essere realizzato velocissimamente.
-bisognava ridurre gli stipendi dei parlamentari (portarli a livello europeo).   
                           
in cui la invitavo:

-ad annullare l'acquisto degli F35 uno spreco di denaro pubblico, inconcepibile di questi tempi.
                                                                                                 
-a redigere una legge in cui il rimborso delle spese elettorali realmente sostenute e giustificate da ricevute non doveva superare il 30% dei vecchi rimborsi. 
                                            
 -a redigere una legge per la restituzione dei rimborsi avuti da partiti che non esistono più (Margherita, eccetera).
                                                                                           
  -a promuovere una legge per annullare l’O.K. del Parlamento in sede di autorizzazione agli arresti dei parlamentari-ministri e per obbligarli a presentarsi in tribunale come qualsiasi cittadino perché non è stata mai rispettata la legge-regola che non si deve scendere nel merito delle accuse, ma soltanto verificare se c'è accanimento giudiziario!!!                                                                      

-far pagare la multa di 10.000,00 Euro che Bruxelles ha comminato all'Italia per non aver concesso subito, ma dopo 10 anni(?) le frequenze a Europa 7 di Avezzano-L'Aquila che ne aveva diritto, ai responsabili governativi (indovina chi sono?) che non hanno ottemperato. Chi fa il furbo e sbaglia, paga di tasca propria e non noi cittadini, capito Bersani??? Cazzo!!!!                                               

-a varare una legge che limiti a due mandati la vita .......... parlamentare e poi a casa senza fare i furbetti, nel senso che chi era stato eletto alla Camera si ripresenta al Senato e viceversa!!!
La invito infine a sistemare una volta per tutte la storia infinita delle province, capitoooooo?

Bersani in caso di opposizione, stravolgimento, bocciatura delle proposte di legge dovrà dire chiaramente ai cittadini chi si è opposto-ha bocciato-boicottato il tutto. Dovrà urlarne i nomi  
E’ chiaro, Bersani??????


Saluti.

P.S. Tornerò in Italia alla metà di Aprile. Voglio trovare tutto già predisposto per l’approvazione in Parlamento!!!!



mercoledì 27 febbraio 2013

Grillo: sana e democratica rivolta di classe


Il popolo di Grillo: sana e democratica 

rivolta di classe


C’è una strana serenità che sale dopo il terremoto elettorale, retrocedendo i tonfi sui mercati e gli allarmi delle cancellerie al rango delle note di colore. Come se i problemi fossero altri, di un’altra epoca. La sorpresa che emerge è che il signor Grillo non è un mostro a tre teste né un gerarca nazista, come da anni predicavano i partiti, a iniziare dalPd, e i loro volonterosi carnefici che oligopolizzano la stampa italiana. E’ solo un libero professionista che si è appassionato del web e di temi socio-ecologici e tre anni e mezzo fa si candidò alle primarie dello stesso Pd. Che rispose come insegnavano le Frattocchie. Col solito niet, non privo di risatine e consigli a trovarseli da solo, i voti. E con la solita pacca sulla spalla che continua a elargirsi ai giovanotti, relegati per oltre 30 anni nelle “sezioni giovanili”, ovvero nella patetica coreografia della danza del giaguaro.
Soprattutto, con la solita saccente ignoranza non solo di quel che le persone estranee ai circoli dicono, pensano e soffrono, ma anche di un briciolo di Beppe Grilloanalisi marxista (che, è bene ricordarglielo tra un revisionismo e l’altro, è ritenuta ancora attendibile nella ricerca universitaria in tutto il mondo). Se alzano gli occhi scopriranno che Grillo parla essenzialmente al proletariato e (udite udite) non fa distinzione tra le categorie del lavoro, dai precari e alle partite Iva. Non sono bastati centinaia di suicidi tra i piccoli imprenditori per spiegare ai partiti di sinistra che sono dalla stessa parte, e che lo Stato si fa complice dello sfruttamento anche quando chiede agli autonomi che non arrivano alla fine del mese tasse in anticipo e ne restituisce i crediti dopo cinque anni.
La cosiddetta antipolitica è oggi palesemente la più politica delle battaglie. In altri paesi la “lotta alla corruzione” è ambigua, perché perorata dall’interesse liberistico allo smantellamento delwelfare. In Italia no, perché la “casta” è in effetti il perno, non solo delle ruberie, ma anche di quel sistema nepotistico di stampo mafioso che fa campare figli e affiliati a detrimento degli altri e del bene comune. Come già scritto su questo portale, mentre i partiti hanno conservato i potentati dell’informazione Grillo li ha combattuti nell’unico modo civile possibile, tenendosene alla larga. Dice che l’Europa, così com’è, tra vincoli fiscali e democratici (ovvero limiti di democrazia fiscale) non va bene, se non si rovescia il tavolo esplode. Lo L'invasione dei Grillini a piazza San Giovannisanno tutti, lo ha capito perfino il Fondo Monetario, che con l’austerità e l’assalto alla diligenza dei ceti deboli finisce in una rivolta di sangue. Tutti, ma non il grosso delle segreterie di partito.
Grillo parla ossessivamente di “rete”, tra battaglie contro i grandi appalti e le privatizzazioni dei beni pubblici, nonché quale chiave per il rilancio economico. In effetti è storicamente la chiave, di ogni salto di civiltà e di ogni conquista dei ceti più deboli. Non ha torto chi teme qualche rischio. Ma i rischi sono insiti a ogni cambiamento sociale, che a sinistra teoricamente si auspica. Bersani la smetta di deprimersi. Nei contesti recessivi di solito sale l’estrema destra. In Italia resta insussistente, mentre si appalesa alla luce del sole un civile conflitto di classe. Si ricordasse delle proprie origini (come ha fatto il leader di Cinquestelle), lo riconoscerebbe e lo abbraccerebbe, anziché continuare colpevolmente a ignorarlo e reprimerlo

Bravo Presidente ,finalmente hai mostrato ai tedeschi come sono gli italiani,Napolitano,no condizioni per incontro Dopo le affermazioni di Steinbrueck su risultati del voto


Napolitano,no condizioni per incontro

Dopo le affermazioni di Steinbrueck su risultati del voto



(ANSA) - MONACO DI BAVIERA, 27 FEB - ''Mi pare non ci fossero piu' le condizioni (per un incontro con il candidato premier della Spd - ndr) viste le sue dichiarazioni del tutto fuori luogo o peggio che ha fatto'', ha spiegato il presidente Napolitano ai giornalisti a Monaco di Baviera. Il capo dello Stato ha aggiunto che invece le dichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ''sono un esempio di riserbo e rispetto''

Scoperto e denunciato falso cieco Per sette anni ha percepito indennita' da Inps per 50 mila euro


Scoperto e denunciato falso cieco

Per sette anni ha percepito indennita' da Inps per 50 mila euro



(ANSA) - MARTONE (REGGIO CALABRIA), 27 FEB - Un falso cieco e' stato scoperto dalla Guardia di finanza a Martone, nella Locride. Il responsabile, che e' stato denunciato per truffa, ha percepito per sette anni dall'Inps la somma complessiva di 50 mila euro. Nel 2007 l'uomo era stato riconosciuto invalido al 100%. Dagli accertamenti e' emerso che l'anziano guidava regolarmente la sua automobile e gestiva la sua azienda con 280 operai. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Locri.

Ior, la minaccia del Vaticano


Ior, la minaccia del Vaticano

Proposta choc dei porporati stranieri: sciogliere l'istituto. E cancellare i segreti della Chiesa.


L'idea choc viene dai porporati stranieri: fare a meno dell'Istituto per le opere di religione (Ior) per far scomparire migliaia di conti riservati. E un bel numero di segreti.
A decidere il futuro dello Ior, però, è il papa e quindi il destino della banca vaticana è nelle mani del successo di Benedetto XVI che alle 20 di giovedì 28 febbraio si appresta a lasciare la Santa sede con destinazione Castel Gandolfo.
Lo Ior, secondo quanto svelato dal quotidiano La Repubblica, è indicato come uno dei temi più importanti da affrontare nelle cosiddette Congregazioni generali, le giornate di discussioni sul futuro della Chiesa e sul nuovo pontefice che sono in agenda dal 1 marzo.
SCANDALI E RIFORMA DELLA CURIA. Ma non c'è solo la banca del Vaticano tra gli argomenti in programma. Di estrema attualità anche l'evangelizzazione all'estero (il 2013 è l'anno della fede), la riforma della Curia (Joseph Ratzinger ha ammesso di non essere riuscito a rivoluzionare) e poi ci sono gli scandali che hanno segnato indelebilmente il pontificato di Bendetto XVI.
Eppure il nodo più importante è quello dello Ior. E il suo possibile scioglimento.
CORDATA GUIDATA DA SCHOENBORN. A sponsorizzare l'idea di chiudere l'istituto vaticano è un gruppo di cardinali, irritati da tempo per la gestione dello Ior, considerato come uno dei protagonisti per i danni dell'immagine della Santa sede a livello internazionale.
A farsi portavoce del malcontento è l'arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn, considerato un conservatore illuminato e indicato da molti come possibile successore di Ratzinger, di cui è stato allievo.
Il porporato potrebbe essere quindi in grado di riunire intorno a sé una serie di eminenze, in gran parte straniere, pronte a schierarsi contro la gestione 'italiana' dello Ior, ovvero il segretario di Stato Tarcisio Bertone e il suo predecessore Angelo Sodano. E non importa che Benedetto XVI abbia appena confermato Ernst Von Freyberg (manager tedesco) al vertice dell'istituto dopo l'uscita di scena di Ettore Gotti Tedeschi.
ACCORDO CON BANCA STRANIERA. Tuttavia, in caso di scioglimento dello Ior, i cardinali dovrebbero pensare a un'alternativa credibile. Da qui l'idea di un accordo con una banca straniera.
L'istituto vaticano, infatti, è considerato come una fonte continua di problemi per la Santa sede: dallo scandalo Enimont, al crac dell'Ambrosiano. E poi la presenza di personaggi come Michele Sindona e monsignor Paul Marcinkus, che ha presieduto lo Ior per 18 anni.
La banca, nata nel 1942 per volere di Pio XII, è stata quindi spesso criticata sia per la sua gestione spregiudicata sia per i suoi numerosi privilegi. Si racconta infatti, che quando Giovanni Paolo II, dopo lo scandalo Calvi, chiese la lista dei correntisti dello Ior, si sentì rispondere che non era possibile violare la riservatezza dei clienti.

S&P: «Nessun impatto sul rating dal voto»


S&P: «Nessun impatto sul rating dal voto»

Per l'agenzia, «restano incertezze: scelte del governo fondamentali».


Un ufficio di Standard and Poor's.

Il risultato delle elezioni non è destinato ad avere impatto immediato sul rating dell'Italia.
Lo ha affermato, il 26 febbraio, Standard & Poor's, sottolineando che «le scelte del prossimo governo saranno essenziali».
«Alla luce delle significative differenze fra i partiti», ha aggiunto l'agenzia di rating, «restano numerose incertezze sulla direzione delle politiche che saranno prese».
«MANDATO DEBOLE». Per Standard & Poor's ci sono rischi che il nuovo governo «possa non avere un mandato abbastanza forte per attuare ulteriormente importanti riforme strutturali che migliorino le prospettive di crescita dell'Italia», con l'economia che potrebbe restare debole per un periodo prolungato.
La nota si conclude precisando che «a prescindere dalla composizione del governo, il risanamento fiscale in Italia non deve deviare dall'attuale cammino» dato l'elevato debito pubblico, stimato al 127% del pil a fine 2012.

Elezioni, impresentabili in parlamento


Elezioni, impresentabili in parlamento

Da Cesaro a D'Alì: eletti che hanno avuto e hanno guai con la giustizia. La lista degli esclusi e degli sconfitti.

Raffaele Fitto.

Le Politiche hanno decretato l'ingresso in parlamento a molti neofiti della politica, visto il boom del Movimento 5 stelle e l'elezione degli esponenti della cosiddetta società civile. Ma non hanno cancellato dalle Aule gli impresentabili. A caccia di una rinnovata immunità.
I VOLTI NOTI: FITTO E ROMANO. Alla Camera, per esempio, spiccano due volti noti: i pidiellini Raffaele Fitto e Saverio Romano. Il primo è stato riconosciuto colpevole in primo grado di corruzione, finanziamento illecito ai partiti e abuso di ufficio. Il secondo, uomo molto vicino a Totò «vasa vasa» Cuffaro è stato sì recentemente assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ma coinvolto in una nuova inchiesta per corruzione (per la quale è stata presentata la richiesta di archiviazione).
GIGGINO 'A PURPETTA. Sempre a Montecitorio, tra le file del Pdl, siederà anche Luigi Cesaro detto Giggi 'a purpetta, ex presidente della Provincia di Napoli e indagato dalla Dda per associazione camorristica. Insieme con lui ci saranno anche Antonio Angelucci (indagato per associazione a delinquere, truffa e falso) ed Elvira Savino che nella sua regione, la Puglia, è accusata di riciclaggio.
E fin qui i confermati. Passando invece alle new entry, tra gli onorevoli della nuova legislatura si trovano anche Paolo Alli, vice dell'ex governatore lombardo Roberto Formigoni. Secondo la procura di Milano, Alli avrebbe ricevuto 250 mila euro da Mazarino De Petro, formigoniano, finito nell'inchiesta Oil for Food. E il siciliano Nino Minardo a cui la condanna a un anno per abuso di ufficio è stata ridotta a otto mesi.
INDAGATI AL SENATO. A Palazzo Madama la tendenza non cambia, anzi. Negli scranni del Senato si trovano Alfredo Messina, berlusconiano, su cui pende l'accusa di favoreggiamento in bancarotta, Paolo Romani, indagato per peculato e istigazione alla corruzione, Ignazio Abrignani, indagato per dissipazione post fallimentare. E Salvatore Sciascia, sempre pidiellino, su cui pende una condanna di due anni e sei mesi per corruzione. Senza contare Formigoni e Antonio D'Alì, Pdl, per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. O Denis Verdini che guai con le procure ne ha avuti parecchi.
Sorvolando sul ritorno dei peones Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, eletti per volere esplicito del Cav come Elena Centemero ex insegnante dei berluschini.
GLI SCHELETRI DEL PD. Anche il Pd però ha i suoi 'impresentabili'. Alla Camera sono stati eletti la giornalista anticamorra Rosaria Capacchione indagata per calunnia, e Francantonio Genovese per abuso d'ufficio. Al Senato, invece, tra i democratici è passato Bruno Astorre, nei guai sempre per abuso d'ufficio.


Effetto Grillo sulle primarie del Pd


Effetto Grillo sulle primarie del Pd
parte l'operazione «Marino sindaco»

Dopo il risultato della Regione e delle politiche, corsa contro il tempo per la scelta di Roma: «Siamo a +5 rispetto al 2010»

ROMA - Mentre Nicola Zingaretti sta terminando il suo discorso da neopresidente del Lazio, a pochi metri di distanza, là sul palco del tempio di Adriano, ci sono Ignazio Marino, il futuro vicepresidente della giunta, Massimiliano Smeriglio, e il capo segreteria di Zingaretti, Maurizio Venafro: parlano fitto fitto, sorridono, alla fine si scambiano abbracci, sorrisi, pacche sulle spalle. Origliare non sta bene ma fa parte del mestiere di chi scrive, ed è così che si scopre che l'operazione per lanciare Ignazio Marino verso il Campidoglio sta per scattare. Smeriglio (Sel) parla genericamente dei candidati già in campo, Venafro (Zingaretti) sonda l'altro, Marino annuisce, e i tre decidono di vedersi «nei prossimi giorni», alla presenza di Nicola Zingaretti. 

Ora, sia chiaro: l'operazione Marino candidato sindaco è tutt'altro che conclusa, e anzi le resistenze all'interno del Pd non sono poche. Ad esempio: «Tutti ma non lui», dice, lì nel tempio di Adriano, un importante dirigente. Ma ciò non toglie che l'operazione sia in atto. Fortemente voluta da esponenti non proprio secondari nel centrosinistra: com'è noto, dal regista del fu Modello Roma, Goffredo Bettini, e poi dal nuovo presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, solo per citarne alcuni. Il fattore tempo, ovviamente, rischia d'essere decisivo: anche perché il risultato del movimento di Grillo a Roma - sia pure meno «pesante» di ciò che era parso lunedì notte, con il Pd che in città recupera cinque punti (32,5 per cento) rispetto alle Regionali 2010 - fa sì che da più parti nel Pd si ragioni sulla possibilità che sia Beppe Grillo e non il sindaco uscente Gianni Alemanno il rivale da battere per arrivare al Campidoglio.
E allora, forse, non è per caso che, intervistato dalle tv a proposito del fenomeno Cinque Stelle, Ignazio Marino dica poche frase, ma emblematiche: «Parliamo lo stesso linguaggio, per molti aspetti: si tratta, adesso, di comunicare. Di certo se il tema è la trasparenza, o la razionalizzazione della spesa pubblica, l'intesa è facile». Certo parlava in linea teorica, e certo non si riferiva all'operazione Campidoglio. Come e se il Pd cercherà di fronteggiare l'onda grillina nella Capitale, è tutto da vedere. Sicuramente, da più parti, si fa notare che «le primarie non devono diventare un congresso»: alcuni cominciano a ipotizzare che sarebbe meglio non farle, ma sul fatto che in ogni caso non debbano essere una «conta» sembrano tutti d'accordo. Sul candidato sindaco ancora no, ma l'operazione Marino, di certo, è già scattata.

Val Susa a 5 Stelle, ora il partito No-Tav assedia Torino


Val Susa a 5 Stelle, ora il partito No-Tav assedia Torino


Val Susa a 5 stelle: «Avremo percentuali bulgare», aveva avvertito il portavoce No-Tav Alberto Perino, e così è stato. I grillini sono saldamente il primo partito in tutta la valle minacciata dalla Torino-Lione. Il record spetta a Venaus, paese simbolo della storica “resistenza” del 2005: Grillo rimedia addirittura il 58,1% dei voti, nonostante l’8,8 raccolto dal sindaco Nilo Durbiano, capolista al Senato per “Rivoluzione civile”. Va al “Movimento 5 Stelle” anche Avigliana (37,8%), capoluogo produttivo della valle e città natale di Piero Fassino, oltre che dell’ex sindaco Carla Mattioli, espulsa dal Pd per la sua posizione No-Tav e ora candidata alla Camera con Vendola. A gonfie vele anche Bussoleno, altro centro della protesta contro la Torino-Lione, dove Grillo raccoglie il 46,3% e spedisce a Roma, in carrozza, il neo-senatore Marco Scibona. Sempre a Bussoleno, dove Rifondazione è sempre stata fortemente radicata, Ingroia “supera lo sbarramento” raccogliendo il 4,6% dei voti, nonostante la mancata candidatura di Nicoletta Dosio, storica attivista No-Tav.
Si “arrendono” a Grillo anche i Comuni più coinvolti dalle recenti manifestazioni contro la Torino-Lione: Chiomonte è “5 Stelle” col 37,5%, Alberto Perino e Beppe GrilloGiaglione raggiunge il 44%, Exilles addirittura il 53,2%. Sopra il 50% anche Mattie, il paese dei due giovani arrestati a febbraio per la violazione delle reti del cantiere di Chiomonte. Campane a morto per la stessa Gemma Amprimo, sindaco Pdl di Susa, uno dei pochissimi amministratori locali pro-Tav nonostante il progetto-monstre della futura, improbabile “stazione internazionale”: persino il capoluogo storico della valle, tradizionalmente moderato, cede il passo a Grillo, primo partito col 42,7%. Tutta la valle di Susa è “5 Stelle”, spesso con percentuali superiori al 40%: sfiorano il 50% Meana di Susa, Mompantero, Chianocco, Bruzolo, Villarfocchiardo e Sant’Ambrogio, mentre lo superano Vaie, San Didero e addirittura San Giorio, tradizionale “feudo rosso”, dove ora Grillo riscuote il 51,5% dei consensi.
L’assedio grillino si estende all’imbocco della valle: Almese, Rosta, Buttigliera, Pianezza, Villarbasse. Risultati clamorosi ad Alpignano, città dell’hinterland torinese alle porte della val Susa e tradizionale roccaforte della sinistra: anche gli alpignanesi scelgono Grillo (32,7%) così come Rivalta (36,1), l’altra città della cintura torinese che, meno di un anno fa, alle comunali, umiliò centrodestra e centrosinistra premiando l’outsider No-Tav Mauro Marinari. Sorprese anche nella vicina val Sangone, ormai completamente “grillina”, da Bruino a Coazze: il “Movimento 5 Stelle” è primo partito a Giaveno superando il 32%, nonostante la prima cittadina Daniela Ruffino fosse candidata al Senato per il Pdl, mentre a Valgioie – il cui sindaco è Osvaldo Napoli, negli ultimi anni vicecapogruppo del Pdl alla Camera – lo “tsunami” grillino raggiunge addirittura il 41,8%. Caselle, Venaria Reale, Chieri, Carmagnola: la stessa metropoli torinese – dove Grillo è al secondo posto, davanti a Berlusconi – è ormai “circondata”: il “Movimento 5 Stelle” conquista addirittura Nichelino, tallona il centrosinistra a Grugliasco e Collegno, l’ex “Stalingrado” piemontese, e sfiora il primato – per un soffio – anche nei principali centri del Torinese, da Rivoli a Moncalieri. I pifferai della Torino-Lione sono avvertiti: il “partito” No-Tav ormai è maggioranza.