Effetto Grillo sulle primarie del Pd
parte l'operazione «Marino sindaco»
Dopo il risultato della Regione e delle politiche, corsa contro il tempo per la scelta di Roma: «Siamo a +5 rispetto al 2010»
ROMA - Mentre Nicola Zingaretti sta terminando il suo discorso da neopresidente del Lazio, a pochi metri di distanza, là sul palco del tempio di Adriano, ci sono Ignazio Marino, il futuro vicepresidente della giunta, Massimiliano Smeriglio, e il capo segreteria di Zingaretti, Maurizio Venafro: parlano fitto fitto, sorridono, alla fine si scambiano abbracci, sorrisi, pacche sulle spalle. Origliare non sta bene ma fa parte del mestiere di chi scrive, ed è così che si scopre che l'operazione per lanciare Ignazio Marino verso il Campidoglio sta per scattare. Smeriglio (Sel) parla genericamente dei candidati già in campo, Venafro (Zingaretti) sonda l'altro, Marino annuisce, e i tre decidono di vedersi «nei prossimi giorni», alla presenza di Nicola Zingaretti.
Ora, sia chiaro: l'operazione Marino candidato sindaco è tutt'altro che conclusa, e anzi le resistenze all'interno del Pd non sono poche. Ad esempio: «Tutti ma non lui», dice, lì nel tempio di Adriano, un importante dirigente. Ma ciò non toglie che l'operazione sia in atto. Fortemente voluta da esponenti non proprio secondari nel centrosinistra: com'è noto, dal regista del fu Modello Roma, Goffredo Bettini, e poi dal nuovo presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, solo per citarne alcuni. Il fattore tempo, ovviamente, rischia d'essere decisivo: anche perché il risultato del movimento di Grillo a Roma - sia pure meno «pesante» di ciò che era parso lunedì notte, con il Pd che in città recupera cinque punti (32,5 per cento) rispetto alle Regionali 2010 - fa sì che da più parti nel Pd si ragioni sulla possibilità che sia Beppe Grillo e non il sindaco uscente Gianni Alemanno il rivale da battere per arrivare al Campidoglio.
E allora, forse, non è per caso che, intervistato dalle tv a proposito del fenomeno Cinque Stelle, Ignazio Marino dica poche frase, ma emblematiche: «Parliamo lo stesso linguaggio, per molti aspetti: si tratta, adesso, di comunicare. Di certo se il tema è la trasparenza, o la razionalizzazione della spesa pubblica, l'intesa è facile». Certo parlava in linea teorica, e certo non si riferiva all'operazione Campidoglio. Come e se il Pd cercherà di fronteggiare l'onda grillina nella Capitale, è tutto da vedere. Sicuramente, da più parti, si fa notare che «le primarie non devono diventare un congresso»: alcuni cominciano a ipotizzare che sarebbe meglio non farle, ma sul fatto che in ogni caso non debbano essere una «conta» sembrano tutti d'accordo. Sul candidato sindaco ancora no, ma l'operazione Marino, di certo, è già scattata.
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