Un italiano su tre ha avuto il coraggio di votare Berlusconi,che vergogna
"Lei viene? Ma una volta sola? Ma quante volte viene? Con che distanza temporale? E' un'offerta conveniente, si vuole girare signorina. Ehh, sì, vale la pena".
Ecco alcune delle frasi che il Cavaliere ha pronunciato, sabato scorso, ad una dipendente dell'azienda Gruppo Green Power sul palco di Mirano, in provincia di Venezia, dove si stava svolgendo un incontro.
Doppi sensi continui, apprezzamenti sessisti sui quali l'ex Presidente del Consiglio provava visibilmente un certo piacere, visto l'imbarazzo della giovane donna.
Lui, infatti, non era per nulla in imbarazzo, anzi.
E non era in imbarazzo neppure la platea, composta da dirigenza e da colleghi della dipendente.
I presenti ridacchiavano, come se niente fosse e applaudivano divertirti alla performance, alla gag.
La platea rideva, compiaciuta.
Quella platea, purtroppo, rispecchia molti di noi, una Italietta che fa battute da caserma, che si dà di gomito.
È il nostro luogo di lavoro, la nostra famiglia, il nostro bar, il nostro spogliatoio quando andiamo a giocare a calcetto, la nostra palestra, le nostre strade.
È l'intesa degli sguardi tra uomini, è la paura di sentirsi essere additati come i meno virili se non si partecipa al gioco.
E il Cavaliere la conosce benissimo, quella platea.
Se non fosse così, le frasi del Cavaliere non farebbero presa.
Se non fosse così, lui si sentirebbe in imbarazzo a chiedere pubblicamente a una donna quante volte viene. Avrebbe vergogna a chiederle di girarsi un'altra volta per ammirare il suo "sedere".
Lo ha fatto perché era certo che quella platea avrebbe riso.
Perché in quella platea c'è una parte di noi, e sono purtroppo tanti.
Sono quelli che ridono di fronte a quella pubblica mortificazione, dove si ferisce, si umilia per far ridere e per alleggerire discorsi, per divertire il pubblico.
"E questo impianto cosa mi riscalda? Anche la camera da letto?" e giù con gli sghignazzi dei presenti e dei vertici della società.
E sì, il siparietto che ha offerto il Cavaliere è vomitevole, uno dei tanti.
A noi non fa ridere.
Anzi, ci fa schifo perché la violenza sulle donne incomincia proprio dal linguaggio, dall'aggressione continua alla sua immagine concimata da una cultura televisiva sessista.
Eppure, i servi sciocchi del padrone in sala ridevano alle "battute argute" del Cavaliere. Ed è per questo che è ancora più nauseabondo.
Anzi, più guardiamo e riguardiamo quel filmato e più ci imbarazziamo anche per lui.
Ma è qui l’errore, perche lui non era in imbarazzo.
Né lui, né la platea.
E lui ci conosce fin troppo bene.
Ha contribuito a rendere molti di noi così.
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