Una vera opposizione, contro l’euro-fascismo di Monti
La differenza tra destra e sinistra è l’unica cosa in cui possiamo ancora credere. Destra e sinistra oggi sono più vive che mai e si vede benissimo. La destra, in questo momento, significa Europa, Monti, banche e messa in ordine dei conti. Uno schieramento che domina perché ha il controllo dei media. La sinistra, invece, significa più politica sociale, meno disuguaglianze, sostegno ai diritti civili e una patrimoniale seria. Il patto con la Svizzera per il rientro dei capitali, noi non l’abbiamo fatto. L’hanno fatto Inghilterra e Francia, tassandoli al 20 per cento. La destra ha una natura darwiniana e razzista: vuole usare le differenze naturali per lo sviluppo. La sinistra vuole correggere le differenze naturali in modo che tutti possano competere cominciando dallo stesso livello. La situazione è tale che in virtù del ‘voto utile’ Bersani incastra persino Vendola, facendogli balenare, con estremo cinismo, l’idea delle nozze gay.
Bersani si appresta ad allearsi con Monti, Casini e Fini. E lo dice perfino: anche se avessimo il 51 per cento dei voti, cercheremmo l’alleanza con loro. Oltretutto è quello che ha votato tutti i provvedimenti del governo Monti. Ha continuato a dire che la legge Fornero va bene così. Cosa pretende? Questa non è sinistra. L’unica speranza sarebbe un’affermazione di Ingroia tanto grande da convincerlo a stare da quest’altra parte. Purtroppo è un’ipotesi poco verosimile. C’è chi sostiene che Vendola sposterà Bersani a sinistra. E’ vero semmai il contrario: è Bersani che tira Vendola al centro. Mi aspetto un crollo di consenso per lui. Contro montismo, bersanismo e napolitanismo i più vicini a Rivoluzione Civile, tra tutti, sono in questo momento i grillini. Loro, però, vogliono godersi la loro verginità politica.
Non sono proprio di sinistra i grillini? Ma per sbattere le cose in faccia a Bersani vanno bene. La speranza possibile della sinistra è che si costituisca un grande movimento di opposizione. Negli anni ‘50 e ‘60 la Dc non ha mai compiuto le porcate di Berlusconi, perché c’era un partito comunista che la limitava. Se si va avanti con l’agenda Monti, temo non regga il tessuto sociale. Sono molto preoccupato di quanto può succedere. Economisti come Gallino, che condannano l’agenda Monti e poi annunciano di votare per Sel, dovrebbero tenerne conto. Lui, che è tra i promotori di “Cambiare si può”, dovrebbe sapere quale rischio si corre tenendo bordone a Bersani.
In questa situazione internazionale bancaria ed europea, grandi aspettative che un governo di sinistra possa fare qualcosa di serio non ce ne sono. Se la sinistra estrema andasse al potere metterebbe in atto la patrimoniale. Ma riusciremmo davvero a farla? Oggi la rivoluzione francese sarebbe impossibile: a salvare Luigi XVI interverrebbe la Nato. Il capitalismo può essere estremizzato, come nel caso di Monti e delle banche, e trasformarsi così in fascismo, in governo di destra. Oppure può essere un capitalismo morbido, come quello che Bersani e Renzi ci propongono, in cui ci sono un po’ più di soldi per università e stato sociale: non so però fino a che punto potrà essere realizzabile. Se restiamo nell’ambito del sistema bancario internazionale, dei vincoli europei, pagando il debito, non so se ce la faremo. Guardiamo a quanto succede in Grecia, di cui parliamo troppo poco: tutti i giorni là c’è uno sciopero generale. L’Italia o si adatta a diventare una terra di sfruttamento, una specie di colonia, oppure vivrà un capitalismo ‘dal volto umano’.
Questa prospettiva, tuttavia, è difficile da immaginare stando l’ordine mondiale così com’è. Il debito: come facciamo a pagarlo? Come rispettare le norme dell’agenda Monti, senza sputare sangue nei prossimi dieci anni? Non esiste un’alternativa rivoluzionaria al riformismo. Questo è il problema. La sinistra deve inventare una forma di opposizione dura e robusta per limitare i danni di questi governi euro-bancari. In Europa, ad esempio, si potrebbe tentare con Hollande e con la Spagna la trasformazione della Bce in una banca come la Federal Reserve. Immagino in ogni caso una situazione di lungo conflitto sociale o perché non si riesce a fare la maggioranza governativa o perché si riesce a farla con le forze cosiddette europeiste, quindi reazionarie, conservatrici e bancarie. Davvero occorre prepararsi alla resistenza. No Tav è un esempio: lì c’è un’iniziativa antieconomica, antipopolare. E’ qualcosa che continuano a volere imporre dall’alto ed è un banco di prova dell’attuale capitalismo di rapina.
Tutta l’insistenza di Monti sul fatto che ci ha salvati dal baratro è una retorica terroristica. La discesa dello spread vantata da Monti ha provocato un aumento dei disoccupati: 100 mila nuovi disoccupati nell’anno del suo esecutivo sono frutto della sua politica. Ci ha salvati, da cosa? Altro che discontinuità con le politiche precedenti. Monti ha fatto quella politica che Berlusconi non ha avuto il coraggio di fare. Tanto è vero che il Pdl ha approvato senza alcun problema tutte le sue iniziative. A sinistra abbiamo recalcitrato, ma poi abbiamo accettato lo stesso. La domanda è: perché non siamo andati a votare subito dopo la caduta diBerlusconi? Avremmo risparmiato tempo e fiato. Cosa ci abbiamo guadagnato a sospendere la democrazia e ad aumentare i disoccupati? Tutto questo solo per l’immagine internazionale dell’Italia che è costruita da quegli stessi media che, se lo volessero, potrebbero cambiarla.
(Gianni Vattimo, dichiarazioni rilasciate a Rossella Guadagnini per l’intervista “Elezioni, Vattimo: un voto di resistenza antimontiana”, pubblicata da “Micromega” il 18 febbraio 2013).
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