MIchele Santoro porta a Servizio pubblico Angelo Provenzano
Michele Santoro torna a parlare dei rapporti tra Stato e Cosa Nostra nel ventesimo anniversario della strage di via d'Amelio, in cui venne ucciso il giudice Paolo Borsellino. Il giornalista apre la puntata con una provocazione:
"Ma quanti cittadini al di sopra di ogni sospetto hanno rapporti con la mafia? La differenza tra me e Giuliano Ferrara è che io cerco di capire cosa è successo mentre a lui non frega nulla"
Segue poi la testimonianza di Agnese Borsellino, la vedova del magistrato assassinato nel 1992, che dichiara:
“Mio marito è stato abbandonato al suo destino di morte. Non era un grande giurista ma eticamente era un uomo giusto e mi disse: io non vedrò i risultati del mio lavoro, li vedrete voi dopo la mia morte. [...]Io non voglio vendetta, voglio la verità!”
Dopo l'intervento di Walter Veltroni e di Antonio Ingroia, procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, intorno alle 22.30 Santoro lancia l'intervista adAngelo Provenzano, figlio del boss della mafia considerato il "Capo dei capi". Provenzano jr. dichiara che "Falcone e Borsellino sono delle vittime da immolare all'altare della patria, vittime della violenza", ma, allo stesso tempo, lancia un appello sulle condizioni di salute del padre, detenuto nel carcere d Parma, e chiede per lui una perizia medica per accertare la precaria situazione neurologica dell'ex boss e fornirgli adeguata assistenza.
Ingroia replica:
Tutto si può dire fuorché che lo Stato non stia rispettando i diritti civili anche di assassini come Bernardo Provenzano. Mi pare del tutto fuori luogo questa uscita. Davanti la telecamera è venuto fuori tutto il linguaggio della famiglia e della cultura mafiosa. La frase “la violenza chiama violenza” è rappresentativa della cultura della mafia
Anche Claudio Martelli commenta l'intervista del figlio del boss, e conclude:
"La posizione che lui assume è sopra le parti, le istituzioni e la mafia. Si mette in una posizione superiore che secondo me sarà il nuovo volto della mafia".
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